Lo storico marchio De Rica si sposa con Pomì

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Paolo Voltini pres consorzio casalasco pomodoro costantino Vaia direttore consorzio
Il Consorzio Casalasco del Pomodoro crea così uno dei primi protagonisti nel campo delle conserve di pomodoro. Soddisfazione di Coldiretti

Paolo Voltini pres consorzio casalasco pomodoro costantino Vaia direttore consorzioIl Consorzio Casalasco del Pomodoro, che conta numerosi soci e uno stabilimento produttivo anche nel parmense (Fontanellato), ha siglato l’accordo definitivo per l’acquisto del marchio De Rica da Generale Conserve S.p.A.

L’operazione, che riporta lo storico marchio nella zona tipica della produzione di pomodoro, decreta il ritorno di un altro importante marchio italiano direttamente in mano al mondo agricolo, espressione di una filiera tutta italiana con un forte legame con il proprio territorio di origine.

De Rica, marchio nato agli inizi degli anni Sessanta e da sempre sinonimo di prodotti genuini e di alta qualità, grazie anche al rilancio avviato dal 2013 da Generale Conserve, gode di forte notorietà in Italia come in vari Paesi esteri ed è collocato nel segmento premium del mercato delle conserve vegetali. 

«Con questa acquisizione – afferma Paolo Voltini, presidente del Consorzio Casalasco -, la Cooperativa valorizzerà ulteriormente il prodotto dei propri soci, dimostrando ancora una volta una visione lungimirante. Un bell’esempio di come il mondo agricolo italiano investe per crescere e rafforzare la propria filiera, a tutela delle proprie aziende e dei consumatori».

«De Rica – prosegue Costantino Vaia, direttore generale del Consorzio Casalasco – è un marchio storico italiano che si identifica perfettamente in quelli che sono i nostri valori aziendali. Tradizione, origine, legame con il territorio e alta qualità dei prodotti saranno gli elementi distintivi su cui punteremo per rafforzare ulteriormente la nostra presenza nella fascia alta del mercato dei derivati del pomodoro già presidiata col marchio Pomì».

Il Consorzio Casalasco del Pomodoro, prima filiera italiana nella coltivazione e trasformazione di derivati del pomodoro, oggi conta 370 aziende agricole associate che coltivano 7.000 ettari di terreno dislocati nella pianura Padana tra le province di Cremona (dove ha sede a Rivarolo del Re), Parma, Piacenza e Mantova. Una terra che oggi permette alle 550.000 tonnellate di pomodoro fresco raccolto di essere trasformato nei 3 stabilimenti di proprietà della cooperativa in prodotti esportati in circa 60 Paesi nel mondo.

L’acquisizione è stata salutata con soddisfazione da parte di Coldiretti: «si ferma lo shopping straniero nell’agroalimentare italiano con ben 3 marchi storici su 4 che sono finiti all’estero con la perdita di autonomia e di competitività sui mercati internazionali in uno dei settori strategici del “Made in Italy”. Il prodotto simbolo della dieta mediterranea è il condimento maggiormente acquistato dagli italiani, ma anche quello piu’ amato all’estero dove le esportazioni di pomodori conservati e preparati hanno superato 1,5 miliardi di euro nel 2016».

Gli italiani consumano in media all’anno 35 chili di pomodoro in conserva tra passate, polpe, concentrato e pelati sotto le tendenze salutistiche che spingono alla ricerca dei superfood come l’ingrediente principale della dieta mediterranea che è riconosciuto essere un potente antiossidante. 

«Con questa operazione si realizza una svolta nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che vede direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi – dice il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo -. La svendita di marchi italiani all’estero ha spesso significato nell’agroalimentare lo svuotamento finanziario delle società acquisite, la delocalizzazione della produzione per chiusura di stabilimenti e gli acquisti delle materie prime all’estero con perdita di occupazione».