Sconfitto al ballottaggio lo sfidante Marjan Sarec. Molto bassa l’affluenza con il 41,7%, il dato peggiore registrato di sempre
Borut Pahor è stato confermato presidente della Repubblica slovena con il 52,94% dei voti. «La mia rielezione è il segnale che i cittadini vogliono forze e idee politiche che uniscono. Questo risultato è uno dei pochi in Europa, nel quale viene confermata la fiducia a chi ha già svolto un mandato, gli elettori cercano stabilità», sono state le sue prime parole dopo la vittoria al ballottaggio.
Dopo che in campagna elettorale era stato criticato per non essere intervenuto su questioni rilevanti per i cittadini, Pahor ha detto che farà sentire in modo più chiaro la sua posizione. I 770 chilometri percorsi a piedi per parlare e ascoltare i cittadini sono l’inizio di questo nuovo approccio. Pahor ha ricevuto le congratulazioni da tutte le forze politiche slovene e da alcuni capi di Stato. Via Twitter sono arrivate quelle della collega croata, Kolinda Grabar-Kitarovic, con la quale aveva già parlato al telefono. Slovenia e Croazia hanno ancora in sospeso la questione legata al confine marittimo dopo la sentenza della Corte permanente di arbitrato, che Zagabria non intende riconoscere. Sul tema, in campagna elettorale Pahor aveva incoraggiato a tenere aperti il dialogo e la diplomazia silenziosa, e in conferenza stampa ha ribadito la sua posizione rispondendo a una domanda specifica di una giornalista croata. Al momento non sono previsti incontri.
Pahor è il secondo presidente, dopo Milan Kucan, ad aver ottenuto due mandati presidenziali, ed è l’unico politico ad aver svolto le funzioni di presidente dell’Assemblea nazionale, di primo ministro e di presidente della Repubblica. Marjan Sarec, lo sfidante outsider che ha raggiunto il ballottaggio, ha riconosciuto la sconfitta e ha detto di essere pronto a dare il via al «ricambio generazionale della politica slovena», come indicano le preferenze espresse a suo favore. Nelle dichiarazioni fatte alla stampa alla casa di Cankar, Sarec ha ringraziato sia i sindaci che lo hanno sostenuto apertamente, sia quanti hanno preferito «un candidato venuto dal basso che non appartiene all’élite politica». Alcuni osservatori hanno interpretato i voti in suo favore come un segnale di protesta contro il presidente in carica.
L’affluenza è stata molto bassa, e con il 41,7 per cento è il dato peggiore registrato finora. Mentre Pahor ha dichiarato di aspettarsi una partecipazione ancora inferiore, Sarec ha detto di essere preoccupato dalla scarsa affluenza, che ritiene sintomo di disaffezione per la politica tradizionale.