Produzione stimata in calo del 20% a 6,2 milioni di ettolitri, ma attesa una qualità altissima
La vendemmia di quest’anno, ormai alle porte, sarà, in Emilia-Romagna, “una delle più scarse dal dopoguerra ad oggi ma di altissima qualità». E’ quanto prevede la Coldiretti regionale secondo cui «la produzione di vino diminuirà del 20% rispetto ai 7,8 milioni di ettolitri del 2016, attestandosi attorno ai 6,2 milioni di ettolitri».
Dopo la raccolta delle uve destinate alla spumantizzazione come Pinot, Chardonnay, Moscato, sottolinea Coldiretti, comincia con un anticipo di almeno dieci giorni anche la raccolta di dei vini bianchi classici: Albana, Trebbiano, Pignoletto, Ortrugo, Malvasia. Successivamente, nella prima decade di settembre inizierà anche la vendemmia delle uve per i vini rossi, dal Sangiovese al Gutturnio, dal Lambrusco al Merlot e al Cabernet. Le condizioni anomale di quest’anno hanno anticipato la maturazione delle uve, portando ad un anticipo di vendemmia in media di una decina di giorni con picchi anche di due settimane nelle aree orientali della regione. Il caldo e la siccità hanno anche ridotto la produttività, ma favorito la qualità, soprattutto per i vini rossi che potrebbero risultare da collezione.
Il 54,5% dei vini dell’Emilia-Romagna, sottolinea Coldiretti, è destinata alla produzione di vini Doc (22,1%) e Igt (32,4%), mentre la restante percentuale (45,5%) è destinata a vini da tavola. I vini Doc sono 18, quelli Igt 9, mentre due vini (Albana di Romagna e Pignoletto classico dei Colli bolognesi) hanno ottenuto la denominazione di origine controllata e garantita (Docg). In Emilia-Romagna ci sono 50.000 ettari di vigneto, coltivati da 22.000 aziende, più di un terzo delle quali (35%) vende direttamente al consumatore.
Per Coldiretti, quella del 2017 sarà una produzione sotto la media, ma qualità elevata e con grappoli di dimensioni anomale. In Val Tidone, in provincia di Piacenza, una delle zone delle eccellenze vinicole dell’Emilia-Romagna, sono comuni i maxi grappoli di uva da Ortrugo. A Spada di Borgonovo, un grappolo di uva Bonarda misura ben 38 centimetri di lunghezza e 20 di larghezza, dimensioni mai viste prima d’ora.