A Roma Gentiloni conferma impegno del governo per concessione A22

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Pesa il ricatto annunciato dai parlamentari sudtirolesi sull’approvazione del bilancio statale. A sorpresa dimissioni anticipate di Andrea Girardi dal vertice di Autobrennero

Alfraider zeller gentiloni kompatscher rossiL’annunciata pressione della pattuglia parlamentare altoatesina sul governo Gentiloni ha avuto il suo effetto: l’incontro avvenuto nel tardo pomeriggio a palazzo Chigi tra il premier Paolo Gentiloni, i due presidenti delle provincie di Trento (Ugo Rossi) e Bolzano (Arno Kompatscher) e i due parlamentari sudtirolesi Karl Zeller e Daniel Alfreider (stranamente assenti quelli trentini, ad iniziare dal senatore trentino e segretario del partito di Rossi, Franco Panizza, cosa che conferma la subalternità del Trentino all’azionismo degli altoatesini), è stato senz’altro positivo e concluso in pochi minuti.

Nel corso del colloquio il presidente del Consiglio ha confermato la volontà del Governo di raggiungere l’obiettivo del rinnovo della concessione della A 22, anche in tempi anche molto stretti. Kompatscher e Rossi hanno chiesto al premier Paolo Gentiloni l’appoggio del governo per portare a conclusione il progetto che prevede il rinnovo ad una società a capitale interamente pubblico con la Regione Trentino-Alto Adige come socio principale affiancata da enti locali (Provincia di Bolzano e Trento su tutti) e Camere di commercio. «Si tratta di una soluzione che porta vantaggi a tutti – spiegano i presidenti delle due province – in primo luogo ai cittadini che vivono lungo l’asse del Brennero. La soluzione “in-house” garantisce il finanziamento di una serie di opere fondamentali: dalle tratte d’accesso al BBT alle barriere antirumore, sino alla circonvallazione di Bolzano, in quanto tutti i dividendi verranno investiti sul territorio. Siamo convinti che le resistenze emerse nell’ultimo periodo siano superabili, e che la partita della concessione dell’autostrada del Brennero possa chiudersi in tempi ragionevoli, anche perché l’accordo c’è già». 

Rossi e Kompatscher hanno parlato anche di lupi ed immigrati. «Abbiamo chiesto al premier Gentiloni il sostegno del governo al nostro progetto di gestione dei lupi non solo nei confronti di Bruxelles, ma anche sfruttando quei margini di manovra presenti a livello nazionale, così come già fatto da alcuni paesi della UE». La presenza del lupo sta creando due fronti contrapposti: da un lato chi spinge per la massima tutela della specie, dall’altro chi la vede come una grave minaccia per l’agricoltura e il turismo. «Non si tratta di fare battaglie ideologiche – aggiunge il presidente Kompatscher – ma di garantire che la presenza del lupo non danneggi l’agricoltura tradizionale. Realisticamente bisogna ammettere che il piano di ripopolamento è andato ben oltre i numeri previsti, e ciò comporta la necessità di giungere ad un piano di management equilibrato: la tutela assoluta garantita a livello europeo non può essere la soluzione».

Infine la questione immigrati: i due presidenti hanno ringraziato il premier per il grande sforzo dell’Italia per la gestione dei flussi provenienti dal Nord Africa. Un impegno che non deve venire meno e che comporta il rafforzamento della rete di collaborazione e solidarietà con gli altri paesi europei. 

Intanto, sono da registrare le dimissioni anticipate di Andrea Girardi, avvocato in quota all’area autonomista del Patt, dalla presidenza dell’Autostrada del Brennero in anticipo di ben un mese sulla data fissata per la staffetta con un esponente del PD, cosa fortemente rilanciata dal vicepresidente della Giunta provinciale trentina, Alessandro Olivi, che ha imposto all’autonomista Rossi il rispetto dei patti fissati un anno e mezzo fa all’atto della nomina del nuovo consiglio di amministrazione frutto della stretta applicazione del manuale Cencelli. Girardi, contrariamente a quanto lui stesso aveva affermato pochi giorni fa di voler rimanere in carica fino alla definizione del rinnovo della concessione avendo seguito l’iter in tutti i suoi dettagli, ha rassegnato le sue dimissioni, probabilmente non sentendo più l’appoggio dei suoi mandanti, evidenziando così l’ulteriore debolezza del Patt nei confronti del resto della maggioranza di centro sinistra che sta gettando le basi per le alleanze di governo per l’autunno del 2018, dove il futuro di Ugo Rossi pare non coincidere più con la presidenza della giunta provinciale.