Altolà del sindaco di Laives Bianchi: «l’esito della votazione popolare è stato chiarissimo e la Camera di commercio non può candidarsi a nome degli interessi privati»
Aeroporto di Bolzano, ennesimo atto. Dopo la sciagurata decisione della politica provinciale di abiurare al suo ruolo, rinunciando ad una struttura strategica per lo sviluppo del territorio, rimettendo la decisione se tenere o no la gestione lo scalo bolzanino dopo avervi investito una carrettata di soldi pubblici all’esito (scontato) di un referendum popolare, la Provincia di Bolzano era uscita dalla sua gestione, aprendo ad un bando pubblico volto a trovare soci privati per tenere in funzione lo scalo, ovviamente senza poter contare sulla “tasca” del contribuente pubblico.
Alla chiusura del bando per valutare la disponibilità del mercato, sono giunte tre offerte, due delle quali riconducibili ad operatori di interesse pubblico, la società provinciale di autotrasporto pubblico Sad e la Camera di commercio.
Su quest’ultima si sono accesi i riflettori. Il suo presidente, l’ex deputato ed eurodeputato Michl Ebner (nonché editore leader della regione Trentino Alto Adige, con la proprietà tramite Athesia del quotidiano in lingua tedesca Dolomiten e dei due quotidiani di lingua italiana Alto Adige e Trentino da poco rilevati dal gruppo Espresso), ha dichiarato che la Camera di commercio coordinerà gli imprenditori privati interessati all’attività dell’aeroporto di San Giacomo: «ne abbiamo discusso in giunta camerale e siamo arrivati alla conclusione, nell’interesse della popolazione altoatesina, che la soluzione migliore per tutti, e non solo per l’economia, sarebbe quella di affidare l’aeroporto a investitori privati».
In base agli esiti dell’indagine di mercato appena concluda da parte di ADB, la società pubblica proprietaria dello scalo, si decideranno anche la forma della gara di appalto e le modalità di affidamento. «Per rendere possibile e interessante la partecipazione dei privati occorre una presenza collettiva coordinata nelle future trattative con la Provincia. Vanno chiariti ancora diversi aspetti contrattuali importanti prima di poter realizzare l’affidamento a una cordata di privati», spiega Alfred Aberer, segretario generale della Camera di commercio.
Una posizione che non è andata a genio al sindaco di Laives Christian Bianchi che ha stilato una netta nota di critica: «dalle notizie apparse sulla stampa a seguito della chiusura del periodo entro il quale ogni interessato poteva partecipare alla manifestazione di interessi per la gestione dell’aeroporto, promosso dalla provincia di Bolzano, con notizie ancora da confermare, pare che tra i concorrenti possa esserci anche la Camera di commercio. Con una mia lettera datata 12 settembre, avevo già espresso al presidente Michl Ebner tutta la mia contrarietà a questa iniziativa, a mio modo non coerente rispetto agli esiti del referendum e 12 giugno 2016. In tale data, il 70,6% della popolazione della provincia di Bolzano ha espresso il suo no al disegno di legge regolanti le norme sull’aeroporto di Bolzano, esprimendo in modo chiaro e inequivocabile l’indirizzo della politica doveva assumere su questo tema».
Per Bianchi «il risultato palesemente contrario aveva portato il presidente della provincia di Bolzano, nella conferenza stampa del giorno successivo all’esito referendario, a dichiarare che la mano pubblica usciva di scena dalla gestione dell’aeroporto. In provincia la mano pubblica opera sia direttamente, attraverso la Provincia stessa, sia indirettamente attraverso enti e soggetti collegati o finanziati. A mio modo di vedere, la Camera di commercio di Bolzano, che è finanziata anche dalla provincia di Bolzano, non può e non deve essere un soggetto gestore dell’aeroporto, visti gli impegni assunti dalla provincia all’indomani del voto popolare».
«Come già detto molte volte nel passato – rimarca Bianchi – l’eventuale futuro gestore dovrà essere di natura totalmente privata, non dovrà godere di benefici pubblici, ne diretti direttamente né indirettamente, affinché sia pienamente rispettato il voto espresso da 191.385 cittadini della provincia di Bolzano, che il giorno 12 giugno 2016 hanno espresso, dopo un anno di discussioni, quella che è la loro volontà. Non si può far entrare dalla finestra quello che si è buttato fuori dalla porta. In tal senso chiedo a tutte le persone coinvolte la massima garanzia in tal senso».