Padoan come il Signor Bonaventura: un milione di nuovi occupati (tornati a livello del 2008), ma con drastico calo delle ore lavorate

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Pier Carlo Padoan ridens
La Cgia fa i conti in tasca al ministro dell’Economia: «mancano oltre un miliardo di ore lavorate»

Pier Carlo Padoan ridensIl dilemma è il seguente: costa più un milione di occupati in più o il drastico calo delle ore lavorate? Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha annunciato con giubilo – come il Signor Bonaventura con il suo famoso milione – la creazione di un milione di nuovi occupati grazie ai provvedimenti dei governi Renzi e Gentiloni, sottacendo come con il “Jobs Act” si siano create sì nuove occupazioni ma quasi sempre ad orario di lavoro ridotto. Chi ci ha guadagnato veramente?

Evidentemente Padoan si è dimenticato di sottolineare anche la qualità dei nuovi posti di lavoro, quasi sempre precari e sottopagati. Cosa che l’Associazione artigiani di Mestre non ha trascurato di evidenziare: «in termini di posti di lavoro, il confronto andrebbe realizzato con il punto di massima occupazione realizzato in tempi pre-crisi, ovvero nell’aprile del 2008 – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo -. Le ultime rilevazioni dell’Istat hanno messo in evidenza che gli occupati nell’agosto di quest’anno, pari a poco più di 23 milioni di unità, sono quasi tornati allo stesso livello del 2008; il monte ore lavorate, invece, è diminuito di  oltre 1,1 miliardi (-5%)». 

Nei primi 6 mesi del 2008, i lavoratori italiani erano stati in fabbrica o in ufficio per un totale di 22,8 miliardi di ore, mentre nel primo semestre di quest’anno l’ammontare è sceso a 21,7 miliardi di ore. In buona sostanza, secondo la Cgia, se a parità di occupati sono diminuite le ore lavorate, rispetto al 2008 i lavoratori a tempo pieno sono scesi e, viceversa, sono aumentati quelli a tempo parziale (contratti a termine, part time involontario, lavoro intermittente, somministrazione, etc.). Se nel 2008 i dipendenti a tempo pieno erano l’86% del totale, 8 anni dopo si sono abbassati all’81%. Quelli a tempo parziale, invece, sono saliti dal 14% al 19% del totale.

Non solo: con meno ore lavorate è calata anche la retribuzione media per occupato, contribuendo così alla mancata crescita del Pil: tra il 2008 e il 2016 è diminuita, al netto dell’inflazione, del 3,4%.

Insomma, prima di brindare e festeggiare ai risultati ottenuti – solo numericamente positivi -, prima bisognerebbe guardare alla qualità degli stessi: ci si accorgerebbe così che la realtà è ben diversa da quella, idiliiaca, che si dipinge.