Botta e risposta tra Serracchiani (PD) e Fedriga (Lega Nord) sulle alleanze politiche nazionali post voto nazionale e regionale
In Friuli Venezia Giulia cresce la temperatura dello scontro politico tra i vari poli in vista dell’appuntamento elettorale nazionale di primavera e di quello regionale subito a ruota (ma c’è la possibilità di un abbinamento) tra la presidente della Regione e membro della segretaria nazionale del PD, Debora Serracchiani, e il segretario regionale e capogruppo della Lega Nord alla Camera dei Deputati, Massimiliano Fedriga.
Ad aprire il fuoco è stata la Serracchiani, commentando l’ipotesi di un’alleanza Lega-M5S accennata dal segretario federale Matteo Salvini: «l’abbraccio di Salvini a Grillo non sorprende nessuno, si sa che chi si somiglia si piglia. Lega e M5S si sono già trovati in sintonia su questioni fondamentali come il protezionismo in economia, l’uscita dall’euro, gli inchini all’intolleranza e gli ammiccamenti al razzismo. Salvini, Grillo, Di Maio, sono facce dello stesso sfascismo che campa sui problemi del nostro Paese e che lavora attivamente per non risolvere nulla. Il tanto peggio tanto meglio è la loro bandiera comune», specifica la governatrice. «Finalmente, le parole di Salvini hanno disegnato il ritratto autentico dell’ideologia a 5 Stelle e – ha concluso Serracchiani sempre più lanciata verso il Parlamento – contribuiscono a fare chiarezza su un grande imbroglio della politica italiana».
Dichiarazioni subito rintuzzate da Fedriga: «devo ammettere un dote indiscussa di Serracchiani: ha una tempestività senza eguali a affermare cose senza senso e sproloquiare a vanvera. Se la stessa prontezza l’avesse utilizzata per amministrare la Regione di cui è presidente, magari non ci troveremmo un Friuli Venezia Giulia alla deriva con una sanità massacrata è un’invasione di clandestini. Triste vedere come il fallimento di una governatrice lo si voglia mascherare sputando veleno sulle altre forze politiche. I cittadini hanno potuto misurare Serracchiani e Renzi e sono convinto che sapranno come ripagarli quando finalmente si potrà tornare a votare».