Stupro di Rimini: a due giorni dal fattaccio che ha visto protagonisti 4 immigrati extracomunitari, clamoroso silenzio delle donne di sinistra

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Polemica furiosa sulle parole di un mediatore culturale arabo sui fatti. Il centro destra compatto sull’immigrazione illegale indiscriminata

stupro rimini indagini polizia scientificaSono passati due giorni dal drammatico fatto che ha visto come protagonisti involontari due giovani polacchi sul litorale di Miramare a Rimini, seguito a brevissima distanza da uno similare ai danni di una prostituta transessuale.

Nel cuore della notte, quattro extracomunitari di carnagione scura, pare con precedenti per reati anche a sfondo sessuale, hanno aggredito e picchiato selvaggiamente i due giovani polacchi, rendendo inerme il ragazzo che era con lei dopo averlo rapitanto e stuprato ripetutamente la ragazza su un pattino trainato in secca sulla battigia, per poi essere abbandonata in acqua. Uno stupro bestiale da parte dei quattro immigrati ripetuto a breve distanza con l’aggressione e relativo stupro ai danni di un transessuale poi gettato tra i rovi a bordo strada.

Due episodi bestiali che hanno indignato la cittadinanza che ha offerto la più totale solidarietà agli aggrediti ed in particolare ai due giovani polacchi in profondo stato di costernazione, che gettano una pesante ombra sulla gestione indiscriminata dell’immigrazione, visto che sempre più spesso gli episodi più gravi vedono protagonisti proprio gli immigrati più o meno legali.

Il viceministro della Giustizia polacco, Patryk Jaki ha difuso sui social un drastico giudizio: «per le bestie di Rimini ci vorrebbe la pena di morte» e nel loro caso «non sarebbe male tornare alle torture. Ecco i vostri immigrati, li volete in Polonia? Se mai dopo la mia morte», ha aggiunto Jaki, riferendosi alla provenienza nordafricana dei quattro protagonisti della brutale aggressione, ricercati dalla Polizia e alle strategie di riallocazione degli immigrati illegali arrivati in Italia dalle coste africane in tutti i paesi dell’UE. 

A gettare benzina sul fuoco della polemica è stato un alto messaggio battuto sui social da Abid Jee, dipendente della coop sociale Lai-Momo, un mediatore culturale di 24 anni, dal nome arabo, parlava dello stupro come «peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale». Commento, rimasto online pochi minuti e poi rimosso, ma condannato duramente dalla coop che lo ha sollevato dall’incaricoe al centro di un dibattito politico arroventato. «La signora Boldrini non ha nulla da dire sul mediatore culturale che con il suo post su Facebook incita alla violenza sulle donne affermando che lo stupro alle donne piace? Questa non è un’offesa alle donne? Stavolta non ci sono denunce alla Polizia Postale signora Boldrini? Ah no… è vero… quando sbagliano le “risorse” si deve stare zitti…» dichiara l’on. Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e Segretario della Lega Lombarda. Sempre dalla Lega Nord interviene la consigliera comunale Lucia Borgonzoni: «frase choc del mediatore culturale: “Lo stupro? brutto solo all’inizio”. Certo ad ogni donna piace essere violentata, fa solo un po’ la ritrosa nei primi momenti… Gente così meriterebbe solo di stare in galera, è inammissibile ciò che dice e pensa, fosse per me, andrebbe rivista la sua posizione in Italia…». 

Anche il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, riprende la dichiarazione del mediatore culturale: «va bene stuprare le donne, tanto a loro piace. Adesso immagino che questo individuo verrà rimosso dal suo incarico, ma sarebbe gravissimo se fosse confermato che si tratta di un mediatore culturale di una cooperativa che gestisce gli immigrati. Poi – prosegue – non c’è da stupirsi se questa estate gli immigrati richiedenti asilo si sono contraddistinti per stupri o molestie sessuali dal Friuli alla Puglia… A questo punto auspico che la magistratura indaghi su un possibile reato da parte di questo signore, che, di fatto, invita alla violenza sessuale…».

La deputata di Forza Italia, Daniela Santachè, prednde di mira la presidente della Camera, Laura Boldrini, e il suo atteggiamento buonista a senso unico: «il femminismo buonista all’italiana è una delle piaghe culturali del nostro Paese. La presidente della Camera è tanto attenta alle desinenze e alle battaglie retoriche che interessano solo la sinistra radical chic ma è assente quando c’è da commentare episodi di cronaca efferati come quello di Rimini. Una donna polacca è stata violentata da un branco che si presume sia composto da nordafricani e il silenzio della terza carica dello Stato appare assordante. Non capiamo come sia possibile che una figura istituzionale di livello ostenti la propria anti-italianità in tutti i contesti possibili, questa volta con un silenzio che non fa gli interessi di immigrati per bene ma solo quelli di un branco di animali che hanno violentato una donna senza alcuna pietà. Il buonismo della sinistra ha raggiunto un livello di ipocrisia che era difficilmente immaginabile». 

Sui fatti di Rimini interviene anche il parlamentare Elio Massimo Palmizio, presidente di Forza Italia Emilia-Romagna: «dopo avere segnalato al Ministero dell’Interno, nei mesi scorsi, una forte criticità proprio sulla città di Rimini, e senza avere ricevuto risposta alcuna, anche alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi nella città romagnola, mi rivolgerò ancora al ministro. Le segnalazioni che arrivano dal territorio devono essere ascoltate, le forze dell’ordine devono essere sostenute e implementate ma soprattutto deve passare un messaggio preciso: in Italia delinquere è un reato e il reato deve essere punito con la certezza della pena e/o con l’espulsione immediata. La violenza e lo stupro di gruppo avvenuti a Rimini – prosegue Palmizio – sono aberranti. Sono stati scritti fiumi di parole; solidarietà, disgusto, collera, compassione sono i sentimenti che hanno colpito ognuno di noi. Ma non si poteva davvero evitare? Ma soprattutto come possiamo prevenire?». 

Quanto successo a Rimini non è rimasto isolato: a Marina di Ravenna due extracomunitari, di cui uno minorenne, sono stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di avere fatto parte di un gruppetto, presumibilmente di stranieri, che nella notte tra domenica e lunedì ha accerchiato, aggredito e rapinato due amici residenti nel Bolognese che stavano tornando alla propria auto dopo avere trascorso la serata in un locale. Secondo quanto riferito dall’Arma, i due amici, dopo un primo iniziale approccio, hanno subito un vero e proprio pestaggio da parte del gruppo di extracomunitari, dileguatosi poi con un telefono cellulare e un portafogli con alcune centinaia di euro. La rapina è stata notata da alcuni passanti, che hanno chiamato il 112. Poco dopo una pattuglia della vicina caserma di Lido Adriano, coadiuvata da colleghi del Radiomobile, ha individuato due extracomunitari sospetti vicino a un chiosco di piadine: addosso avevano ancora il cellulare rapinato poco prima. I due amici aggrediti, accompagnati al pronto soccorso, sono stati dimessi con prognosi di 5 e 8 giorni. Sono in corso altre verifiche: gli inquirenti non hanno escluso che i due arrestati possano essere già stati protagonisti di episodi analoghi.