Le previsioni vendemmiali 2017 per il NordEst secondo Ismea e Unione Italiana Vini

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Slide Previsioni Vendemmiali 2017 UIV 10
Qualità elevata, ma quantitativi in calo a livello globale, ma il NordEst tiene

Slide Previsioni Vendemmiali 2017 UIV 10Ismea e Unione Italiana Vini elaborano e diffondono annualmente le stime di produzione vitivinicola nazionale. La metodologia si basa sulla messa a sistema di una fitta rete territoriale di osservatori privilegiati del settore, la valutazione comparata delle indicazioni sia quantitative che qualitative e la successiva elaborazione statistica rispetto alle serie storiche ufficiali degli anni precedenti.

Le elaborazioni effettuate tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre stimano la produzione 2017 a 40,02 milioni di ettolitri, con una riduzione pari a -26% rispetto ai 54 milioni indicati dall’Istat per il 2016. Se confermato, tale valore rappresenta il minimo storico nazionale degli ultimi 50 anni con riduzioni oltre il 20% in quasi tutte le regioni. Fanno eccezione, al Nord, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige dove la maggiore riserva di acqua e l’entrata in produzione di nuovi impianti hanno parzialmente contenuto le perdite; al Sud, invece, perdite inferiori alla media si registrano in Campania, regione che già lo scorso anno era stata oggetto di problemi climatici.

Le anomalie climatiche, tuttavia, hanno interessato gran parte delle aree produttive europee e le minori produzioni attese in Francia e Spagna indicano che, anche per il 2017, l’Italia manterrà il primato produttivo mondiale. 

La vendemmia è arrivata dopo un’annata decisamente anomala, segnata da un inverno mite e asciutto e da gelate tardive mentre la prolungata siccità e le elevate temperature per tutta la stagione vegetativa, hanno indotto stress idrico ai vitigni e importanti anomalie nel ciclo di maturazione delle uve. La prima conseguenza si è concretizzata in un sensibile anticipo della vendemmia che lungo la Penisola passa dalla “fisiologica” settimana alle più anomale due o tre settimane di alcune aree produttive. In Sicilia e Sardegna la vendemmia è stata avviata intorno al 20 luglio, molto prima del tradizionale inizio di campagna dei primi di agosto. Allo stato attuale, si stima che nei primi giorni di settembre oltre la metà delle uve sia già stata raccolta e avviata alla vinificazione.

Le perdite delle uve precoci potrebbero essere parzialmente compensate dalle eventuali piogge di settembre che garantirebbero un miglioramento dello stato vegetativo delle uve più tardive (con particolare riferimento a quelle a bacca rossa). In caso contrario, i futuri aggiornamenti delle stime di produzione potrebbero indicare un valore inferiore alla soglia dei 40 milioni di ettolitri. 

La seconda conseguenza riguarda gli aspetti qualitativi della produzione. Il clima caldo e secco ha favorito uve molto più sane della media, caratterizzate da una sensibile riduzione di fitopatie, come peronospora e oidio, a cui è seguito un minore numero di trattamenti fitosanitari. Allo stesso modo, il contenuto grado zuccherino risulta superiore lungo tutta la Penisola mentre la ridotta escursione termica tra giorno e notte non ha favorito l’ottimale sviluppo degli aromi. Le uve bianche presentano in generale un’acidità minore della media, mentre le uve rosse mostrano un minore contenuto di antociani e una conseguente non ottimale colorazione della bacca. 

La vendemmia 2017 presenta alcune anomalie sia quantitative che qualitative che, con le dovute differenze tra zone di produzione, dovranno essere gestite accuratamente in cantina durante la fase di vinificazione. Da un punto di vista più generale, la vendemmia 2017 registra il riaccendersi del confronto tra gli operatori sulle problematiche legate ai cambiamenti climatici e agli strumenti agronomici, organizzativi e finanziari che consentono di mitigare gli effetti negativi sul livello produttivo. 

