Guerra transfrontaliera per il blocco dei Tir sull’asse Brennero

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Ammantata da motivazioni ambientaliste, il vero motivo è il protezionismo dell’Austria del proprio comparto di autotrasporto. Imprenditori trentini dell’autotrasporto anche contro i prospettati aumenti dei pedaggi

autovie venete A4 incolonnamenti camion tirC’è una guerra transfrontaliera, mai dichiarata, per i blocchi del traffico dei camion che vengono periodicamente ordinati in Austria ed in Baviera lungo l’asse del Brennero. A dar fuoco alle polveri sono i festeggiamenti in Germania, dove si celebra anche con un blocco dei tir il giubileo della Riforma di Martin Lutero.

Da ultimo è intervenuto il presidente di Anita, Thomas Baumgartner, titolare tra l’altro di una tra le più grandi imprese di autotrasporto italiane (Fercam), chiedendo «che i divieti di circolazione vadano coordinati a livello europeo, per evitare mosse nazionalistiche che danneggiano tutto il settore».

A suscitare quest’ultima protesta è stato il divieto disposto in Italia per i Tir che intendano andare a Nord di Vipiteno. Il divieto è stato preso in conseguenza di un’analoga decisione presa dall’Austria, che a sua volta ha deciso così perché in Germania la giornata è festiva e quindi con divieto di transito per i mezzi pesanti. Poche settimane fa un divieto disposto dall’Austria aveva causato una coda di 100 km lungo l’autostrada del Brennero e in un’altra occasione aveva provocato code sulla stessa arteria la decisione austriaca di rallentare con un filtro di agenti il flusso dei mezzi provenienti da Sud. 

Questa situazione, sottolinea Baumgartner, rappresenta «un’inaccettabile limitazione alla circolazione, che danneggia le imprese di autotrasporto e le esportazioni, anticipando eccessivamente il limite territoriale di blocco dei flussi di traffico in direzione nord. Il timore di intasamenti e di incolonnamenti che ha spinto le autorità austriache a fissare il divieto per i veicoli diretti in Germania non è idoneo a giustificare il blocco della circolazione e crea grave pregiudizio alle programmate attività di trasporto. Resta un fatto che il traffico pesante sull’asse Sud-Nord è in costante aumento: nei primi nove mesi di quest’anno sono transitati al Brennero 11 milioni di Tir con un aumento di 526.000 (+6,44%) rispetto lo stesso periodo del 2016.

Non c’è solo il blocco dei Tir al Brennero ad agitare il mondo dell’autotrasporto: anche la possibilità prospettata al convegno sulla mobilità nelle regioni dell’arco alpino tenutosi a Bolzano, durante il quale è stata forte la pressione dell’Euregio Tirolese sul governo romano per alzare le tariffe autostradali per i mezzi pesanti viene responto con decisione dalle categorie di settore. 

Per Piero Cavallaro, referente della CNA-Fita del Trentino Alto Adige, «siamo assolutamente contrari al rincaro dei pedaggi autostradali perché si ripercuoterebbero inevitabilmente sugli utenti finali, ovvero i clienti degli autotrasportatori e i consumatori. Le flotte che effettuano servizio internazionale – prosegue Cavallaro – sono di ultima generazione ed hanno sistemi di abbattimento delle emissioni inquinanti migliori delle normali autovetture diesel. Anche dove la rotaia è prevalente come mezzo di trasporto merci, ad esempio in Svizzera, si è visto come nel momento in cui aumenta il traffico, perché l’economia gira meglio, il trasporto su gomma cresce in misura proporzionalmente maggiore rispetto a quello su ferrovia, nonostante le tariffe autostradali siano molto elevate. La mobilità non può essere programmata a spot ma deve avere una visione complessiva nel medio-lungo periodo da concordare anche con gli operatori del settore». 

Decisamente contrari anche gli autotrasportatori aderenti alle altre categorie trentine: in una nota congiunta, i presidenti dei trasportatori Claudio Comini (Associazione Artigiani), Giorgio Loner (Fai) e Lucio Sandri (Confindustria Trento) sono contrari alla «nuova provocazione in tema di rincaro di pedaggi. Abbiamo accettato mal volentieri il divieto di sorpasso notturno ed ora vogliamo scongiurare che le nostre imprese debbano anche subire l’aumento del pedaggio». 

Gli imprenditori trentini ritengono l’aumento del pedaggio, ipotizzato dall’Euregio, una misura sbagliata finché non ci sarà un’alternativa valida e competitiva alla strada. Ad oggi il trasporto su rotaia è assolutamente non concorrenziale, soprattutto per la logistica del servizio. 

L’aumento dei pedaggi sarebbe un ulteriore colpo di grazia ad un settore che in Italia soffre già della pesantissima concorrenza, spesso sleale, da parte degli operatori dell’Europa dell’Est, che possono contare su costi operativi e una tassazione decisamente inferiore a quella decisa da Roma.