Depotenziamento tra le polemiche del fregio mussoliniano di Piffrader sulla facciata del palazzo uffici finanziari di Bolzano

0
1332
pab bolzano depotenziamento fregio mussoliniano tribunale scritta panoramica
Accesa l’installazione luminosa riportante la citazione di Hannah Arendt. Altoatesini scettici sulla portata dell’operazione

pab bolzano depotenziamento fregio mussoliniano tribunale scritta panoramicaA Bolzano la popolazione di lingua tedesca ha una fortissima allergia verso tutto quanto è vestigia del fascismo, a seguito dell’annessione dell’Alto Adige dopo la Prima Guerra mondiale. Prima è toccato al Monumento alla vittoria, ora tocca al fregio mussoliniano che troneggia sulla facciata razionalista del Tribunale di Bolzano, “depotenziato” con la sovrapposizione di una scritta trilingue luminosa della filosofa ebrea tedesca Hannah Arendt. Un’operazione che ha destato più di una perplessità.

Il grande fregio monumentale realizzato dall’artista sudtirolese Hans Piffraider (ha uno sviluppo lineare di 36 metri e una superficie di 198 metri quadri e le sue dimensioni ne fanno il bassorilievo più imponente realizzato dal fascismo e ancora esposto al pubblico) esaltava retoricamente – come tutto del resto in quel periodo – le gesta del fascismo e del suo Duce, Benito Mussolini, ad iniziare dalla sua raffigurazione a cavallo affiancata dalla celebre citazione “Credere, obbedire, combattere”. 

L’installazione intende storicizzare il bassorilievo riportando la citazione attribuita alla filosofa ebrea tedesca Hannah Arendt “nessuno ha il diritto di obbedire” ed è corredata da una tavola esplicativa in italiano, tedesco, ladino e inglese che si sviluppa sulla piazza. 

«Sono le giornate in cui si ricordano i caduti in guerra e le vittime di violenza: non a caso, quindi, abbiamo scelto questa data per illuminare l’installazione sul bassorilievo, semplicemente invitando i presenti a osservare un momento di raccoglimento per ricordare tutte le vittime dei regimi totalitari», commenta il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, a conclusione dell’appuntamento in piazza Tribunale che ha visto una scarsissima partecipazione di pubblico, meno di 300 persone. Kompatscher ha ricordato che «dopo il percorso museale aperto negli spazi sotto al monumento alla Vittoria, la società civile si dimostra matura per questo nuovo passo, che rafforza il cammino dalla storicizzazione verso la normalizzazione. Il momento vissuto questa sera in piazza Tribunale, preparato e atteso da tempo, ci rende consapevoli di quanta strada siamo riusciti a fare assieme in Alto Adige».pab bolzano depotenziamento fregio mussoliniano tribunale scritta poca genete

La scritta decontestualizzante non tocca e non compromette il bassorilievo sottostante: per il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi si tratta di «un’affermazione della democrazia sulla dittatura», in una cerimonia che è stata voluta anche come un’occasione per ricordare tutti i caduti e le vittime dei regimi totalitari. Un’installazione però, quella della scritta luminosa, che non vede tutti concordi. «In Alto Adige si procede a piccoli costanti passi alla cancellazione della storia e dell’identità italiana, col chiaro fine di cancellarne ogni traccia» ha detto la deputata altoatesina e coordinatrice regionale di Forza Italia, Michaela Biancofiore. Da parte di Casapound Bolzano, che ha invitato a non partecipare alla cerimonia, ha ribadito la sua richiesta di «difesa e rispetto dei monumenti della comunità italiana dell’Alto Adige». Anche tra la poca popolazione presente all’accensione della scritta erano più gli scettici che i convinti sostenitori dell’iniziativa, forse dimostrandosi più avanti di una certa politica di stampo nazionalista sudtirolese che alberga ancora non solo tra le ali estreme della politica della destra tedesca, ma anche tra ampie fasce della stessa SVP.