Biancofiore: «il Pd non usi come scusa Trentino Alto Adige e rispetti la volontà del Parlamento e di gran parte dei deputati PD»
Sventato in commissione il tentativo di colpo di mano da parte del relatore della legge elettorale, il PD Emanuele Fiano, di rivotare alla Camera l’articolo riguardante il sistema elettorale del Trentino Alto Adige della legge elettorale, così come è stato modificato in aula l’8 giugno con l’emendamento Fraccaro-Biancofiore approvato a scrutinio segreto.
Il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti, rispondendo ad una precisa domanda di Fiano ha ribadito che l’articolo votato dall’Assemblea «non è modificabile dalla Camera ma può essere cambiato in Senato nel corso della seconda lettura». Fiano nel suo intervento ha posto il problema della modificabilità delle norme sul Trentino Alto Adige. L’emendamento Fraccaro (M5S)-Biancofiore (FI), entrambi deputati del Trentino Alto Adige, ha eliminato i collegi uninominali in quella Regione, introducendo il proporzionale puro, così come in tutto il resto d’Italia.
L’accordo sottoscritto tra il Pd (avallato dallo stesso segretario nazionale Matteo Renzi) e la Svp prevede invece il mantenimento in Trentino Alto Adige del Mattarellum e dei collegi uninominali, cosa che consentirebbe la ripetizione del “cappotto” elettorale da parte dell’asse Pd-Svp-Upt-Patt, conquistando 9 o 10 degli 11 seggi parlamentari disponibili in Regione.
Fiano ha sollecitato Mazziotti a pronunciarsi sull’idea di innovare la prassi parlamentare, che impedisce di votare due volte su uno stesso punto, con l’accordo di tutti i gruppi, piegandola così alle esigenze del Pd di conservare l’appoggio dei voti della Svp, attualmente fondamentale specie al Senato dove la maggioranza scricchiola. In questo modo si sarebbe potuto reintrodurre il Mattarellum in Trentino Alto Adige.
L’insistenza del Pd ha fatto scattare la riflessione della deputata e coordinatrice del Trentino Alto Adige di Forza Italia, Michaela Biancofiore: «che il Pd avesse un’idea singolare della democrazia lo sappiamo da tempo, ma specie al segretario Renzi, che pontifica dal comodo pulpito dei programmi televisivi senza contradditorio, la lezione del referendum del 4 dicembre scorso non è evidentemente bastata. Per il solo Trentino Alto Adige ha imposto ad hoc una mini legge truffa che il Parlamento sovrano non ha accettato estendendo semplicemente il Tedescum, ovvero la stessa legge voluta da lui e dal suo Pd, M5S, Forza Italia e Lega, a tutto lo Stivale».
«Sommessamente ricordo peraltro – prosegue Biancofiore – che il segretario Renzi ha la maggioranza assoluta alla Camera e pertanto l’emendamento sul Trentino Alto Adige respinto a malincuore dal mio partito per mantenere fede al patto, è stato votato viceversa in primis da quanti, nel Pd, hanno ancora a cuore la democrazia e non pensano che la mia terra sia stata per caso annessa all’Austria, senza accorgercene, nottetempo. Se Renzi credeva nel Tedescum prima non può che crederci anche oggi – non essendone stato affatto modificato l’impianto – anzi, altrimenti ha voluto solo apparentemente rispettare le parole del Presidente Mattarella, avendo viceversa altre idee in testa come spesso gli capita. Sembra una riedizione di quel “stai sereno” che ha caratterizzato in negativo il suo personaggio, di pur belle speranze».
Secondo Bianciofiore «Renzi ha l’occasione per una volta di essere coerente, contribuisca a dare al Paese una legge elettorale democratica e proporzionale, che rispetti l’indicazione della Corte Costituzionale e il voto degli elettori oppure riveli quale patto scellerato c’è sotto, visto che il Tedescum assicura proprio alla Svp – il partito della minoranza tedesca in Italia che è maggioranza in Trentino Alto Adige, ben più seggi di quanti ne avrebbe con i collegi uninominali, in quanto primo partito della regione».