Warren Buffett arriva in Italia e compra il 9% di Cattolica

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Il colosso Berkshire Hathaway rileva la quota della compagnia dalla Banca Popolare di Vicenza diventando il primo socio della compagnia assicurativa veronese

Cattolica Assicurazioni logoWarren Buffet diventa il primo azionista di Cattolica Assicurazioni. La Berkshire Hathaway, la corazzata del più famoso tra i finanziari americani, ha rilevato il 9,047% della compagnia veronese dalla Banca Popolare di Vicenza in liquidazione.

L’investimento, per un controvalore di 116 milioni di euro circa, una goccia nel mare dei 665,6 miliardi di dollari di asset gestiti dalla holding con sede in Nebraska, è stato accolto con «enorme soddisfazione» da Alberto Minali, da giugno amministratore delegato di Cattolica: «lo considero un grande atto di fiducia nei confronti della compagnia e del suo management – afferma – e una straordinaria occasione per Cattolica, viste le opportunità che questa presenza così prestigiosa nel suo capitale può aprire». 

La mossa di Buffett potrebbe anche preludere una rivoluzione copernicana a Verona. Cattolica è una mosca bianca a Piazza Affari, trattandosi, assieme alla Popolare di Sondrio, dell’ultima cooperativa rimasta quotata. Ciò significa che nelle assemblee di Cattolica una testa vale un voto, indipendentemente dal numero delle azioni. E, a norma di statuto, non può diventare socio, e dunque votare, chi «non professi la Religione Cattolica e non abbia manifestato sentimenti di adesione alle Opere Cattoliche». Possibile che Buffett, grande filantropo ma implacabile finanziere, abbia comprato il 9% per contare come un piccolo socio con una manciata di azioni? 

In ambienti finanziari sono in molti a scommettere che, tra gli obiettivi della Berkshire Hathaway, ci possa essere quello di dare una spallata al voto capitario. Anche se farlo non sarà agevole, alla luce della storica riottosità di chi controlla le cooperative ad accettare una trasformazione che di fatto equivale a una cessione di sovranità. Molto dipenderà dalle pressioni del mercato. La vendita delle azioni è stata fatta a 7,35 euro ad azione, con un piccolo premio rispetto alla chiusura di Borsa del titolo (-0,14% a 7,31 euro). Ma il giorno dopo l’operazione Piazza Affari ha festeggiato l’operazione con un rialzo del 12% a 8,2 euro con forti scambi, oltre sette milioni di pezzi a fronte di una media quotidiana di circa 500.000.

Evidentemente gli investitori si sono accodati al notorio fiuto per gli investimenti dell’“Oracolo di Omaha” (soprannominato così per avere attuato la regola di «non perdere mai denaro») e a scommettere sulla trasformazione di Cattolica in una società per azioni contendibile. L’acquisto delle quote rappresenta anche un atto di fiducia nei confronti del nuovo corso avviato da Minali, al lavoro per presentare a fine anno il nuovo piano industriale. All’ex direttore finanziario delle Generali piacerebbe arrivarci con un accordo di bancassicurazione firmato con Banco Bpm in modo da avere accesso alla terza rete bancaria italiana per la distribuzione dei propri prodotti. E anche su questo fronte la presenza di un socio di prestigio come Buffett non può che fare bene.

L’operazione in Cattolica conclude una serie di tentativi fatti dal finanziere americano di entrare sul mercato italiano, iniziati nel 2011 con l’ingresso abortito in Fondiaria Sai, poi ripetuti nel 2013 con l’offerta per rilevare gli asset di Milano Assicurazioni messi in asta da UnipolSai.