Il Fisco è già di fatto federalista: notevoli le differenze in tasse tra le regioni italiane

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Secondo l’indagine de “il Sole 24Ore” per una famiglia tipo, in Valle d’Aosta paga 1.160 euro all’anno, mille euro in meno di quanto si paga in Campania. Virtuosi anche Veneto e Friuli Venezia Giulia. Soddisfazione di Zaia e di Serracchiani

tasse scritta omini pesoStando ai dati analizzati da uno studio condotto da “il Sole 24Ore”, l’Italia delle venti regioni è già di fatto una realtà molto federalizzata, almeno sul piano fiscale, con notevoli differenze sulle tasse pagate da una famiglia tipo.

Se nel 2016 la media nazionale del prelievo del fisco locale è scesa a 1.683 euro, il nucleo familiare standard preso in esame dalla Banca d’Italia paga 1.160 euro in Valle d’Aosta e 2.131 euro in Campania. 

L’analisi ha preso in esame l’applicazione dei principali tributi sulle famiglie residenti nei comuni capoluogo di provincia, ipotizzando due genitori lavoratori dipendenti, due figli minorenni a carico, un reddito imponibile complessivo di 44.080 euro, una casa di proprietà di 100 metri quadri e un’automobile utilitaria (Fiat Punto). La comparazione permette di osservare importanti discrepanze tra il Friuli Venezia Giulia e il Lazio (1.271 contro 1.892 euro); in Piemonte la famiglia tipo ha dovuto versare 1.800 euro (+7% rispetto alla media), mentre in Basilicata 1.451 euro (-13,8%). Le realtà che hanno una pressione fiscale locale più bassa sono due regioni a statuto speciale: la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia, dove il prelievo grava rispettivamente per il 2,6% e il 2,9% del reddito disponibile, e il nucleo familiare paga il 31,1% e il 24,5% in meno del valore medio nazionale. Ai piani più alti del prelievo fiscale stazionano la Campania e il Lazio, dove il prelievo vale il 4,8% e il 4,3% del reddito della famiglia, che deve versare il 26,6% e il 12,4% in più della media, realtà alle prese con una pressione fiscale aggiuntiva per coprire i dissesti della pubblica amministrazione, in particolare nel comparto sanitario.

Le regioni con il maggior prelievo, oltre al citato Piemonte, sono Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Emilia-Romagna e Liguria: tutte con una pressione sopra alla media. Al di sotto, si ritrovano invece Puglia, Umbria, Marche, Toscana, Sardegna, Veneto, Basilicata e Lombardia.

«Il Veneto è tra le Regioni italiane col minor peso fiscale locale, addirittura in diminuzione del 13,7% nel 2016 rispetto al 2015, passando da 1.659 a 1.453 euro di prelievo a famiglia. Il tutto senza la benché minima autonomia di manovra, con un bilancio a destinazione libera quasi azzerato dai tagli delle ultime finanziarie nazionali e senza un euro che torni sul territorio dei molti miliardi di residuo fiscale attivo che mandiamo a Roma – commenta il governatore del Veneto, Luca Zaia -. In sette anni siamo riusciti a far risparmiare ai Veneti 1.900 milioni di euro di tasse, evitando di applicare addizionali Irpef regionali e i ticket sanitari locali aggiuntivi rispetto a quelli introdotti dallo Stato. Fatto da una Regione a statuto ordinario è una specie di miracolo, come dimostrano, ad esempio, i consistenti aumenti imposti da varie regioni a statuto ordinario come noi, e le forti diminuzioni registrate in alcune regioni a statuto speciale».

Zaia coglie il risultato per promuovere una gestione federalizzata del gettito fiscale: «c’è poco da fare, sono numeri inequivocabili: più i fondi pubblici rimangono sul territorio e vengono ben gestiti, come in Veneto, meno la gente viene sommersa di tasse e meglio questi soldi, provenienti dalle sue tasche, vengono utilizzati. La Regione – incalza il Governatore del Veneto – ha saputo tagliare le tasse anche in condizioni che hanno invece portato altre Regioni a statuto ordinario ad aumenti consistenti. Si pensi ora solo per un attimo se e quando il Veneto potrà disporre di almeno una parte, non dico di tutto che sarebbe comunque il giusto, di quel paio di decine di miliardi di tasse di saldo fiscale attivo che i veneti pagano a Roma non ricevendo di ritorno nemmeno un grazie. Ne deriverebbero non solo investimenti sull’economia e sul welfare, ma anche alleggerimenti fiscali sugli Enti Locali e altri tagli alle tasse pagate direttamente o indirettamente dalla gente. Si può fare – conclude – come dimostrano le performance delle Regioni “speciali”. Il Veneto e i Veneti ne hanno diritto».

Soddisfazione per l’esito dell’indagine anche dalla presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani: «è il risultato di una buona gestione delle risorse pubbliche e di un corretto esercizio della specialità regionale intesa non come privilegio ma come opportunità, frutto anche di due fattori: la titolarità della finanza locale e una cultura della buona gestione dei conti e delle risorse di cui l’amministrazione regionale dispone».