Al Dipartimento per gli Affari regionali, l’insediamento del tavolo paritetico fra l’esecutivo nazionale e i presidenti Bonaccini e Maroni. Prima riunione venerdì 17 novembre a Bologna e poi a Milano il 21 novembre; le altre, a seguire, nella Capitale
E’ ufficialmente partito a Roma il negoziato con il Governo per il riconoscimento di una maggiore autonomia all’Emilia-Romagna e alla Lombardia. La prima seduta del tavolo paritetico di confronto, comune con la Lombardia, si farà a Bologna venerdì 17 novembre, la seconda martedì 21 a Milano; le altre, a seguire, a Roma.
E’ quanto deciso al Dipartimento per gli Affari regionali si sono riuniti il sottosegretario Gianclaudio Bressa e i presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e Lombardia, Roberto Maroni, accompagnati dalle rispettive delegazioni: l’incontro ha formalmente sancito il via al confronto tecnico che approfondirà ambiti e materie.
«Siamo di fronte a una svolta storica», ha sottolineato il sottosegretario Bressa, indicato dal premier Paolo Gentiloni quale referente politico del Governo per il negoziato. Per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, infatti, viene applicato l’articolo 116 della Costituzione, che al terzo comma consente l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata.
Per l’Emilia-Romagna una tappa di grande importanza, che arriva a tre settimane dalla firma a Palazzo Chigi, lo scorso 18 ottobre, del presidente del Consiglio, Gentiloni, e del presidente Bonaccini della Dichiarazione di intenti per l’avvio del confronto. In precedenza, il 3 ottobre, la risoluzione votata dall’Assemblea legislativa che dava mandato a Bonaccini al negoziato col Governo.
«Da mesi lavoriamo duramente e con serietà per quella che oggi rappresenta una proposta condivisa con le categorie economiche, i sindacati, le imprese, le università, gli enti locali, i territori e le associazioni del Terzo settore dell’Emilia-Romagna nell’ambito del Patto per il Lavoro – afferma il presidente Bonaccini -. Ci è stato chiesto di aspettare per avviare il confronto insieme alla Lombardia, abbiamo detto sì, dopo aver avuto la garanzia che i tempi non si sarebbero allungati, che non sarebbe stata messa in discussione l’unità nazionale e che non sarebbe stata messa sul tavolo alcuna richiesta di Regione a Statuto speciale. E oggi, nel momento dell’insediamento ufficiale, ribadisco che è positivo il fatto di lavorare insieme per arrivare a rapidamente a una proposta concreta, a un’intesa entro la fine di questa legislatura. Concordo con il sottosegretario Bressa quando ha detto che stiamo costruendo il regionalismo del futuro – chiude Bonaccini – un nuovo regionalismo che possa premiare le Regioni virtuose e aprire la strada ad altre, nell’esclusivo interesse dei cittadini, continuando a far crescere i territori e con loro il Paese».
La Giunta dell’Emilia Romagna ha già definito 12 competenze che la Regione chiede per sé e che rientrano fra le materie previste dagli articoli 116 (comma terzo) e 117 (commi secondo e terzo) della Costituzione. Si tratta di: rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle Regioni; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; commercio con l’estero; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; governo del territorio; protezione civile; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; tutela della salute; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali; organizzazione della giustizia di pace.
La Giunta è pronta ad aggiungere altre 4-5 competenze relative a professioni, cultura, sport e agricoltura. Sarà il presidente Bonaccini a proporre l’allargamento all’Assemblea legislativa nella seduta di martedì e mercoledì prossimi.