Nel terzo trimestre è proseguita la flessione delle imprese attive in regione (-3.798 unità, -0,9%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Diminuzioni in agricoltura (-1.247), commercio (-1.188) e costruzioni (-1.131), attività manifatturiere e immobiliari
Unioncamere Emilia-Romagna ha elaborato i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio. Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 458.317 a fine settembre, solo 366 in più (+0,1%) rispetto a fine giugno. Il contenuto aumento congiunturale è inferiore di un terzo rispetto a quello rilevato lo scorso anno.
A livello nazionale l’aumento congiunturale delle imprese registrate è risultato analogo (+0,1%). Nel trimestre, hanno segnato il nuovo minimo degli ultimi venti anni sia le iscrizioni (4.662), sia le cessazioni (4.313), entrambe diminuite rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, ma le prime in più ampia misura, le seconde solo leggermente.
Le imprese attive rendono la misura dell’effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine settembre, erano 406.092, 3.798 in meno (-0,9%) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. È aumentato Il ritmo della loro flessione tendenziale rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (-0,5%), mentre a livello nazionale le imprese attive segnano solo una lievissima flessione (-0,1%).
I settori di attività economica che hanno maggiormente determinato la riduzione delle imprese attive sono l’agricoltura, silvicoltura e pesca (-1.247 unità, -2,1%), l’insieme del commercio (-1.188 unità, -1,3%) e le costruzioni (-1.131 unità, -1,7%). Segno rosso anche per l’industria manifatturiera (-818 unità, -1,8%), con quattro settori su cinque che registrano una riduzione delle imprese, e le attività immobiliari (-431 unità, -1,6%) Segnali positivi giungono solo dai settori dei servizi, in primo luogo dall’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+379 unità, +3,3%), quindi dalla crescita delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+200 unità, +1,3%).
La forma giuridica. La riduzione tendenziale della base imprenditoriale è stata determinata dal sensibile rafforzamento dell’andamento negativo delle ditte individuali, scese di 3.025 unità (-1,3%) e dalla leggera accelerazione della riduzione delle società di persone, diminuite di 2.042 unità (-2,5%). Queste ultime risentono dell’attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene l’aumento tendenziale delle società di capitale (+1.328 unità, +1,6%), risultato sensibilmente più contenuto rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.