Levata di scudi contro le paventate multe previste dal governo Gentiloni per chi non lo installa. Zanon: «indispensabile abbassare le commissioni bancarie prima di obbligare tutti». Zabeo: «assurdo estendere l’obbligo anche agli artigiani che non lavorano per il singolo privato»
La notizia che entro il prossimo mese di settembre il Governo Gentiloni introdurrà le sanzioni per tutte le attività che non accetteranno i pagamenti con le carte di credito e bancomat per importi superiori ai 5 euro scatena la protesta di Confcommercio e di Confartigianato.
Confcommercio Veneto, pur giudicando «anacronistica ogni forma di resistenza a forme di pagamento elettroniche, anche per quanto riguarda le attività più periferiche, in quanto fa parte di un processo di evoluzione che non si può fermare», secondo il presidente Massimo Zanon è vero che «questa trasformazione vada di pari passo con una libertà d’impresa sempre più ingessata e vessata. Il pagamento con le carte dev’essere favorito, ma nessuna impresa dovrebbe essere obbligata a dei costi di commissione salati come quelli imposti attualmente dalle banche. Alcune attività, come le tabaccherie e gli impianti di carburante – prosegue Zanon – dovrebbero a nostro avviso essere esentati da qualsiasi commissione: fanno già da banca per lo Stato e sono gravati dalle accise, con margini di guadagno che sfiorano il ridicolo».
Per Zanon «allo stesso tempo vanno tutelate le persone anziane, che hanno più dimestichezza con il contante che con il bancomat: devono poter continuare a usare il tipo di pagamento a cui sono più abituati».
Secondo la Cgia di Mestre aderente a Confartigianato, «“Sì” alle sanzioni per chi non consentirà il pagamento con il bancomat delle transazioni superiori ai 5 euro, ma il Pos non sia obbligatorio per tutte le categorie artigiane – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo -. Con l’introduzione delle sanzioni, milioni di attività che lavorano esclusivamente per altre aziende o per la pubblica amministrazione saranno obbligate a dotarsi del Pos e a sostenere costi del tutto inutili. Si pensi agli autotrasportatori, alle imprese di costruzioni che lavorano per il pubblico, alle aziende metalmeccaniche, a quelle tessili, a quelle dell’abbigliamento e della calzatura che lavorano in subfornitura, alle imprese di pulizia che prestano servizio presso le aziende private o gli enti pubblici e ai commercianti all’ingrosso. Tutte attività che nella prassi quotidiana ricevono già adesso pagamenti tracciabili. In questi casi l’obbligo del Pos avvantaggerebbe solo le banche».
Oltre a ciò, Zabeo solleva un altro aspetto molto penalizzante per alcune categorie artigiane: «gli idraulici, gli elettricisti, i falegnami, gli antennisti, i manutentori di caldaie, nonché i loro dipendenti e collaboratori, spesso si recano singolarmente presso la dimora o l’immobile del committente. Questo comporta che ciascun dipendente o collaboratore dovrà essere dotato di un Pos. Chi ha voluto questa legge, ha idea di quali costi dovranno sostenere queste piccole attività artigianali?»
La risposta è che, come spesso accade, nelle stanze delle decisioni romane non ci si rende sufficientemente conto che la realtà quotidiana è decisamente diversa da come si pretende di raccontarla a mezzo tweet o comunicati stampa, con l’economia che arranca ancora.