Appuntamento con il quintetto di fiati integrato con il pianoforte di Davide Cabassi per pagine di Mussorgksi, Casati e Gershwin
La riapertura autunnale della Stagione dei concerti della Società Filarmonica di Trento è affidata ad un’ensemble di fiati di successo come la Gomalan Brass, integrata per l’occasione dal pianoforte di Davide Cabassi. Appuntamento nella bella sala dei concerti della Società in via Verdi a Trento per giovedì 5 ottobre, ore 20.45.
Il Gomalan Brass Quintet è un gruppo d’ottoni eclettico ed estremamente dinamico, costituito da cinque raffinati musicisti, prime parti in importanti orchestre italiane. Grazie all’avvincente sinergia tra abilità esecutiva e coinvolgimento teatrale, cifra distintiva del quintetto, il Gomalan Brass si destreggia con disinvoltura all’interno di un repertorio vastissimo, che spazia dal Rinascimento al melodramma, alla musica contemporanea, senza disdegnare incursioni nel repertorio della musica per film. Lo spettacolo proposto è continuamente rinnovato, capace di assicurare, per una distinta qualità musicale e particolare verve istrionica dei componenti (Marco Braito, tromba; Marco Pierobon, tromba; Nilo Caracristi, corno; Gianluca Scipioni, trombone; Stefano Ammannati, tuba), un successo di pubblico e critica in tutto il mondo.
Ad appena due anni dalla fondazione, nel novembre 2001, il gruppo si aggiudica il primo premio al Concorso Internazionale “Città di Passau”, prestigioso riconoscimento a livello mondiale nel campo della musica per ottoni, guadagnandosi la stima di illustri direttori d’orchestra (Metha, Muti, Maazel, Pretre, Baremboim) e di ottonisti di rilievo internazionale, come Roger Bobo, Steven Mead, Dale Clevenger, tutti concordi nell’annoverare il Gomalan Brass Quintett tra i gruppi più interessanti del panorama ottonistico internazionale.
A Trento sono chiamati ad interpretare due appassionanti pagine sinfoniche qui sostenute dal pianoforte di Davide Cabassi, nato a Milano nel 1976, top-prize winner al Van Cliburn International Piano Competition 2005, brillante ospite di importanti orchestre europee e americane sin dai tredici anni, quando debuttava con l’Orchestra Sinfonica della RAI di Milano. Un programma volto, ancora una volta, alla valorizzazione del mondo degli ottoni, qui abbinato magistralmente al suono avvolgente del pianoforte.
«Io credo nei confini dell’arte in maniera solo relativa perché nella religione di un’artista essi significano stagnazione» confidava Mussorgsky in una lettera a Stasov nel luglio 1872. I Quadri di un’esposizione (1874), scritti in memoria dell’amico artista Viktor Hartmann, sono perfetta espressione di questo inno al nuovo, alla libertà creativa, all’unione tra i linguaggi artistici. Tanto che, con toni non proprio lusinghieri, Čajkovskij avrebbe notato nel 1877: “un Mussorgsky in tutta la sua bruttezza parla una lingua nuova. Di certo non si può dire bella, ma è fresca”. L’opera fu pubblicata postuma nel 1886 da Rimsky-Korsakov e ottenne il successo del pubblico più ampio in particolare grazie alla versione sinfonica di Ravel nel 1922.
Due anni dopo, il 12 febbraio 1924, la platea della Aeolian Hall di New York – tra cui spiccavano personalità del calibro di Rachmaninov, Stravinskij e Stokowsky – fu conquistata dall’elettrizzante Rhapsody in Blue eseguita da Gershwin al pianoforte accanto alla Palais Royal Orchestra di Paul Whiteman. Composta in tempo record, questa pagina inizialmente intitolata American Rhapsody è da intendersi come “una sorta di caleidoscopio musicale dell’America, del nostro miscuglio di razze, del nostro incomparabile brio nazionale, dei nostri blues, della nostra pazzia metropolitana” a detta del suo autore.
Su un’onda simile si muove anche J. S. Blues di Giampaolo Casati: «si tratta di un brano in quattro movimenti collegati tra loro che prendono spunto dalla forma del classico blues di estrazione afro-americana scritto con le tecniche della composizione jazz, ma ispirato alla figura del grande J.S. Bach (il secondo movimento è costruito sulla rivisitazione del celebre Preludio n. 1 dal Clavicembalo ben temperato). Il brano si propone come un insieme di semplici melodie sostenute da una costante pulsazione ritmica, caratteristica tipica della musica jazz, ma da eseguirsi con il fraseggio della musica colta».
Prossimo appuntamento della Stagione per lunedì 16 ottobre, con “Le Concert des Nations” di Jordi Savall, concerto per il quale da tempo è tutto esaurito.
Programma
M. Mussorgsky
(1839 – 1881)
Quadri di un’esposizione (arr. Cabassi/Gomalan Brass)
Promenade – Gnomus – Promenade – Il vecchio castello – Promenade – Tuileries – Bydlo – Promenade – Balletto dei pulcini nei loro gusci – Samuel Goldenberg und Schmuyle – Limoges: Le marché – Catacombae: Sepulchrum Romanum – La cabane sur des pattes de poule – La grande porta di Kiev
G. Casati
(*1959)
J.S. Blues (prima esecuzione assoluta; composizione dedicata al Gomalan Brass)
G. Gershwin
(1898 – 1937)
Rapsodia in Blu (arr. Jean-François Taillard)