Arzignano (Vicenza). È stata la quinta sezione civile della Cassazione, presieduta dal giudice Aurelio Cappabianca, a respingere le ragioni di Acque del Chiampo che aveva presentato ricorso contro le pretese del Fisco che chiedeva la restituzione degli Aiuti di Stato.
Acque del Chiampo spa è stata assistita dall’avvocato romano Stefano Coen partner dello studio legale Coen Palandri e dall’avvocato vicentino Cesare Dal Maso partner dello studio legale Acebbi, Dal Maso e Milesi.
Era stata la Commissione Tributaria Regionale del Veneto a riformare, nel 2009, la sentenza di primo grado favorevole ad Acque del Chiampo, dando ragione all’Agenzia delle Entrate.
La vicenda riguardava un avviso di ingiunzione di pagamento ad Acque del Chiampo di circa 550 mila euro, con cui l’Agenzia delle Entrate, nel 2007, recuperava l’aiuto di Stato indebitamente fruito relativo al periodo d’imposta del 1999 “equivalente – si legge in sentenza – alle imposte non corrisposte in ragione del regime di esenzione fiscale goduto all’epoca, e dei relativi interessi.”
Acque del Chiampo, che aveva acquisito la personalità giuridica nel 1999, aveva goduto di un regime di esenzione triennale dall’imposta sul reddito per le società a prevalente capitale pubblico dedicate alla gestione dei servizi pubblici locali. Regime che l’U.E. aveva considerato “aiuto di Stato” e illegittimo perché lesivo della libera concorrenza di mercato.
In primo grado era stata la Commissione Tributaria Provinciale di Vicenza ad accogliere l’impugnazione dell’ingiunzione di pagamento sulla base del fatto che “la società avesse specifiche caratteristiche che ne distinguevano la posizione dalle società prese in considerazione dalla Commissione Europea (con la decisione che qualificava illegittimo l’Aiuto di Stato n.d.r.), in quanto società con capitale interamente pubblico, che svolge un servizio in concessione esclusiva dai Comuni soci, e che ha una sfera di azione territorialmente limitata ai Comuni soci.”
Decisione ribaltata dalla Commissione Tributaria Regionale – che nel 2009 ha dichiarato legittima l’ingiunzione di pagamento, confermando il recupero dell’aiuto di Stato indebitamente fruito – e confermata dalla Suprema Corte che, con sentenza pubblicata lo scorso 11 maggio, ha rigettato il ricorso di Acque del Chiampo, ritenendo due motivi infondati e due inammissibili e ha condannato la società al pagamento delle spese di lite.
Acque del Chiampo spa, la società partecipata che gestisce il servizio idrico integrato nei comuni vicentini di Arzignano, Altissimo, Chiampo, Montorso Vicentino, Crespadoro, Nogarole Vicentino e San Pietro Mussolino, Montecchio Maggiore, Brendola e Lonigo, è amministrata da Renzo Marcigaglia (presidente) con Anna Bertazzoni (vicepresidente), Andrea Pellizzari, Vania Molon e Luisa Nardi, mentre il collegio sindacale, presieduto da Fabrizio Contin è composto da Paolo Favaro e Paola Scuccato.
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