“Una serata con Pat Metheny” al Teatro Verdi di Padova

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Ultimi appuntamenti di grande interesse per l’edizione 2017 di “Padova Jazz”

Pat Metheny 5 1La ventesima edizione del Padova Jazz Festival organizzato dall’Associazione Culturale Miles si appresta a chiudere al Teatro Verdi l’edizione 2017, dove saranno ospitati i più attesi big del suo cartellone. Si inizia venerdì 13 ottobre, alle ore 21, con il concerto di un mito della chitarra jazz e crossover come Pat Metheny, che suonerà in quartetto con Gwilym Simcock (pianoforte, tastiera), Linda Oh (contrabbasso) e Antonio Sanchez (batteria). Bastano i risultati delle prevendite per dare un’idea del richiamo di Metheny: i biglietti del concerto si sono esauriti in appena tre settimane dall’apertura delle prevendite, in maggio.

Per il dopo teatro il festival si sposterà al Ristorante Zaramella dell’Hotel Europa: qui dalle ore 22:30 alle 24 in un’atmosfera conviviale da jazz club si esibirà il duo formato dal pianista Danilo Memoli e il contrabbassista Nicola Barbon.

Un’icona della chitarra come Pat Metheny ci ha talmente abituati a un’inesauribile creatività e a progetti talvolta davvero fuori dagli schemi (come il recente Orchestrion, che lo vedeva esibirsi in solitudine ma circondato da un colossale marchingegno di strumenti musicali attivati tramite la sua chitarra) che quasi ci si dimentica della normalità. Quella del quartetto con la classica ritmica piano-basso-batteria per esempio, il format per antonomasia, che riapre il confronto con la storia della chitarra jazz. Il quartetto completato dal pianista britannico Gwilym Simcock, la contrabbassista australiana (ma nata in Malesia da genitori cinesi) Linda Oh e Antonio Sanchez, uno dei batteristi simbolo del jazz odierno, ha iniziato a calcare le scene nell’estate del 2016: erano ormai dieci anni che il chitarrista del Missouri non si cimentava con questo organico, dai tempi della sua collaborazione con Brad Mehldau. Metheny è tornato così alla ribalta con una band che gioca la carta della formula aperta: classici del suo repertorio, nuovi brani, pezzi composti anche nel lontano passato ma mai eseguiti prima. Insomma, la scaletta si preannuncia come un pacco a sorpresa che aspetta solo di essere aperto.

Chitarrista dei record (nel suo palmarès ci sono una ventina di Grammy Awards, un’incalcolabile serie di premi come ‘migliore della classe’, sino all’inclusione nella Hall of Fame di DownBeat), Metheny, nato nel 1954, ha saputo costruire e mantenere nel tempo un rapporto unico col pubblico. La sua più che quarantennale carriera è un percorso delle meraviglie, dai fondamentali successi dei suoi esordi discografici nella seconda metà degli anni Settanta (su ECM), che lo trasformarono immediatamente in una star di prima grandezza, ai grandi partner dei quali si è circondato negli anni a seguire (Michael Brecker, Charlie Haden, Billy Higgins, Ornette Coleman, Sonny Rollins, Herbie Hancock, Dave Holland, Roy Haynes, Joshua Redman, Brad Mehldau).