Un esempio di protagonismo dei territori per un’Europa dei cittadini e delle Regioni
«L’Euregio? Un modo per cercare di utilizzare al meglio uno strumento che i nostri territori gestiscono da tempo e che si chiama autonomia, ossia autogoverno. Parole che, pronunciate in queste ore in Europa, richiamano situazioni di apprensione ma che per noi sono la vera risposta al bisogno dei territori che rivendicano di potersi esprimere» ha detto il presidente uscente dell’Euregio Ugo Rossi a Bruxelles nella sede di rappresentanza di Trentino, Alto Adige e Tirolo.
Rossi, a fianco dei suoi “colleghi” Arno Kompatscher (Provincia di Bolzano) e Günter Platter (Capitano del Tirolo), ma soprattutto Karl Heinz Lambertz (presidente del Comitato delle Regioni) e Johannes Hahn (commissario europeo all’allargamento e alla politica di vicinato) hanno partecipato al convegno “Euregio: cooperare per condividere responsabilità in Europa” che ha permesso di accendere nuovamente i riflettori su questo particolarissimo esperimento di diplomazia e cooperazione transfrontaliera che già da diversi anni vede dialogare proficuamente due “lembi” di Italia e Austria un tempo uniti sotto la bandiera dell’impero austroungarico: Trentino Alto Adige Südtirol e Land Tirol.
«I nostri tre territori – ha spiegato Rossi – vengono da una storia comune, da quell’esperimento di piccola Europa che era l’impero austroungarico e, su questa base, abbiamo cercato di sviluppare in questi anni una concreta collaborazione, oltre i confini, pensando soprattutto ai giovani perché è normale che qualsiasi impegno sia proietttao verso il futuro. Ecco, l’Euroregione prima di tutto cerca di offrire ai nostri giovani opportunità, per imparare uni dagli altri anzitutto ma serve anche per costruire quella che pensiamo essere la nuova Europa: l’Europa dei cittadini, delle istituzioni locali, delle regioni, l’Europa dei popoli, che riescono a collaborare anche andando al di là delle pur importanti iniziative delle istituzioni europee».
Rossi ha spiegato che attraverso l’euroregione si sta sperimentando una gestione dei territori articolata su più livelli. «Noi stessi dobbiamo imparare a cedere sovranità nei confronti delle istituzioni europee – ha affermato – ma vogliamo anche lanciare un messaggio affinché l’Europa riconosca che, in un mondo sempre più globale, si possono dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini attraverso un ruolo maggiore delle regioni, delle istituzioni e delle autonomie locali».
Un’Euregio estremamente concreta quella presentata a Bruxelles, concentrata sui propri progetti ma attenta a quanto sta succedendo attorno e che, pensando alla Catalogna, proprio dal cuore dell’Europa, che per voce di Rossi, fa notare come è ancora possibile «valorizzare l’autonomia dei territori, in una chiave di appartenenza agli Stati nazionali, ma con uno sguardo che sa anche andare oltre».
Non solo Euregio: i tre presidenti hanno partecipato anche alla riunione di Eusalp, dove il ruolo dell’Euregio è stato ribadito dal presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, all’insegna di “uniti nella diversità”. Kompatscher ha ricordato che «autonomia significa responsabilità e impegno nei confronti sia dello stato nazionale che della UE», e che «l’idea di Europa è il cuore della visione di un territorio che ha sofferto per la presenza di un confine come quello del Brennero. Per fronteggiare le tendenze nazionalistiche, la risposta dell’Europa dovrebbe essere quella di puntare maggiormente sulle Regioni. Da questo punto di vista l’Alto Adige può rappresentare un esempio per altre realtà: eravamo un territorio povero, ora c’è prosperità e contribuiamo al sistema finanziario nazionale. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l’autonomia». Il presidente tirolese Günther Platter ha poi sottolineato che «l’Euregio è in piccolo ciò che l’Europa è in grande, ed è stato la locomotiva di EUSALP».
Proprio di strategia macroregionale alpina si è parlato sempre presso la sede comune dell’Euregio nell’ambito della Settimana europa delle città e delle Regioni. “Quale ruolo per EUSALP” è stato il titolo del seminario, aperto dall’intervento di Kompatscher. Il presidente altoatesino ha sottolineato che «questo tipo di cooperazione che coinvolge 48 regioni distribuite su 7 paesi è fondamentale per gestire tematiche delicate come i rapporti centro-periferia, il rischio spopolamento delle zone di montagna, la mobilità, il traffico, l’energia». Proprio quest’ultimo punto vede l’Alto Adige in prima fila nell’apposito action group di EUSALP: «il cambiamento climatico nelle Alpi si fa sentire in maniera particolare – ha detto Kompatscher – e una delle sfide principali è quella di migliorare l’efficienza energetica arrivando ad un risparmio di risorse. Con CasaClima il nostro territorio può contare su un esempio all’avanguardia». Kompatscher si è infine augurato che «la cooperazione transfrontaliera nell’ambito di EUSALP ci aiuti a migliorare imparando gli uni dagli altri e possa portare scelte e proposte concrete. Si tratta della migliore medicina per combattere le spinte nazionalistiche e costruire l’Europa del futuro».