Utilizzato il “drogometro” appena autorizzato dalla Direttiva Minniti
A far rischiare il ritiro della patente di guida non c’è più il superamento del livello alcolemico o l’utilizzo del cellulare al volante: c’è anche l’uso degli stupefacenti, da quello più blando a quello più pesante i cui effetti permangono anche dopo ore dalla loro assunzione.
Da fine luglio 2017 sono già centinaia le patenti ritirate in Emilia-Romagna per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti grazie all’uso del “drogometro”, ovvero il “precursore delle droghe” il cui utilizzo è stato autorizzato, dopo anni di sperimentazione, dalla Direttiva Minniti.
Secondo l’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale della Regione questo nuovo strumento in uso alla polizia stradale, attivo già nelle province di Bologna, Ravenna e Reggio Emilia, funziona tramite uno stick che entra in contatto con la saliva. Il bastoncino è poi inserito in un’apparecchiatura che in circa 8 minuti valuta la positività o meno a diverse sostanze, quali cocaina, eroina, oppiacei, metanfetamine e benzodiazepine. In caso di positività al primo controllo vengono effettuati altri due tamponi che vengono sigillati dagli agenti ed analizzati, il giorno seguente, dal Centro di Ricerche di Laboratorio di Tossicologia Forense. In caso di confermata positività, questi costituiranno elemento di prova processuale e dell’avvio delle pratiche per la revoca temporanea della patente di guida.