Domenica 6 agosto l’ultimo episodio. Il Comune chiede alla Regione di revocare l’Aia. Attendismo dalla Regione
Continua a fare discutere l’attività della Ferriera di Servola, l’acciaieria facente parte del gruppo Arvedi praticamente nel cuore della città di Trieste a seguito dell’ennesimo episodio di “spolveramento” con l’emanazione di una vistosa fumata rossa.
La comunità giuliana è stufa di convivere con una bomba ecologica che mina la salute dei residenti, visto che, come sottolinea il consigliere regionale del M5S Andrea Ussai, «le precauzioni messe in atto finora (bagnature, film coprenti e lavori di adeguamento degli impianti) non riescono a contenere questi gravi episodi di inquinamento. Il progetto di Acciaieria Arvedi SpA di confinamento e copertura delle aree a parco minerali e fossile dello stabilimento, così come prescritto dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), dovrebbe vedere la luce – il condizionale è più che mai d’obbligo – appena fra quattro anni».
Episodi che accadono sempre più frequentemente, specie in occasione del maltempo. Per schiodare la Regione dal suo immobilismo, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza ha inviato una diffida alla Regione Friuli Venezia Giulia, per annullare l’Autorizzazione Integrata Ambientale dello stabilimento della Ferriera di Servola. L’atto del sindaco è stato trasmesso alla presidente della Regione, all’assessore regionale all’ambiente e al direttore centrale ambiente ed energia servizio tutela da inquinamento atmosferico. Il comune di Trieste ha diffidato la Regione, nella persona del suo presidente, «di annullare l’AIA della Ferriera di Trieste per il difetto sostanziale del mancato recepimento del parere obbligatorio del sindaco come previsto dal Testo Unico delle leggi sanitarie, ovvero, in subordine di disporre il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (art. 29 octies D.Lgs 152/2006) sia al fine di dare applicazione al principio di precauzione per prevenire i rischi per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi su quelli economici; sia al fine di acquisire i pareri dei soggetti firmatari gli Accordi di programma al fine della modifica dei termini contenuti nel medesimi ed integralmente richiamati nell’AIA».
La diffida del Comune è stata accolta con sufficienza in Regione: l’assessore all’ambiente, Sara Vito, replica che «il sindaco Dipiazza ha fatto alla Regione delle richieste formali. La Regione risponderà al comune di Trieste attraverso un documento altrettanto formale, supportato da tutti i necessari approfondimenti tecnici, e di certo non intende rimanere coinvolto nel tentativo di alimentare un confronto basato su comunicati stampa che puntano esclusivamente ad un effetto mediatico. Dipiazza smetta di confondere artatamente i ruoli politici e le competenze tecniche: il lavoro della Regione è rigoroso e rispettoso delle norme». Vito sottolinea che la diffida comunale «contiene degli elementi di natura tecnica che saranno esaminati dagli uffici con attenzione ed equilibrio. Dipiazza avrà la risposta tecnica formale a quanto chiede», ribadisce Vito, sottolineando ancora una volta come in ogni caso «il sindaco è sempre stato ed è ancora libero di adottare, qualora ritenga ne ricorrano i presupposti, i provvedimenti di sua competenza in quanto tutore della salute pubblica».
La risposta di Vito ha scatenato la reazione piccata del vicesindaco di Trieste, Pierpaolo Roberti, vicesegretario provinciale della Lega Nord: «la Regione è l’unica a fare confusione sulle competenze relative alla Ferriera. La Regione ha in mano l’elenco delle inadempienze di Siderurgica Triestina, un dossier che le è stato fornito dal comune di Trieste, grazie al quale ha la possibilità di fare l’unica cosa per la quale ha esclusiva competenza, ossia revocare immediatamente l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Se non lo fa, ciò esprime una chiara volontà politica di cui sia i cittadini che l’amministrazione comunale, dopo aver compiuto tutte le azioni in proprio potere, non possono che prendere atto. Quanto a eventuali azioni dirette del Comune – prosegue Roberti -, per emanare un’ordinanza il sindaco necessita di supporto documentale da parte dell’Azienda Sanitaria. Peccato però che le richieste dell’amministrazione, l’ultima delle quali a carattere urgente inviata più di 10 giorni fa, siano rimaste a oggi senza risposta. Se l’assessore Vito sollecitasse alla collega Telesca l’invio al Comune di tali atti, e se i contenuti degli stessi non fossero evasivi come già successo in passato, il sindaco sarà dunque ben felice di chiudere la partita della Ferriera con il proprio intervento, togliendo la Regione dall’imbarazzo di mettere fine all’attività, incompatibile con la città – conclude Roberti – di un imprenditore arrivato a Trieste proprio grazie alla presidente Serracchiani».
Tirato in ballo, il direttore generale dell’Asuits, Nicola Delli Quadri, in una nota puntualizza che «in riferimento a quanto dichiarato dal vice sindaco Roberti su asserite assenze di risposte a domande urgenti del Comune sulla Ferriera, invita lo stesso Roberti a controllare il protocollo del comune di Trieste. In tal caso troverà una nota, che è la risposta attesa, del venerdì 28 luglio. Una maggiore attenzione e conoscenza delle corrispondenze fra enti qualche volta eviterebbe spiacevoli figure».