Meno sprechi e più solidarietà: patto tra regione Veneto e Federdistribuzione per aumentare le donazioni di prodotti alimentari verso le persone bisognose

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Marcato: «creare una filiera virtuosa per evitare gli sprechi di alimentari»

regione veneto sprezo alimentare zeroIl Veneto è regione “laboratorio” nel contrasto agli sprechi e alla redistribuzione delle eccedenze alimentari in chiave solidaristica, evitando sprechi che poi finiscono nella pattumiera con i relativi costi di smaltimento.

Con il protocollo sottoscritto a Venezia tra la Regione, rappresentata dagli assessori al sociale, Manuela Lanzarin, e allo Sviluppo economico, Roberto Marcato, e Federdistribuzione, il “sindacato” della Grande distribuzione organizzata, con la controfirma di Banco Alimentare, Federalimentare e Unione Consumatori,  nasce una filiera perché il cibo non debba mai finire nella spazzatura. Alla firma l’intesa istituzionale che dà il via ad progetto organico di educazione alla solidarietà e di recupero delle eccedenze alimentari è intervenuta anche l’on. Maria Chiara Gadda, relatrice della legge 166/2016 che sburocratizza, incentiva e agevola le donazioni di alimenti.

Il Politecnico di Milano ha calcolato in 5,6 milioni di tonnellate l’ammontare delle eccedenze alimentari annue nella penisola, delle quali solo 480.000 riescono ad essere recuperate e utilizzate. Ogni italiano spreca ogni anno almeno un quintale di cibo, e solo l’8,6% viene recuperato per l’alimentazione umana. Il resto è spreco. 

Il Protocollo mira a promuovere iniziative informative, formative e di raccordo di filiera nel quadro del programma europeo “Life-Food.Waste.StandUp”, finanziato dall’Unione europea. Sono coinvolte 20.000 imprese alimentari, 12.000 punti vendita e le associazioni dei consumatori, la rete degli enti e associazioni del terzo settore che si occupano di solidarietà e sostegno ai più poveri: l’obiettivo è aumentare almeno del 10% il recupero di derrate alimentari da redistribuire in funzione sociale. 

Il Veneto è la prima regione in Italia a diventare partner istituzionale del progetto, in virtù della propria consolidata storia ed esperienza in materia di Banco Alimentare, Empori della solidarietà e restituzione di una “seconda vita” al cibo non consumato.

«Il Veneto investe da anni nel circuito virtuoso della “seconda vita” del cibo, con gli “Empori della solidarietà”, iniziative sperimentali nate sul modello del Banco Alimentare di Verona – ha messo in evidenza l’assessore Lanzarin –. La Regione, con la legge 11 del 2011, ha anticipato le iniziative per il recupero delle eccedenze e sostiene, con propri contributi, una rete capillare di 16 Empori della solidarietà che assiste oltre 133.000 persone. Una rete che la Regione sostiene e intende potenziare anche con un apposito provvedimento che adotteremo la settimana prossima. Gli Empori non sono solo di punti di raccolta di eccedenze e di sprechi, ma di centri organizzati di solidarietà, che vedono volontari, organizzazioni del terzo settore, imprese della grande e media distribuzione, produttori e istituzioni, alleati nel fornire ai più poveri generi alimentari, farmaci, servizi di ascolto e di orientamento, assistenza sanitaria e interventi educativi, nonché di formazione e di inserimento lavorativo: dalla raccolta e dalla distribuzione nascono anche nuove opportunità di impiego per chi è rimasto senza lavoro. I prossimi obiettivi del progetto regionale – sottoliena Lanzarin -, grazie anche al Protocollo con Federdistribuzione, Federalimentare, il Banco Alimentare e l’Unione nazionale dei Consumatori, sono il coinvolgimento nella rete del recupero anche delle multiutilities ambientali, l’estensione del numero dei donatori e dei collaboratori e il coinvolgimento dei piccoli e medi distributori e delle imprese di produzione agricola».

«Questa è una battaglia di civiltà – le ha fatto eco l’assessore Marcato – perché lo spreco alimentare è intollerabile, a fronte del miliardo di persone che nel mondo muoiono di fame.  Costruire la “filiera” del recupero delle eccedenze e della distribuzione solidale significa creare sviluppo, economico e sociale, coniugando business e senso civico, grazie anche a meccanismi incentivanti che consentono di scontare agevolazioni. Le imprese che doneranno eccedenze diminuiranno i loro conferimenti alle multiutilies dei rifiuti e potranno ottenere uno sconto sulla tassa rifiuti. Pertanto, chi sarà solidale e investirà nel recupero e nella redistribuzione, guadagnerà in competitività». 

Anche in questo il Veneto fa scuola: il comune di San Stino di Livenza, 13.000 abitanti, dal primo gennaio di quest’anno ha introdotto l’agevolazione del 20% sulla TARI per le imprese che donano le loro eccedenze in funzione di solidarietà sociale. E’ uno dei tre comuni di Italia ad aver introdotto per primi uno dei meccanismi premiali riconosciuti dalla legge nazionale antisprechi del 2016.

«Ogni anno 12,6 miliardi di euro, il 15,4% del totale dei consumi alimentari, viene buttato nella spazzatura – ha spiegato Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione –. Numeri impressionanti che vanno imputati a tutti gli attori della filiera: produzione, industria di trasformazione, distribuzione e consumatori, a cui spetta la parte più rilevante dello spreco. Da anni ormai le imprese della distribuzione sono impegnate in programmi di recupero delle eccedenze con accordi con onlus e associazioni di solidarietà, tuttavia siamo convinti che si possa fare ancora di più. Federdistribuzione ha scelto di cominciare ad attuare il progetto “Food” del programma europeo Life partendo da una realtà dove le donazioni in funzione sociale sono già una realtà».

Il progetto europeo “LIFE-Food. Waste. StandUp” mette in moto un milione e mezzo di euro (per il 60% di fonte comunitaria) coinvolgendo tutta la filiera su scala nazionale, dall’industria alimentare al consumatore finale, per una corretta valorizzazione del cibo in tutte le sue fasi, il contrasto agli sprechi e la redistribuzione delle eccedenze. In Veneto il progetto sosterrà campagne informative nei punti vendita, nelle scuole e nei media, azioni di formazione nelle aziende, campagne di sensibilizzazione nei comuni e nelle scuole e verso i consumatori finali, per promuovere corretti abitudini nella spesa e nella fruizione di mense e ristorazione collettiva e aiutare le aziende a dotarsi di linee guida per una migliore gestione delle eccedenze. Partner del progetto sono il Banco Alimentare, che redistribuisce ogni anno in Veneto 67.000 tonnellate di derrate garantendo ad oltre 100.000 persone in media 40-60 kg l’anno di spesa gratis, gli Empori della solidarietà, le associazioni del volontariato organizzato (dalla San Vincenzo alla Croce Rossa), marchi storici della grande distribuzione come Despar, Famila, Cash&Carry, Emisfero, A&O, i comuni capoluogo, Arpav, l’università di Venezia.