Professioni Digitali, l’Osservatorio si presenta a “DIGITALmeet”

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digtal meet osservatorio professioni veneto
Entra nel vivo il progetto firmato Università di Padova e Regione Veneto. Gubitta: «aiuteremo imprese e lavoratori in un mondo che cambia»

digtal meet osservatorio professioni venetoNell’ambito dell’iniziativa “DIGITALmeet” in programma a Padova, è stato presentato l’Osservatorio sulle professioni digitali.

«Realizzare un programma di studio, formazione e orientamento alle nuove competenze digitali, monitorare l’efficacia delle attività di ricerca e delle azioni formative intraprese, orientare scelte e strategie degli enti di formazione e delle aziende, nonché delle istituzioni». Recita così l’intesa biennale stipulata la scorsa estate tra il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova e la Regione Veneto, che ha sancito la nascita di un Osservatorio sulle Professioni Digitali dedicato alle trasformazioni del lavoro sul territorio. 

Il responsabile scientifico è Paolo Gubitta, docente di Organizzazione aziendale all’Università di Padova, che lavorerà in sinergia con l’Osservatorio regionale del lavoro e Veneto Lavoro; l’Osservatorio, presentato all’Università di Padova, può contare anche sul sostegno di “DIGITALmeet”, il più grande festival italiano sul mondo del digitale organizzato da Fondazione Comunica e Talent Garden Padova, che torna dal 19 al 22 ottobre con oltre 140 eventi e 300 relatori in dieci regioni.  

Fabbriche, uffici, terziario, logistica: la quarta rivoluzione industriale reclama nuovi mestieri e nuove competenze per gestire i macchinari e i flussi dell’informazione. Solo così si può tenere il passo con la crescita e le trasformazioni in atto: «il futuro delle nostre imprese è legato alla nostra capacità di accompagnare chi già lavora e i giovani nell’acquisizione delle nuove competenze – spiega Elena Donazzan, assessore al lavoro e alla formazione della Regione Veneto -. Noi non ci facciamo impressionare dalle cifre sui “lavori che spariranno”, ma cerchiamo di capire quali sono le traiettorie del cambiamento e di agire con immediatezza. Il Veneto e l’Italia hanno bisogno di lavori ibridi, perché ci permettono di prendere due piccioni con una fava: da una parte valorizziamo i saperi manifatturieri sui quali abbiamo costruito il successo del nostro territorio, dall’altra rendiamo contemporanei questi saperi “innervando” le nuove competenze tecnologiche». 

«Da molti anni la nostra Regione è all’avanguardia in tema di investimenti per la formazione capaci di accompagnare le nostre imprese nella trasformazione in atto – aggiunge Nuccio Romano, direttore della Sezione formazione della Regione Veneto -. Le sfide che ci attendono sono importanti perché avremo sulle nostre spalle la responsabilità di fare in modo che i nostri cittadini siano in grado di convivere con il nuovo che avanza. Non è un’operazione impossibile e abbiamo tutta l’esperienza e gli strumenti per riuscirci». 

«Come “DIGITALmeet” siamo fieri di ospitare un Osservatorio che si occuperà di un tema decisivo per lo sviluppo del nostro territorio – dice Gianni Potti, presidente di Fondazione Comunica e fondatore di “DIGITALmeet” –. L’onda dell’innovazione si può surfare con i contenuti o si può attendere e subirla, con il rischio di affondare. La grande sfida delle professioni emergenti non è solo tecnologica ma anche culturale e richiede un adeguamento della formazione».

«Il futuro è dei lavori ibridi: le nuove professioni digitali che ci porta in dote l’innovazione continua e le professioni consolidate che si devono digitalizzare almeno un po’ – commenta Paolo Gubitta –. Non possiamo permetterci di aspettare: gli operai usano il tablet, i chirurghi i robot, i cuochi i forni 4.0 e a New York ci sono anche nonni che aiutano altri nonni a entrare nel mondo della digital economy. Oggi si usano nomi consolidati per indicare contenuti diversi: noi vogliamo entrare nei contenuti, e se serve daremo anche nomi nuovi ai nuovi mestieri. Le competenze digitali si potranno usare in diversi settori, garantendo più occupabilità e anche più mobilità tra le aziende: sono in tanti a smanettare con i dispositivi elettronici per gestire le incombenze quotidiane, ma bisogna imparare a farlo anche nei processi produttivi per la generazione di valore. Seguiremo i cambiamenti del lavoro e aiuteremo imprese e lavoratori in un mondo che cambia, oltre a fornire alla Regione e ai policy makers utili indicazioni per le politiche attive del lavoro e per la formazione. Faremo le nostre ricerche in stretta collaborazione con Veneto Lavoro, perché solo analizzando come si muovono domanda e offerta di lavoro potremo scoprire cosa bolle in pentola».