Legge elettorale: parte il ricatto della Svp al Pd, che insiste su collegi uninominali in Trentino Alto Adige

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Svp: «inaccettabile il voto della Camera». Netta l’opposizione del centro destra. Biancofiore: «il Pd non metta a repentaglio la democrazia in regione». Divina: «quando la legge arriverà al Senato, faremo di tutto per confermare l’emendamento Biancofiore»

aula camera dei deputati romaSulla legge elettorale ed in particolare sull’assetto elettorale della regione Trentino Alto Adige parte il ricatto al PD da parte della SVP che definisce «inaccettabile il voto della Camera dell’8 giugno scorso». Un ricattopolitico bell’e buono, con il quale si minaccia l’abbandono della maggioranza di governo nazionale da parte del partito che rappresenta gran parte della minoranza tedesca dell’Alto Adige.

«L’approvazione dell’emendamento 1.535 in ordine ai collegi uninominali per il Trentino-Alto Adige/Südtirol rimane inaccettabile» ribadiscono il senatore Karl Zeller, presidente del Gruppo per le Autonomie al Senato, Daniel Alfreider, presidente dei deputati della Svp e delle Minoranze Linguistiche, Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma di Bolzano e Philipp Achammer, segretario politico della Svp, in una nota congiunta. «L’accordo raggiunto sul mantenimento dei collegi uninominali per il Trentino-Alto Adige/Südtirol, come previsto dalla legge elettorale vigente – proseguono Zeller, Alfreider, Kompatscher e Achammer – era un punto fermo e imprescindibile di tale intesa. La previsione dei collegi uninominali era dovuta in base a ragioni costituzionali, agli accordi internazionali ed allo Statuto di Autonomia, perché i collegi uninominali erano e restano il modello elettorale che risponde ai principi di garanzia e di tutela dei diversi gruppi linguistici, la cui piena rappresentatività è il fondamento del nostro sistema di convivenza e istituzionale». 

A detta di Zeller, Alfreider, Kompatscher e Achammer «abbiamo già avuto modo di osservare e di commentare la demagogica strumentalità degli analoghi emendamenti Fraccaro e Biancofiore il cui esito sostanziale penalizza anziché rafforzare tale rappresentatività non solo delle minoranze linguistiche ma anche del gruppo linguistico italiano nella Provincia autonoma di Bolzano e inoltre introduce l’applicazione della soglia del 20% in Regione anche per l’elezione nei colleghi uninominali, mettendo a rischio la rappresentanza delle minoranze linguistiche in Parlamento ponendosi in aperto contrasto con la Carta costituzionale».

Zeller, Alfreider, Kompatscher e Achammer in conclusione della loro nota lanciano il ricatto politico alla maggioranza: «il vulnus che si è configurato con il voto in aula a giugno è tale e ha implicazioni così profonde per la nostra Autonomia che la prosecuzione dei lavori in base al testo votato dall’Aula troverebbe la nostra più ferma opposizione e minerebbe la base della nostra collaborazione con l’attuale maggioranza».

Immediata la presa di posizione dell’onorevole Michaela Biancofiore, coordinatrice regionale di Forza Italia nonché autrice dell’emendamento contestato dalla Svp: «inaudito che i parlamentari SVP e addirittura il presidente della provincia Kompatscher, non si rendano conto di quanto si espongano al ridicolo attaccando il voto democratico del Parlamento dell’8 giugno scorso in merito al mio emendamento passato per 276 voti a favore e 256 contro. Comprendo lo stato d’animo di chi non è abituato a perdere ma una crisi isterica con consueto pacchetto ricattatorio falsificando la realtà ben compresa dal parlamento sovrano è troppo».

Per Biancofiore è necessario che «il Pd ragioni attentamente e non ceda ai ricatti, pensando piuttosto a dare al Paese la miglior legge elettorale possibile, che è quella proporzionale appunto e s’intesti insieme a noi il futuro dell’Italia, a Bolzano come a Roma».

Secondo l’esponente azzurra «la Svp mente spudoratamente: la misura 111 del “Pacchetto” di leggi dell’Alto Adige, norma di rango costituzionale non parla affatto di minoranze protette da collegi uninominali, bensì parla proprio del criterio proporzionale, come tutti coloro che sono in grado di leggere possono facilmente riscontrare. Tanto è vero che, fino al 1994, tutti i parlamentari Svp erano eletti alla Camera e al Senato con sistema proporzionale e nessuno mai ha gridato alla sovversione costituzionale con un partito serio come la Dc che dava le carte. E a tutt’oggi  – prosegue Biancofiore – anche i cinque deputati Svp sono eletti alla Camera da almeno due legislature sempre con un sistema proporzionale, il “Porcellum”. Di più: uno di loro è effettivamente al di fuori della Costituzione essendo tra quei 148 eletti cassati dalla Corte Costituzionale per il super premio di maggioranza. I collegi uninominali sono stati introdotti solo per il Senato approfittando dell’introduzione del “Mattarellum”, sistema incostituzionale in Alto Adige proprio in base alla misura 111 del “Pacchetto”, proprio per poter imporre ai partiti italiani nel collegio senatoriale Bolzano-Bassa Atesina disegnato dal Presidente Ciampi con apposita norma di attuazione proprio per dare un seggio agli italiani, il proprio candidato che risulta pertanto eletto anche quello dalla Svp e dunque dal partito di maggioranza tedesco».

Biacofiore sottolinea che «è il “Mattarellum taroccum” introdotto per il solo Trentino Alto Adige ad essere incostituzionale, gravemente incostituzionale perché viola il diritto di parità e il diritto di voto dei cittadini italiani. Non lo dico, io ma eminenti costituzionalisti di ogni simpatia politica che si sono avvicendati in commissione Affari costituzionali all’unica audizione preposta. Ho già detto alla Svp in riservata sede e anche per mezzo di giornali ed agenzie, che sono disponibile a trovare un metodo che non scontenti nessuno, mi vedo costretta mio malgrado, a denunciare bugie, ipocrisie, logiche suprematiste, falsificazione della verità “ictu oculi”, come dicono i giuristi, detestate ormai anche dal mondo tedesco che vuol poter votare anche partiti alternativi alla Svp. Già è facile conseguire vittorie al tavolino senza nemmeno bisogno di andarsi a cercarsi i voti come accade alla Svp nei suoi collegi a maggioranza etnica, ma addirittura voler impedire all’opposizione del Trentino Alto Adige che rappresenta circa il 50% dell’elettorato di poter  entrare in Parlamento, mi sembra francamente troppo, oltre che antidemocratico».

Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore trentino della Lega Nord, Sergio Divina: «attendiamo che la Camera termini la discussione della legge elettorale con il voto finale. Quando arriverà al Senato, personalmente mi batterò per la conservazione dell’emendamento Biancofiore che restituisce al Trentino Alto Adige una rappresentatività parlamentare democratica e popolare. Con il suo emendamento, Biancofiore ha ripristinato la giustizia piegata ai propri voleri da Svp, Pd, Upt e Patt. Quell’emendamento garantisce sia i partiti di maggioranza che quelli di opposizione. Questi ultimi, non vincendo nei collegi, hanno diritto ad una quota di rappresentatività su base proporzionale regionale. Nessuno – conclude Divina – può pretendere, magari non raggiungendo nemmeno il 50% dei voti, di fare “cappotto” incassando 10 degli 11 collegi in palio alla Camera».