Senza la rettifica dei conti del comparto bancario, utili a 551 milioni. In calo del21% i premi assicurativi. Stabile la raccolta danni
Il gruppo Unipol ha chiuso i primi nove mesi del 2017 con una perdita di 229 milioni di euro, causata dalle rettifiche su crediti di Unipol Banca che hanno pesato per 780 milioni sul risultato del periodo. Al netto degli accantonamenti, il gruppo registra un utile di 551 milioni, rispetto ai 439 milioni del 2016.
La raccolta cala del 21,1%, a 8,78 miliardi. La flessione è tutta nel ramo vita (-42,5%), mentre la raccolta del ramo danni è invariata, attestata a 5,6 miliardi, con un “combined ratio” (indicatore della gestione tecnica) pari al 96,4%, in peggioramento rispetto al 95% dello stesso periodo del 2016. Il risultato ante imposte è stato positivo per 539 milioni rispetto ai 470 milioni del 2016.
Nel vita, che registra un utile prima delle tasse di 288 milioni (279 milioni nel 2016) e premi per 3,2 miliardi, il calo della raccolta è da mettere in relazione, in un contesto di tassi bassi, alla «scelta strategica di limitare i flussi di prodotti tradizionali con rendimento legato alle gestioni separate, orientando l’offerta su prodotti multiramo e linked».
Il comparto bancario chiude con un rosso prima delle tasse di 941 milioni, dopo rettifiche su crediti per 945 milioni. La gestione degli investimenti finanziari ha conseguito una redditività lorda del portafoglio assicurativo del 3,8%, in crescita rispetto al 3,6% di un anno fa. Il margine di solvibilità consolidato basato sul capitale economico è pari al 158%, rispetto al 161% di fine 2016.
Unipolsai ha chiuso i primi nove mesi del 2017 con un utile di 430 milioni, in linea con i 427 milioni dell’esercizio precedente, nonostante la ristrutturazione del comparto bancario, che ha pesato per 105 milioni sui risultati della controllata del gruppo Unipol. Al netto di tali impatti, si legge in una nota, l’utile sarebbe salito del 25,5% a 536 milioni. La raccolta assicurativa si è attestata a 7,8 miliardi di euro, con premi stabili a 5,1 miliardi nel ramo danni e in calo del 31,4% nel vita. Il gruppo presenta un indice di solvibilità su base individuale al 243% e consolidato sul capitale economico al 206%.