Equo compenso esteso a tutti i professionisti: «una vittoria per tutti i lavoratori autonomi»

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Concordato preventivo biennale confprofessioni presidente gaetano stella
Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.
Congresso di Confprofessioni a Roma. L’Italia il paese in Europa con il maggior numero di professionisti

confprofessioni presidente gaetano stella«Una vittoria per tutti i professionisti». Dal palco dell’Auditorium Antonianum a Roma, dove si è svolto il Congresso nazionale dei professionisti, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, esprime tutta la sua soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento sull’equo compenso, licenziato notte tempo dalla Commissione Bilancio del Senato.

«Portiamo a casa un risultato che ci ha colto quasi di sorpresa, considerate le premesse di queste ultime settimane. L’equo compenso a tutti i professionisti, non solo agli avvocati, è stata una delle nostre principali richieste al Governo e Parlamento che oggi trova una conferma certamente positiva – dichiara Stella -. Ancor più significativa la sua estensione ai rapporti tra professionisti e pubblica amministrazione, sul quale abbiamo condotto una battaglia a tutto campo. Adesso si tratta di monitorare i passaggi successivi e, se possibile, migliorarlo negli aspetti tecnici».

«Il 2017 è stato un anno importante per noi professionisti: ha visto la luce il “Jobs Act” e il lavoro autonomo. La legge 81 rappresenta un primo concreto tentativo di venire incontro alla categoria come lavoro autonomo e professionale, colpita pesantemente dalla crisi economica priva di garanzie sociali. Sono state così introdotte nuove tutele come maternità, malattie, infortuni, riconosciuti strumenti da utilizzare per rilanciare il comparto come formazione, aggiornamento, accesso ai fondi europei ha sottolineato Stella -. I liberi professionisti non dovranno essere dei semplici intermediari ma dovrà essere riconosciuto il valore, il loro apporto in termini di competenze qualificate e quindi prevedere un riconoscimento economico delle prestazioni professionali».

In occasione del congresso è stato presentato il Rapporto 2017 sulle libere professioni in Italia, curato dall’Osservatorio libere professioni di Confprofessioni dal titolo “Il professionista 4.0 – L’evoluzione delle competenze tra normativa e mercato”. L’Italia è il Paese con il maggior numero di liberi professionisti in Europa: 1,4 milioni, che rappresentano il 5% della forza lavoro nazionale. Nonostante gli anni della crisi economica del Paese, il settore delle libere professioni è l’unico comparto a crescere nell’ambito del lavoro indipendente. In termini dimensionali, l’Italia conta 24 liberi professionisti ogni mille abitanti e il loro numero aumenta a un ritmo di oltre il 22%. Ogni anno, oltre 250.000 persone scelgono la strada della libera professione. «L’Italia sta percorrendo lo stesso sentiero evolutivo del resto dell’Europa, caratterizzato da una crescita sostenuta del numero di liberi professionisti, sia nelle professioni ordinistiche che nelle professioni non ordinistiche. Questa crescita è più accentuata nei Paesi e nelle regioni con il Pil più elevato», ha commentato il sociologo e politologo Paolo Feltrin, che ha curato il Rapporto 2017 di Confprofessioni. 

L’indagine mostra un divario territoriale a livello regionale tra Nord e Sud. Sono le regioni del Nord a mostrare la maggior densità di professionisti: si passa da 30 professionisti per mille abitanti in Emilia Romagna a 14 in Calabria. Tra il 2009 e il 2015, il numero di liberi professionisti cresce con maggiore intensità in quelle economie regionali dove il Pil pro capite è maggiore. Inoltre, si registra un marcato gap di genere, dove prevale la componente maschile: due terzi dei professionisti sono uomini, mentre le donne costituiscono il 37% del collettivo al Centro Nord, percentuale che si riduce al 30% nelle regioni del Mezzogiorno. 

Sul fronte reddituale, tra il 2011 e il 2015 il fatturato complessivo dei liberi professionisti risulta in tendenziale crescita, così come il suo contributo sul Pil nazionale. Si registra un divario anche in merito al reddito: nel 2015 i redditi medi per le principali professioni ordinistiche evidenziano il persistere di un importante divario tra professioni: si passa dai 20.000 euro annui degli studi di psicologia ai 244.000 delle attività notarili. Divario che appare in calo, a causa della significativa contrazione dei redditi medi delle professioni. «Il profondo processo di trasformazione sociale ed economico degli ultimi dieci anni, complice anche la più grave crisi economica dal dopoguerra a oggi, ha modificato radicalmente l’universo delle libere professioni, determinando una significativa stratificazione territoriale, generazionale e reddituale – ha sottolineato Stella -. Le profonde differenze tra Nord e Sud, il gap di genere e il “precariato” dei giovani, la significativa contrazione dei redditi sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno socio-economico, spesso sottovalutato dalla politica, ma che incide profondamente nei meccanismi della crescita economica e dell’occupazione del nostro Paese». 

Andrea Granelli, consigliere per l’innovazione di Confprofessioni, ha annunciato il manifesto del “Professionista 4.0”: «un percorso progettuale con le singole associazioni e territori di Confprofessioni che si estenderà per i primi mesi del 2018 e che produrrà un posizionamento su “Impresa 4.0” e un contributo specifico dei professionisti al Codice di amministrazione digitale». Secondo Granelli «la scelta dell’appellativo “4.0” non è casuale e vuole ribadire l’adesione piena di Confprofessioni all’ambizioso ma necessario piano del Governo che vede le misure su “Impresa 4.0”, sull’agenda digitale, sulle “Smart Cities” come tasselli di un’unica e fondamentale iniziativa. L’obiettivo è dare corpo e visibilità alla rilevanza del digitale per il mondo delle professioni: non solo strumento di automazione ed efficienza operativa, ma vero e proprio ambiente per ripensare la professione stessa». 

Al congresso è intervenuta anche Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, secondo cui «la stabilizzazione della crescita dell’economia italiana passa da un rafforzamento delle professioni. In merito alla legge di bilancio, spero che il Governo recepisca le nostre proposte in termini di iperammortamento, deducibilità, nuova Sabatini e credito d’imposta sulla formazione. È sotto gli occhi di tutti che la politica delle slide a colori o dei tweet ha portato a ben poco, proponendo soluzioni vuote e poco aderenti alla realtà. Occorre, invece, ascoltare e capire quali sono le difficoltà vissute ogni giorno da chi opera in questo settore, ancora troppo spesso costretto a fare i conti con una eccessiva burocrazia».