Tra le più consumate cannabis, cocaina e stimolanti allucinogeni. Cresce spesa per consumatori curati fuori provincia
In Trentino, ad avvicinarsi oggi all’uso di sostanze stupefacenti sono studenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Di questi risulta che il 25% ha assunto almeno una volta nell’ultimo anno sostanze psicoattive, e che tra loro l’85% è “mono consumatore” (ne ha utilizzata una sola), mentre il 15% ha usato due o più sostanze illegali. Il dato è stato reso noto dall’assessore alla salute e politiche sociali, della Provincia, Luca Zeni, rispondendo ad un’interrogazione del consigliere Claudio Civettini (Civica Trentina).
Tra le sostanze illegali, quella più utilizzata è la cannabis. Seguono cocaina, stimolanti e allucinogeni, mentre l’eroina è la sostanza meno diffusa. A consumare sostanze psicoattive illegali sono soprattutto i ragazzi. «La spesa sostenuta negli ultimi sette anni dalla Giunta provinciale di Trento per gli invii fuori provincia di utenti con diagnosi di tossicodipendenza – aggiunge Zeni – è stata di 1.466.000 euro nel 2010, di 933.000 euro nel 2011, di 729.000 euro nel 2012, di 323.470 euro nel 2013, di 46.750 euro nel 2014, di 16.367 euro nel 2015 e di 45.250 euro nel 2016. Dall’andamento emerge quindi una progressiva e sensibile riduzione fino al 2015, seguita da una nuova crescita nell’ultimo anno».
Sempre nella sua risposta alle domande di Civettini, Zeni segnala la maggiore tendenza a consumare stupefacenti tra i ragazzi che provengono da una famiglia “non tradizionale” (ad esempio monogenitoriale o allargata), o i cui fratelli già utilizzano sostanze psicoattive illegali e/o con genitori che non controllano la gestione dei soldi da parte dei figli. Vi è inoltre una correlazione tra assunzione di sostanze e numero di giorni di assenza scolastica e ragazzi che non praticano alcuna attività sportiva. Gli studenti che riferiscono invece di avere una condizione economica familiare medio-alta, di essere monitorati dai genitori nelle attività del sabato sera o di essere soddisfatti del rapporto con i genitori e/o i fratelli, evidenziano una minore probabilità di essere assuntori di sostanze.