Minoranze trentine contro la nuova legge elettorale: «Rosatellum, una legge iniqua»

0
566
Manifestazione M5s contro Rosatellum bis
Civica Trentina, Progetto Trentino e Autonomisti Popolari pronti a ricorrere alla Consulta per la sua incostituzionalità

Manifestazione M5s contro Rosatellum bisIn Trentino Alto Adige continua la protesta contro la nuova legge elettorale appena varata dal Parlamento che fa strame della corretta rappresentatività del corpo elettorale, favorendo smaccatamente l’alleanza di centro sinistra SVP-PD-PATT.

Le liste civiche del Trentino (Civica Trentina, Progetto Trentino e Autonomisti Popolari) scendono in campo denunciando l’incostituzionalità del “Rosatellum”, affermando come sia palesemente iniqua e annunciano una petizione al presidente della Repubblica perché rimandi alle camere la legge per le opportune modifiche riguardanti il sistema elettorale riservato al solo collegio del Trentino Alto Adige.

Per il capogruppo della lista Civica Trentina, Rodolfo Borga, il problema è che «Svp e Pd si sono fatti una legge tagliata su misura per garantirsi il maggior numero di parlamentari possibili per il partito altoatesino (e dei suoi alleati, PD e PATT), da sempre “stampella” della maggioranza di centro sinistra. A supporto ci sono i numeri: se prendiamo come riferimento l’esito elettorale del 2013 al 51% di Svp e Pd, corrisponderebbe il 95% dei parlamentari regionali, considerando anche che è stata tolta la possibilità del “ripescaggio” per il Senato». 

Secondo Borga «con il “Rosatellum” rischierebbe di non essere rappresentato il 49% dell’elettorato regionale. Non solo: la Svp non è più l’unico referente della popolazione di lingua tedesca. Resta il partito di maggioranza relativa, soprattutto in Alto Adige, ma il 37% del mondo tedesco non lo vota. Questa percentuale, insieme alle minoranze linguistiche e alla popolazione di lingua italiana, rischierebbero di restare senza rappresentanti». 

A detta degli esponenti delle liste civiche la soluzione sarebbe stata il riconoscimento di una diversa ripartizione dei seggi oggi esistenti, ma così non è stato, offrendo su un piatto d’oro un numero di eletti decisamente più alto dei consensi ottenuti nelle urne a dei partiti attualmente in chiara crisi di consenso, ma che uscirebbero premiati dall’essere in coalizione.

La contestazione al nuovo sistema elettorale non è limitato al solo Trentino: in Alto Adige sono in agitazione i partiti di lingua tedesca alternativi alla SVP, ad iniziare dai Freiheitlichen e dell’Union für Südtirol, oltre all’arcipelago della sinistra, che nel 2013 è riuscita ad eleggere un proprio rappresentante al Parlamento.

«Nei prossimi giorni ci incontreremo – ha detto Borga – per concordare un documento comune. Contemporaneamente a livello legale, si sta approfondendo la possibilità che venendo meno un equo diritto di rappresentanza, la legge possa essere incostituzionale». 

La protesta delle liste civiche s’inserisce nel solco delle iniziative già lanciate dalla coordinatrice regionale di Forza Italia, Michaela Biancofiore, e dal deputato M5S, Riccardo Fraccaro che hanno già denunciato l’incostituzionalità dell’assetto elettorale riservato al solo Trentino Alto Adige.