Sono 95 le partecipate per un fatturato aggregato di 2 miliardi. Serracchiani: «raggiunti obiettivi, ora espansione»
Al 30 giugno il capitale investito da Friulia Spa, la finanziaria del Friuli Venezia Giulia, ammonta a 165 milioni di euro, con 95 aziende partecipate in portafoglio il cui fatturato aggregato è pari a circa 2 miliardi di euro e oltre 11.000 dipendenti. E’ il dato chiave della presentazione a Trieste sull’avanzamento del Piano industriale 2014/2017 della finanziaria regionale alla presenza della presidente della Regione, Debora Serracchiani, assieme al vicepresidente e assessore alle attività produttive Sergio Bolzonello, oltre al presidente di Friulia Pietro Del Fabbro e il direttore generale, Carlo Moser.
Il fatturato aggregato delle aziende coinvolte dal capitale investito di Friulia è pari circa al 6,7% del fatturato e a circa al 6,1% dei dipendenti delle società di capitali con sede in FVG, che sviluppano un fatturato compreso fra i 2 e i 300 milioni. Gli investimenti complessivi nel quadriennio 2014-17 sono stati pari a 62 milioni di euro in 40 aziende, in gran parte Pmi.
Nell’esercizio 2016/2017 sono state contattate oltre 53 società e sono stati deliberati dal Cda 11,8 milioni di investimenti per le imprese del territorio, per un totale di 12 operazioni, di cui nove già attuate nel corso dell’esercizio (7,5 milioni di euro). Gli interventi smobilizzati ammontano a 10,3 milioni di euro (19 operazioni). Nell’ultimo anno inoltre è cresciuta anche l’attività di supporto: sono cinque le imprese che hanno beneficiato della consulenza strategica offerta dai professionisti di Friulia.
Gli obiettivi si focalizzano su un maggior presidio del rischio, un incremento di redditività degli investimenti e una riduzione dei costi di gestione. Questi ultimi sono stati abbattuti del 15%, pari a circa un milione di euro. L’esposizione complessiva della finanziaria è stata ridotta dal 2011 al 2017 da 172 a 116 milioni, con un picco di 187 nel 2013. Del Fabbro ha affermato che «Friulia continuerà a perseguire i propri obiettivi anche grazie a una maggiore integrazione tra i diversi strumenti regionali attualmente in campo, Finest in primis, per diventare un unico punto di riferimento in grado di rispondere alle esigenze delle Pmi regionali». Per Moser «concentreremo il lavoro di affiancamento alle aziende della regione focalizzando la nostra attività verso il core business del private equity, cercando di ampliare il nostro supporto anche alle piccole e micro imprese mettendo a punto strumenti finanziari a loro dedicati, in coordinamento con gli altri attori regionali. Parallelamente, anche in vista della cessione di Autovie, dovremo continuare il lavoro di contenimento e razionalizzazione dei costi per poter mantenere i conti in equilibrio, al fine di continuare a essere un credibile interlocutore per il tessuto imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia».
«Per quanto riguarda l’amministrazione regionale possiamo dire con soddisfazione che gran parte degli obiettivi che ci eravamo dati per Friulia sono stati raggiunti – sottolinea Serracchiani -. Il piano era stato presentato nel 2014, era giusto ora tracciare una riga e vedere quali sono stati gli esiti. Il peso che Friulia ha portato in questo arco temporale è stato sostanzialmente la svalutazione di Mediocredito. Come è stato per Mediocredito, con un’operazione importante di risanamento, anche per Friulia la prima operazione è stata quella di presidiare il rischio».
Gli investimenti fatti in questi anni, secondo Serracchiani, «sono stati oculati e hanno abbattuto il rischio”, e al contempo “sono stati gestiti i rischi degli investimenti degli anni precedenti». Serracchiani ha poi lodato il contenimento dei costi: «una riduzione a doppia cifra, -15%, vuol dire che non solo ci si è preoccupati del risanamento e di una maggiore produttività, ma si è lavorato per mettere in ordine i conti anche attraverso la riduzione dei costi». Per il futuro, Serracchiani ha dichiarato che Friulia attraverserà una fase di «prudente espansione ma anche prudente consolidamento: il settore finanziario e bancario è in evoluzione».