Al centro della discussione “big data” e modelli di malattie per la piattaforma transfrontaliera di kit validati per l’industria biotech
All’ICGEB di Trieste all’interno di Area Science Park si è svolto l’incontro di avviamento del gruppo di lavoro del progetto Interreg Italia-Slovenija “Train” che può contare su un finanziamento di oltre un milione di euro e coinvolge 6 istituti partner.
Fanno parte del gruppo di lavoro l’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB), capo-progetto, Istituto Jožef Stefan, Parco tecnologico di Lubiana, Experteam srl, BioValley Investments S.P.A., Scuola post-universitaria dell’Istituto Jožef Stefan. Ad affiancarli due partner associati, la direzione centrale salute, integrazione socio sanitaria, politiche sociali e famiglia della Regione Friuli Venezia Giulia e l’Istituto nazionale per la salute pubblica della Slovenia.
Le grandi novità di questo progetto – come promuovere l’innovazione la sostenibilità e la governance oltre confini per creare un’area più competitiva, connesso e vivibile, le nuove iniziative di crescita e specializzazione intelligente per creare nuove sinergie di ICGEB in campo biomedico per migliorare la diagnosi e terapia di varie patologie e per accelerare il trasferimento dalla ricerca all’industria – sono state illustrate dalla coordinatrice scientifica del progetto per l’ICGEB, Serena Zacchigna, e da Saso Dzeroski per l’Istituto Josef Stefan.
Il progetto “Train”, finanziato nell’ambito del Programma Interreg V-A Italia-Slovenija 2014-2020 intende potenziare le sinergie tra istituti di ricerca e imprese per accelerare l’innovazione attraverso il trasferimento tecnologico tra questi soggetti chiave, affrontando così la sfida comune alla Strategia Europa 2020 per la Crescita Intelligente e alle strategie di “Smart Specialization”.
Il progetto prevede attività di ricerca interdisciplinare mediante l’utilizzo di nuove tecnologie per promuovere l’innovazione nel campo della biomedicina, e attività di divulgazione e trasferimento dei risultati della ricerca all’industria, inclusa un’azione pilota. Per la prima volta, le competenze transfrontaliere in biomedicina e bio-informatica saranno unite per migliorare la diagnosi e la terapia di diverse patologie come l’infarto del miocardio, ferite difficili e malattie neuro-infiammatorie.
Il risultato atteso è la realizzazione di una serie di kit e saggi pronti all’uso che saranno messi a disposizione delle aziende biomedicali per creare nuovi prodotti biofarmaceutici. Beneficiari del progetto saranno i professionisti del settore clinico, gli studenti e i ricercatori, i pazienti e i sistemi sanitari, e le PMI. L’approccio transfrontaliero è fondamentale perché solo con l’unione di competenze complementari presenti nell’area programma è possibile ottenere un maggiore impatto scientifico, economico e sociale.