Zaia: «la gente ha deciso. Noi ora facciamo, presto e bene. Siamo apripista di reale riforma autonomista dello Stato»
Il titolo è lungo, come si conviene per un atto che potrebbe entrare nella storia del Veneto, ma non solo. La Giunta Regionale, riunita in seduta straordinaria a poche ore dall’esito favorevole del referendum per l’autonomia del Veneto, su proposta del presidente Luca Zaia, ha approvato all’unanimità il disegno di legge d’iniziativa della Giunta regionale per passare dalle parole ai fatti.
Con il ddl concernente “Proposta di legge statale da trasmettere al parlamento Nazionale ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione relativa a Iniziativa regionale contenente, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, della legge regionale 19 giugno 2014 n. 15, percorsi e contenuti per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomia per la Regione Veneto, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, la Regione Veneto indica le 23 materie dell’autonomia e, sul piano finanziario, i nove decimi del gettito fiscale di Irpef, Ires e Iva per gestirle (il federalismo fiscale).
Il Governo veneto, nella stessa seduta, ha approvato anche un disegno di legge concernente “Proposta di legge statale da trasmettere al Parlamento nazionale ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione, relativa a Modifica dell’articolo 116, primo comma della Costituzione”, con la quale si chiede il riconoscimento del Veneto come Regione a Statuto speciale. Si tratta di un solo articolo: «nel primo comma dell’articolo 116 della Costituzione, dopo le parole “la Valle d’Aosta” sono aggiunte le seguenti: “e il Veneto”».
E’ stata infine approvata con delibera l’attivazione della “Consulta del Veneto per l’autonomia”, un tavolo al quale siederanno tutte le rappresentanze della società civile della Regione (comuni, province, enti locali di vario livello, organizzazioni imprenditoriali e di categoria, sindacati, rappresentanze del sociale e del terzo settore), per condividere i contenuti del disegno di legge e raccogliere le indicazioni e suggerimenti degli interlocutori. Dopo la prima approvazione appena effettuata, pur se in tempi ristrettissimi, il cammino dell’autonomia, per arrivare sul tavolo del Governo nazionale, prevede una seconda approvazione in Giunta di un testo eventualmente emendato con le osservazioni provenienti dalla Consulta e successivamente l’invio al Consiglio regionale per la discussione e la definitiva approvazione.
«I veneti – ha detto Zaia presentando i provvedimenti – hanno parlato forte e chiaro, andando a votare in 2.328.949 sotto la pioggia in una giornata difficile. Oggi era nostro dovere, varando gli atti conseguenti, dare una risposta immediata all’impegno preso con ognuno dei cittadini. Sia chiaro – ha tenuto a precisare il Governatore – che la nostra non è una dichiarazione di guerra a nessuno. Anzi, è l’offerta di un cammino completamente rispettoso della Costituzione per fare dal basso quelle riforme in senso autonomista e federale che dall’alto non sono riusciti a realizzare, indicate a chiare lettere anche dai padri costituenti all’articolo 5 della Carta. Da oggi il Veneto non sarà mai più come prima, ma il Veneto offre anche all’Italia un laboratorio serio e rispettoso della Costituzione per riforme seriamente autonomiste e federaliste. Si tratta infatti di una via che potrà percorrere ogni Regione che abbia la forza e la capacità di una forte assunzione di responsabilità, sia nei confronti dello Stato che dei cittadini amministrati sui territori, a condizione che si abbia il coraggio di incidere su quegli sprechi che valgono non meno di 30 miliardi di euro l’anno, pari a un terzo degli interessi che il Paese paga ogni anni per il suo debito pubblico».
Zaia ha ribadito, come già fatto a caldo dopo la certezza della vittoria del “Sì” all’autonomia, che si tratterà di un cammino improntato alla più totale sussidiarietà. «Lungi da me – ha detto con forza – l’idea di costruire una sorte di neo centralismo regionale: competenze e fondi che riceveremo passeranno via via ai territori, ai comuni, agli enti locali, agli amministratori che ogni giorno sono a contatto diretto con i cittadini amministrati e i loro problemi sempre più stringenti. Sia anche chiaro – ha aggiunto Zaia – che al Tavolo che si aprirà a Roma siederà il popolo, non la politica, perché è il popolo veneto che ieri ha detto chiaro e forte che cosa desidera».
Quanto ai tempi per concludere il procedimento autonomistico, Zaia ha detto che «il Governo in carica, se lo vuole, ha tutto il tempo necessario per aprire il tavolo con la Regione Veneto e di arrivare alla conclusione. L’Imminente fine della legislatura nazionale non sia un alibi per nessuno. Tireranno per le lunghe? Spero di no, ma se anche così fosse il nuovo Governo che nascerà dopo il voto dovrà darci risposte veloci e soprattutto concrete».
Il disegno di legge per l’autonomia appena approvato dalla Giunta regionale elenca le 23 materie per le quali si chiedono forme e condizioni particolari di autonomia. Tre sono attualmente di esclusiva competenza statale: “Norme generali sull’Istruzione”; “Tutela dell’Ambiente, dell’Ecosistema e dei Beni culturali”; Organizzazione della Giustizia di Pace”.
Le altre 20 materie sono attualmente di competenza concorrente, ripartita tra Stato e Regioni. Si tratta di “Tutela della Salute”; “Istruzione”; Ricerca Scientifica e Tecnologica e Sostegno all’Innovazione per i settori produttivi”; “Governo del Territorio”; “Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali e Promozione e Organizzazione di Attività Culturali”; “Rapporti Internazionali e con l’Unione Europea” della Regione; “Protezione Civile”; Coordinamento della Finanza Pubblica e del Sistema Tributario”; “Commercio con l’Estero”; “Tutela e Sicurezza del Lavoro”; “Professioni”; “Alimentazione”; “Ordinamento Sportivo”; “Porti e Aeroporti Civili”; “Grandi Reti di Trasporto e Navigazione”; “Casse di Risparmio, Casse Rurali, Aziende di Credito a Carattere Regionale”; “Enti di Credito Fondiario e Agrario a carattere Regionale”; “Ordinamento della Comunicazione”; “Produzione, Trasporto e Distribuzione Nazionale dell’Energia”; “Previdenza Complementare e Integrativa.