Il Governo Gentiloni, a pochi giorni dall’approvazione della legge Regione, vuole già ammainare la bandiera del Veneto

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Anche se la norma approvata dal Consiglio regionale non è ancora operativa, Roma ha già annunciato ricorso contro l’obbligo di esporre sul territorio del Veneto il gonfalone della Regione accanto a quello nazionale ed europeo

veneto bandiera regione italia e UELo storico gonfalone della Serenissima con il Leone di San Marco incute una dannata paura fuori dalle terre venete ed in particolare dalle parti di Roma. Sono passati solo pochi giorni da quando il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a larghissima maggioranza (31 voti favorevoli, 6 contrari e 1 astenuto) la nuova legge che regola l’esposizione obbligatoria della bandiera del Veneto in tutti gli uffici pubblici (Prefetture, Tribunali, Comuni, caserme e comandi delle forze dell’ordine, scuole, ecc.) situati sul suolo regionale.

La legge proposta dalla consigliera Silvia Rizzotto (Lista Zaia), che definisce le nuove disposizioni per l’uso dei simboli ufficiali del Veneto, intende «rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini Veneti, anche attraverso il riconoscimento e l’esposizione dei simboli che identificano non solo un territorio, ma anche la storia, le tradizioni e le radici del popolo». Dall’obbligo di esposizione della bandiera veneta – cosa che ha suscitato polemiche – non sono esclusi i privati, «in determinate situazioni», ovvero coloro che ad esempio erogano un servizio per il quale hanno goduto di un contributo finanziario da parte della Regione.

L’utilizzo della bandiera del Veneto era già previsto da precedenti leggi regionali, ma adesso viene disciplinato in modo molto preciso e prevede sanzioni (da 100 a 1.000 euro) per chi non rispetta gli obblighi. Oltre all’uso della bandiera, la legge disciplina anche l’impiego di due nuovi simboli: il primo è una fascia veneta che sarà indossata (come il tricolore dei sindaci) dal presidente della Giunta regionale e dal presidente del Consiglio regionale. Il secondo è uno stemma che va apposto «su tutte le opere, beni o servizi pubblici realizzati o acquistati con il contributo, anche parziale, della Regione del Veneto».

La legge veneta non è ancora operativa, ma il Governo Gentiloni ha già preannunciato che ricorrerà alla Corte Costituzionale impugnando la norma votata dal Consiglio regionale del Veneto. Un’impugnazione che pare più politica che fondata giuridicamente, in quanto il Dpr 121/2000 (che disciplina l’uso e l’esposizione di bandiere) nulla dice in materia di bandiere regionali, lasciando così un vuoto giuridico. 

In attesa di vedere se il Governo centrale farà concretamente seguire i fatti agli annunci contro la legge veneta che deve essere ancora pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione, una cosa è certa: questo ricorso getterà ancora più benzina sul fuoco del referendum autonomista del prossimo 22 ottobre.