Zaia: «abbiamo chiesto al Consiglio di Stato di fare chiarezza su tutta la situazione». Soddisfazione di Lorenzin. Bisato: «cessi un’inutile propaganda»
Il Veneto ha deciso la sospensione temporanea della moratoria per i vaccini chiedendo contemporaneamente che venga portato al Consiglio di Stato il quesito sollevato riguardo ai tempi di applicazione per le iscrizioni dei non vaccinati “0-6” anni negli asili nido e scuole di infanzia. Lo dice il governatore del Veneto Luca Zaia che ha ricevuto una lettera del direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan, che comunica la sospensione della moratoria ribadendo comunque l’interpretazione data dal Veneto.
Zaia rileva che Mantoan gli ha scritto una lettera nella quale «conferma la sua posizione» riguardo all’interpretazione della legge sul fronte della possibilità «di fare una moratoria fino al 2019 per i bambini dai zero ai sei anni già iscritti agli asili o scuole d’infanzia privi di vaccinazione, interpretazione non condivisa dal ministero. Mi ha comunicato – continua Zaia – di sospendere temporaneamente con decisione autonoma, come peraltro avvenuto nella formulazione del decreto; di confermare l’interpretazione autentica della legge e di chiedere che l’amministrazione regionale si possa attivare per un parere autorevole rispetto a questo contenzioso. Pertanto – sottolinea Zaia – alla comunicazione fatta da Mantoan sulla sospensione confermo che chiediamo che venga inoltrato il quesito direttamente al Consiglio di Stato, istituzione deputata a dare una interpretazione autentica per Regione e ministero del testo di legge».
Secondo il Governatore del Veneto «risultano imbarazzanti le polemiche alle quali abbiamo assistito. Il Veneto ha sempre confermato la sua posizione a favore dei vaccini e a difesa del suo modello, unico in Italia, che si basa sulla non obbligatorietà e il dialogo con le famiglie. Questo è un modello condiviso da altri 15 Paesi europei, tra i quali Germania, Spagna e Gran Bretagna. Inoltre ricordo – sottolinea Zaia – che proprio noi come Regione Veneto in tempi non sospetti, nel novembre 2016, abbiamo approvato un provvedimento per la scuola per i bimbi da zero a sei anni che impone che in ogni classe ci sia almeno il 95% dei bambini vaccinati. le polemiche alle quali abbiamo assistito sono alimentate da una scarsa conoscenza del tema». Zaia ricorda inoltre che «i bimbi da zero a sei anni già iscritti e privi di vaccinazione, in virtù delle direttive ministeriali a supporto della legge, per il tramite dell’Istituto dell’autocertificazione potranno comunque essere ammessi agli asili nido e scuole d’infanzia. E’ la dimostrazione che tutte le dichiarazioni fatte da molte persone erano prive di una conoscenza delle norme. Ricordo, sempre a quelli che ci hanno dato degli untori, che i ragazzi dai sei ai 16 anni interessati dalla scuola dell’obbligo in base a questa legge devono frequentare anche se privi di vaccinazione perché a loro è garantito l’obbligo scolastico. Un’altra dimostrazione che molti prima di parlare dovrebbero stare zitti».
Intanto, la Giunta regionale del Veneto, che aveva presentato mesi fa un ricorso contro l’allora decreto legge sui vaccini obbligatori, ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale anche la legge di conversione dello stesso decreto firmato dai ministri Lorenzin e Fedeli. Il ricorso, che era stato preannunciato dal governatore Luca Zaia in occasione del primo provvedimento e che di fatto è un passaggio necessario dopo che il decreto è diventato legge, riprende molte delle indicazioni contenute nel primo atto ma le aggiorna alla luce delle modifiche al decreto apportate in sede parlamentare. Al centro della richiesta di incostituzionalità della legge l’assenza di elementi che possano giustificare una decretazione d’urgenza che impone una decina di vaccinazioni; la mancanza di considerazione della copertura delle spese per avviare le campagne vaccinali obbligatorie, che per il Veneto comporterebbe una spesa aggiuntiva di 13,9 milioni di euro. Nel ricorso anche la richiesta alla corte di sospensiva degli effetti della legge.
Il colpo di freno sulla norma dei vaccini è salutato con soddisfazione dal ministro alla Sanita, Beatrice Lorenzin con una dichiarazione telegrafica: «apprendiamo con soddisfazione la decisione del Veneto di allinearsi alla normativa nazionale».
Per Osvaldo Napoli, vice responsabile Enti locali di Forza Italia, «la decisione del presidente del Veneto, Luca Zaia, di sospendere la moratoria dei vaccini in attesa di un pronunciamento del Consiglio di Stato non è una marcia indietro, ma è una semplice lezione di concretezza. Zaia non ha esitato a seguire i consigli e il buon senso suggerito dai capigruppo di Forza Italia, Renato Brunetta e Paolo Romani. Zaia si è così confermato un politico pragmatico e concreto. Da questa vicenda si può ricavare l’ennesima lezione sulla natura delle alleanze politiche: esse funzionano quando alla base dell’alleanza c’è il rispetto reciproco e la reciproca disponibilità ad ascoltare le ragioni dell’altro. Gli amici della Lega sapranno far tesoro di questa vicenda».
Critico il segretario regionale del Pd veneto, Alessandro Bisato: «la tutela della salute attraverso il raggiungimento dell’immunità del 95% della popolazione vaccinata e l’incremento di forme e condizioni di autonomia per cittadini, istituzioni e imprese del Veneto sono troppo importanti per poter essere ridotte alla propaganda “ad personam”».