La finanziaria del NordEst svaluta operazione di 10 anni fa. Nessuna ripercussione su portafoglio (87,3 milioni) e patrimonio netto (150 milioni)
E’ stato approvato a Pordenone dall’assemblea dei soci di Finest Spa il bilancio d’esercizio 2016-2017, che chiude in perdita per 3,6 milioni di euro. «Un valore – spiega il presidente Mauro Del Savio – determinato dalla ingente svalutazione che siamo stati costretti ad operare su una singola operazione, relativa a un investimento di una impresa nordestina del settore energetico realizzato oltre un decennio fa».
Ma Del Savio è complessivamente soddisfatto: «ci conforta sapere che nessuna delle operazioni effettuate dopo il 2012, ovvero dopo l’avvio della nuova gestione, siano state oggetto di svalutazione: significa che stiamo coltivando un portafoglio di investimenti sano e proficuo, che oggi ammonta a 87,3 milioni». Nessuna ricaduta sull’equilibrio dell’azienda, che possiede un patrimonio netto di 150 milioni.
La Società ha mantenuto il trend in crescita di investimenti verso le aziende del Triveneto sviluppando 17 nuove operazioni per un totale di 15,6 milioni, il 57% verso aziende che in passato erano già ricorse a Finest per altre operazioni. Ha continuato inoltre la politica di compressione dei costi di gestione avviata negli esercizi precedenti (-15%), principalmente grazie all’ottimizzazione operativa e alla maggiore sinergia all’interno del Gruppo Friulia, che complessivamente ha generato un contenimento della spesa di oltre 1,2 milioni in 5 anni.
Tra i settori di investimento di maggior traino figurano la plastica (45%), seguita dal siderurgico (16%), servizi (11%) e legno/mobile (9%). Per ciò che riguarda i Paesi di investimento, l’Europa centro-orientale e balcanica conserva il primato come area di maggiore interesse per i partner di Finest, attirando l’80% del totale investito. Buoni anche i numeri su Turchia (8%) e Spagna (6%) mentre in Russia sono stati destinati il 6% degli investimenti, assecondando le necessità degli imprenditori del NordEst.