Autonomia Emilia Romagna, OK di FI al referendum, ma tiepidi divisione regione

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Intanto i consiglieri regionale PD bocciano la proposta della lega Nord di dividere la regione in due 

province emilia romagnaAutonomia alla regione Emilia Romagna? Sì, grazie! Forza Italia è «d’accordo sui temi dell’autonomia e infatti appoggiamo i referendum – scrive in una nota il coordinatore regionale azzurro, Massimo Palmizio -. Siamo più tiepidi sulla scissione per il timore che la regione ne esca indebolita e vi sia un raddoppio delle strutture amministrative con un conseguente aumento della spesa pubblica».

Questa la posizione del partito azzurro sulle proposte avanzate dalla Lega Nord di due referendum consultivi, uno sul modello di quelli che si terranno in Lombardia e Veneto il prossimo 22 ottobre per una maggiore autonomia della regione, e, l’altro, per la separazione di Emilia e Romagna. 

Quanto alla proposta lanciata del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, di voler intraprendere l’iter di richiesta di maggiori autonomie senza passare dal referendum «Forza Italia non è contraria a prescindere, ma attende di conoscere il contenuto della proposta per poterla valutare». Tornando ai referendum, Palmizio ha comunque sottolineato la complessità dei passaggi per una maggiore autonomia e soprattutto per l’eventuale divisione della regione: «l’importante è chiarire i passaggi che abbiamo davanti, lunghi e complessi, senza creare inutili aspettative per pura propaganda pre elettorale».

Chi prende nettamente distanza dalla proposta leghista di separare l’Emilia dalla Romagna è il gruppo consiliare regionale Dem, secondo cui le due componenti territoriali della Regione «insieme sono più forti: lo dimostrano i fatti. La proposta della Lega Nord che vorrebbe dividere la Romagna dall’Emilia – osservano Mirco Bagnari, Gianni Bessi, Lia Montalti, Valentina Ravaioli, Manuela Rontini, Nadia Rossi, Giorgio Pruccoli e Paolo Zoffol – è una posizione non solo antistorica, ma priva di buon senso. Da due anni – aggiungono – la nostra Regione si attesta come la prima in Italia per crescita del Pil, con il tasso di disoccupazione più basso, e un export in continua crescita. Un sistema regionale – viene argomentato ancora – che in questi anni ha saputo reagire alla crisi e ripartire, facendo dell’Emilia-Romagna una delle regioni locomotiva del Paese, puntando sulla qualità dei servizi pubblici e sulla valorizzazione e il sostegno del sistema economico a partire dalle proprie eccellenze, come il manifatturiero ed il turismo, da Piacenza a Rimini». 

Secondo i consiglieri democratici romagnoli, «al di là della propaganda, la Lega Nord non spiega però quale sia il vantaggio nel dividere un territorio regionale che sta ottenendo questi risultati. E non spiega nemmeno quale vantaggio ci sia per la collettività nel moltiplicare le istituzioni, creando due regioni, con due consigli regionali, più sedi istituzionali, più funzionari che fanno le stesse cose, due Giunte e due Presidenti, ecc, quindi aumentando inevitabilmente i costi a carico dei cittadini, senza di fatto fornire né maggiori servizi e neanche maggiori opportunità». 

A giudizio degli esponenti democratici, «è evidente che l’Emilia e la Romagna, da sole, sono più deboli e che per competere nel mondo globalizzato l’unione fa la forza. Proprio dall’unione delle nostre terre la risultante è che abbiamo la fortuna di vivere in una delle zone più avanzate d’Europa». Quindi, «se vogliamo lavorare a delle proposte concrete ed utili per il territorio romagnolo proseguiamo nel percorso di riforma istituzionale, creando la provincia unica romagnola e chiedendo che possa avere medesime competenze e risorse della città metropolitana di Bologna».