Attesa per il superamento del quorum: per la validità della consultazione serve il 50%+1 dei votanti, ma per un effettivo “peso” politico serve almeno un 70% di partecipazione
Domenica 22 ottobre il Veneto potrebbe cambiare un pezzo della sua millenaria storia. Tutto passa attraverso una semplice domanda: “Vuoi che alla Regione Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?” Questo il quesito contenuto nella scheda azzurra che milioni di cittadini della Regione troveranno nelle urne di 575 Comuni.
IL Veneto è uno dei territori tra i più forti del Paese, con un residuo fiscale positivo di 15 miliardi di euro. Un voto che varrà il via libera, o meno, al governatore Luca Zaia per iniziare la trattativa con lo Stato per avere più poteri e risorse per il Veneto, ai sensi dell’art. 116 della Costituzione. Zaia vorrebbe contrattare con il Governo una lista di 23 materie (20 “concorrenti” con lo Stato, tre negoziabili) che vanno dall’istruzione all’ambiente, dalla salute ai beni culturali, dalle casse di risparmio alla formazione con le relative risorse economiche. Questo sarà il nodo del tavolo tra Venezia e Roma, perché il Veneto chiederà di mantenere in cassa il denaro finora riscosso dallo Stato sul territorio per esercitare quelle competenze.
Zaia ha calcolato che se il modello fosse quello della regione autonoma Trentino Alto Adige, al Veneto spetterebbero quasi 20 miliardi di euro in più ogni anno. Se passerà, il tema dell’autonomia di Veneto e Lombardia condizionerà l’agenda delle prossime politiche. Un mare di rivendicazioni, battaglie, cortei e appelli – in origine l’indipendenza, poi la devolution, nel mezzo la secessione – che alla fine si ridurrà ad un numero magico: 50% +1 degli elettori aventi diritto perché il referendum sia valido. In Veneto (dove c’è il quorum, a differenza della Lombardia dove si vota nello stesso giorno per il medesimo tema) dovranno andare alle urne almeno 2.034.280 elettori. Si voterà dalle 7 alle 23 in 4.739 sezioni di 575 comuni, presentandosi con documento d’identità nei seggi indicati nella tessera elettorale. Lo scrutinio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi: i voti affluiranno dai comuni alla Regione, non alle Prefetture, che hanno fornito comunque tutta l’assistenza per la macchina organizzativa.
La regione Veneto ha investito nella consultazione 14 milioni di euro, cui si dovranno aggiungere gli inattesi 2 milioni chiesti dal Viminale per l’impiego delle forze dell’ordine, Cosa che ha fatto infuriare Zaia e interrogarsi anche i sindacati delle forse dell’ordine che evidenziano una disparità di trattamento tra l’appuntamento del 22 ottobre e altre iniziative, come gli eventi sportivi dove l’ordine pubblico è assicurto gratis, nonostante gli ingenti utili delle società sportive, specie quelle professionistiche.
Fondamentale sarà il dato sull’affluenza: Zaia, davanti alla stima dei politologi di un dato fra il 55-60%, ha evitato di fissare l’asticella, sottolineando comunque come se andasse al voto un veneto su due butterebbe «tutto nel cestino». L’investitura forte, per affermare l’istanza autonomista, Zaia dovrà trovarla nell’affluenza, superiore al 70%. Quanto alle dichiarazioni di voto, a favore del “Sì” Lega e Forza Italia, ma anche M5S, Udc, Fratelli d’Italia – che sul piano nazionale è contraria -. Il Pd regionale ha espresso un “Sì” critico, dando il via alla “balcanizzazione” nei Dem: il sottosegretario Gianclaudio Bressa ha sempre rimarcato il suo “No”, mentre la deputata trevigiana Simonetta Rubinato sostiene invece un comitato del “Sì” e “tertium non datur”, Alessandra Moretti si distingue come al solito sostenendo l’area astensionista nel gruppo in Regione. 39 sindaci del Pd e del centrosinistra hanno lanciato un appello a favore del referendum. Difficile però che domenica notte, se prevarranno i “Sì”, tutti salgano sul carro del vincitore. A favore del referendum e del voto “Sì” tutte le principali categorie produttive della Regione.
A chi domenica 22 ottobre si recherà a votare, ai seggi riceveranno un’apposita ricevuta, munita del logo della Regione e l’effige del Leone di San Marco, che attesterà che hanno votato.