I listini dei vini comuni, storicamente più sensibili dei Doc-Docg alle oscillazioni produttive, mostrano una tendenza all’aumento. Secondo le rilevazioni Ismea, la campagna si è aperta con i prezzi di agosto in crescita del 4% sui bianchi comuni e del 2% sui rossi comuni rispetto a luglio. Anche su base tendenziale, quindi su agosto 2016, si evidenziano prezzi in aumento, soprattutto per i bianchi. 

Si conferma d’altra parte, il buon momento delle esportazioni di vino italiano sui mercati esteri. Elaborazioni Ismea su dati Istat registrano, per i primi cinque mesi del 2017, un incremento del +6,2% in volume, accompagnato dal +6,4% in valore. Se tale valore di crescita venisse confermato a fine anno, le vendite italiane arriverebbero alla soglia dei 6 miliardi di euro per un volume superiore ai 21 milioni di ettolitri.

Di seguito il dettaglio regione per regione del NordEst.

Veneto

In Veneto il calo produttivo (-17,5%) è da imputare a un mix di eventi sfavorevoli che hanno preso l’avvio in aprile (gelate) e si sono intensificati con l’estate (stress idrico e alcune grandinate). A questi fattori si è sommata anche la minor produttività fisiologica delle viti, dovuta all’abbondante produzione del 2016, in parte compensata dall’entrata in produzione di nuovi impianti. In definitiva, la flessione, sebbene significativa, dovrebbe attestare la produzione regionale sostanzialmente sui livelli medi. 

Anno difficile per fare previsioni perché si è registrata una forte variabilità non solo tra i diversi areali della regione, ma anche tra vigneti contigui. A fare la differenza è stato sicuramente il ricorso all’irrigazione di soccorso, ma anche la diversa esposizione del vigneto o l’ubicazione in termini altimetrici. Abbastanza confortanti, intanto, i primi dati sulle rese uva/vino che risultano superiori a quanto ci si aspettasse. 

Nel Veronese, ad ora, nella zona del Valpolicella e del Soave si stima una flessione inferiore alla media regionale, mentre potrebbe essere superiore alla media nel Bardolino, dove la gelata di aprile ha interessato circa un migliaio di ettari e la grandine del 10 agosto una zona più ristretta. Più consistente invece la riduzione prevista spostandosi ulteriormente ad est nella provincia di Vicenza (Colli Vicentini, Gambellara), in cui la gelata del 19 aprile ha fatto danni rilevanti. Limitata la flessione delle uve destinate ai “Prosecchi”. Per il Conegliano Valdobbiadene Docg le quantità sono nella media dello storico. Nel caso del Prosecco Doc i cali di resa in alcuni areali sono stati compensati dall’entrata in produzione dei nuovi impianti stabiliti nel 2016, dallo sblocco della riserva vendemmiale 2016 e dall’ammissione straordinaria di altri 2.000 ettari per la sola annata 2017. 

Le uve si presentano complessivamente sane, non essendosi create le condizioni per emergenze fitosanitarie particolari, di buona qualità e caratterizzate da maturazioni tipiche delle annate calde.Slide Previsioni Vendemmiali 2017 UIV 9

L’anticipo di vendemmia è di circa una settimana rispetto alla norma. 

Trentino Alto Adige 

Decisamente contenuta, rispetto alla media nazionale, la flessione (-12,5%) stimata nella regione. A condizionare il risultato sono state le avversità meteo legate soprattutto alle gelate e alla grandine. L’annata viticola in Trentino è stata caratterizzata da una partenza molto precoce della vegetazione, con un ritorno di freddo nella terza decade di aprile accompagnato da gelate che hanno danneggiato soprattutto i vigneti di fondovalle. Poi è seguito un periodo di siccità nel mese di maggio che ha richiesto il soccorso degli impianti d’irrigazione a goccia. Il caldo di luglio ha accelerato la maturazione delle uve, ma ad agosto il protagonista è stato ancora il maltempo. Bombe d’acqua accompagnate da venti molto forti e da grandinate hanno colpito in particolare la Piana Rotaliana e la zona di Giovo in Val di Cembra. 

