Avviato il progetto per fare dello stabilimento carpigiano il polo di sviluppo tecnologico mondiale del Gruppo Lovol Arbos
Inizia a dare i suoi primi frutti il processo di risanamento implementato con cinque anni di incubazione e 120 milioni di euro investiti da parte del colosso cinese Lovol Arbos Group che ha rilevato e rilanciato due marchi storici della meccanica agricola del NordEst come Goldoni e Matermacc, ora pronti per competere con i colossi americani ed europei della trattoristica, da John Deere a New Holland e da Agco a Same Deutz-Fahr. Una strategia che si basa presentando sui mercati globali non più con macchine a basso costo (e a basso contenuto tecnologico) ma con tecnologie sviluppate in stretta collaborazione tra Italia e Cina.
Idee chiare per Andrea Bedosti, direttore generale di Lovol Arbos Group Spa, nel presentare le nuove strategie negli spazi della ex Goldoni a Migliarina di Carpi (Modena) trasformati nel nuovo polo europeo di ricerca e sviluppo oltre che di produzione dalla nuova proprietà cinese. «Volgiamo un nuovo modello di sviluppo manifatturiero – dice Bedosti – con cui vogliamo centrare due obiettivi: riportare il distretto emiliano alla leadership mondiale nella nicchia delle macchine per vigneti e frutteti e accompagnare la Repubblica cinese nello sviluppo di una meccanizzazione agricola green e hi-tech, come previsto nel programma di Xi Jinping».
L’obiettivo della nuova realtà industriale è fatturare nel Carpigiano 210 milioni di euro nel 2020. Quest’anno il gruppo chiuderà – tra i marchi Arbos, Goldoni e Matermacc – a 81 milioni (+25% sul 2016) con 405 dipendenti (oltre a 98 addetti cinesi Lovol assegnati alla divisione). Già nel 2018 si supereranno i 110 milioni di euro, andando a regime con 4.000 piccole macchine da frutteto e 2.000 pezzi della serie P5000 (con motori Kohler Lombardini).
Il gruppo Lovol Arbos ha raccolto nel nuovo centro di Migliarina tutti i rappresentanti del territorio e dell’economia per presentare gli spazi ampliati e ammodernati (15 milioni di spesa solo quest’anno tra impianti e ricerca & sviluppo). Quello modenese costituisce il primo passo della strategia globale avviata nel 2012 dalla holding Lovol Tianjin Hi, primo costruttore cinese di macchine agricole (2,3 miliardi di euro di fatturato e 16.000 dipendenti). Un progetto appena premiato dalla Fondazione Italia-Cina come “Miglior progetto di investimento cinese in Italia”.
Lovol prima ha creato da zero un centro di ricerca & sviluppo (per sviluppare tre famiglie di trattori da 100 a 270 cavalli da fabbricare poi in Cina sfruttando il monor costo della mano d’opera), integrato ora a Migliarina; poi nel 2015 ha acquisito per 17 milioni di euro la Matermacc di Pordenone; nel 2016 ha salvato in tribunale a Modena impianti e occupati della Goldoni (28,6 milioni per acquisirla e altri 30 per ricapitalizzarla).
La strategia commerciale di Lovol Arbos Spa è conquistare i mercati di Europa, Turchia, Russia, Iran e Sudafrica (America, India e Brasile sono bloccati da barriere all’ingresso) con trattori italo-cinesi al massimo per contenuti tecnologici, convenienza, design, innovazione e sostenibilità, al giusto prezzo.