Michielli (Confturismo Veneto): «versiamo a Roma 18 miliardi, vorremmo riportarne qui almeno uno»
«Il primo invito è andare a votare. Il secondo è votare sì». È l’appello che Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, rivolge agli imprenditori del proprio sistema associativo regionale, oltre 50.000 imprese. Al centro, il referendum che il 22 ottobre prossimo chiamerà i cittadini a esprimersi a favore o contro l’autonomia del Veneto.
Le ragioni del “Sì”, Zanon le ha illustrate nel corso di una conferenza stampa a Mestre, nella sede della Confederazione regionale, presente anche il presidente di Confturismo Veneto, Marco Michielli. «Sappiamo che, se vincesse il “Sì”, le cose non cambierebbero dall’oggi al domani – spiega Zanon – ma inizierebbe un percorso lunghissimo di confronto tra Regione e Governo per arrivare ad avere un Veneto più competitivo, un’Italia più competitiva. Dopo 70 anni di Costituzione che ha tracciato un percorso comune per il Paese rappresentando un momento di grande coagulo, continuiamo a essere un Paese a due velocità. Bisogna che chi finora è andato al traino cominci a tirarsi su le maniche. Questo non significa che dobbiamo dividere l’Italia in 22 “fette” – prosegue il presidente di Confcommercio Veneto -, ma imparare a farla diventare tutta più competitiva».
«Siamo sempre stati solidali e continueremo a esserlo – continua Zanon -. Chiediamo semplicemente una maggiore chiarezza normativa, una via più veloce per gli adempimenti burocratici e un contatto più immediato con chi stabilisce le leggi. Chiediamo per le nostre imprese la possibilità di lavorare e competere verso l’esterno: siamo una regione turistica, servono anche più infrastrutture, da realizzare in tempi brevi. Oggi siamo più precari spesso di chi non ha il posto di lavoro e siamo stanchi di questa situazione di incertezza».
Sulla stessa linea, il presidente di Confturismo Veneto, Marco Michielli: «il Veneto, in questo momento di leggerissima ripresa economica, cresce il doppio (oltre il 2%) rispetto alla media nazionale. Dei 18 miliardi l’anno che la nostra regione manda a Roma, se riuscissimo a riportarne anche uno solo qui, farei volentieri un referendum al giorno. I nostri imprenditori sono convinti della bontà del referendum; perciò allargo l’invito ad andare a votare a tutti i Veneti».
«Siamo sempre stati una regione che si è data da fare, capace di innovare – prosegue Michielli -. Quando ho un cavallo buono che corre cerco di allentare le briglie e lo lascio galoppare, no? Quindi a Veneto e a Lombardia, regioni che sono piene di fervore, che sono europee e mondializzate, bisogna sciogliere le briglie. I famosi lacci e laccioli di cui parlava Guido Carli. bisogna finalmente slegarli. Questo non significa smettere di essere solidali, ma porre la nostra regione nelle condizioni di crescere e creare posti di lavoro. Il che si riverberebbe positivamente su tutto il Paese».