La vendemmia, anticipata di circa dieci giorni, rispetto alla media, è iniziata subito dopo ferragosto con le uve base spumante e proseguita con Pinot grigio e Muller Thurgau. Dalla seconda settimana di settembre si inizierà con le uve rosse. La qualità delle uve oscilla tra il buono e l’ottimo e si confida molto nelle tradizionali escursioni termiche tra il giorno e la notte, così da permettere alle uve rosse di raggiungere la completa maturazione anche per quanto riguarda aromi e polifenoli. 

In provincia di Bolzano la vendemmia è iniziata piuttosto precocemente (circa 10 giorni rispetto al 2016) nell’ultima settimana di agosto nella zona di Terlano con la raccolta del Sauvignon bianco. Rispetto al Trentino la situazione legata alle gelate di aprile è risultata meno problematica, in quanto i vigneti altoatesini sono principalmente situati a più alta quota. Di contro, le grandinate di agosto hanno colpito le zone della Bassa Atesina e la Valle d’Isarco. 

Complessivamente la qualità delle uve è considerata da buona a ottima.

Le malattie fungine sono state ben contenute e sono stati minimi i danni da tignola e tignoletta. 

Friuli Venezia Giulia 

L’annata meteorologica ha avuto un decorso generalmente favorevole fino alla gelata della seconda metà di aprile, cui sono seguiti caldo e siccità in estate. A creare ulteriori problemi è intervenuta una grandinata nella prima metà di agosto. Il clima secco e caldo ha però contribuito ad avere uve sane: la peronospora ha inciso per il 50% in meno rispetto al 2016 e la botrite ha colpito meno del 5% dei grappoli. La produzione complessiva registra un calo del 11,5%.

Anche in Friuli il grado zuccherino dell’uva è elevato, il più alto delle ultime cinque campagne. Il peso medio degli acini è superiore del 35% rispetto a quello dello scorso anno (con un rapporto polpa/buccia favorevole alla prima), ma ci sono meno acini per grappolo e meno grappoli per pianta. 

La raccolta delle varietà per basi spumante è iniziata il 21 agosto, con un anticipo di circa 6 giorni sulla media storica. Tra i vini bianchi, i primi a essere stati raccolti, quindi quelli che hanno sofferto di più caldo e siccità, si fanno ottime previsioni qualitative per Pinot grigio, Friulano e Sauvignon. 

Emilia Romagna 

La vendemmia dell’Emilia Romagna arriva dopo diverse vicissitudini climatiche che hanno pesantemente condizionato il risultato produttivo (-25%): ai danni da gelate si sono aggiunti quelli da siccità e grandine nei mesi estivi. L’avvio vegetativo ha mostrato un anticipo almeno di una settimana rispetto alla media, poi le fasi fenologiche si sono succedute regolarmente fino alla gelata della terza decade di aprile. Gli effetti da gelata sono stati molto eterogenei e si sono differenziati per vitigno ed esposizione. L’Ancellotta è la varietà che ha subito più danni, mentre il Lambrusco Salamino è quello che ha avuto meno conseguenze negative. La maturazione è stata buona, ma certamente condizionata dalle alte temperature e da una prolungata assenza di piogge. In regione ha piovuto meno di quanto non avesse fatto in tutto il 2015, altro anno annoverato come caldo e siccitoso, con danni soprattutto nelle zone collinari.  Si è fatto ricorso all’irrigazione di soccorso con gli invasi ridotti spesso ai livelli minimi.  

La vendemmia, iniziata con circa due settimane di anticipo sulla media nelle zone collinari e di dieci giorni in pianura, si prospetta con un forte calo produttivo, anche a causa della resa in vino più bassa dello scorso anno. A questo però si affianca una qualità dal buono all’ottimo, dovuta anche alla pressoché totale assenza di fitopatie, e una gradazione delle uve leggermente più alta dello scorso anno.