Istat: a giugno lieve crescita dei consumi. Recupera anche l’economia. Ma il II trimestre chiude in negativo

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Ancora scettiche Confcommercio e Confesercenti. Dubbi anche dalle associazioni dei consumatori

grafico indice picchiara caloA giugno 2017, secondo la rilevazione periodica dell’Istat il valore delle vendite al dettaglio registra una crescita dello 0,6% rispetto al mese precedente, sintesi di un aumento dello 0,9% della componente alimentare e dello 0,5% di quella non alimentare. In aumento anche il volume delle vendite (+0,8%), derivante da una crescita dell’1,3% delle vendite di prodotti alimentari e dello 0,6% di quelle non alimentari.

Rispetto a giugno 2016, secondo l’Istat le vendite al dettaglio registrano un’accelerazione della crescita, aumentando dell’1,5% in valore e dell’1,3% in volume. Per i prodotti alimentari si rileva una crescita dell’1,7% in valore e dello 0,7% in volume. Le vendite di prodotti non alimentari aumentano dell’1,6% sia in valore sia in volume. Rispetto a giugno 2016, le vendite al dettaglio registrano un aumento del 2,4% nella grande distribuzione e dello 0,9% per le imprese operanti su piccole superfici. Rispetto a maggio 2017, le vendite di prodotti alimentari registrano un aumento dello 0,9% in valore e dell’1,3% in volume; le vendite di beni non alimentari aumentano dello 0,5% in valore e dello 0,6% in volume.

Se la variazione mensile è positiva, quella trimestrale è invece negativa: nel secondo trimestre 2017 si registra una variazione congiunturale in calo per il valore del totale delle vendite (-0,3%), sintesi di una flessione dello 0,3% per i prodotti alimentari e dello 0,2% per le vendite di prodotti non alimentari – continua l’Istat -. Con riferimento allo stesso periodo, anche il volume del totale delle vendite mostra una variazione negativa (-0,2%), risultato di una diminuzione dello 0,2% per le vendite di prodotti alimentari e dello 0,3% per i prodotti non alimentari. Nel confronto con i primi sei mesi del 2016, il valore delle vendite segna un lieve aumento tendenziale dello 0,2%, mentre il volume registra una diminuzione dello 0,6%. 

Su base annua, rispetto a giugno 2016 il valore delle vendite al dettaglio aumenta sia per la grande distribuzione (+2,4%) sia per le imprese operanti su piccole superfici (+0,9%). Nella grande distribuzione le vendite registrano variazioni positive in entrambi i settori merceologici: +2,5% per i prodotti alimentari e +2,2% per quelli non alimentari. Per le imprese operanti su piccole superfici si registra una diminuzione dello 0,3% per i prodotti alimentari e un aumento dell’ 1,1% per quelli non alimentari. Con riferimento alla tipologia di esercizio della grande distribuzione, a giugno 2017 il valore delle vendite al dettaglio segna un aumento tendenziale del 2,1% per gli esercizi non specializzati e un incremento del 4,0% per quelli specializzati. Tra i primi aumenta sia il valore delle vendite degli esercizi a prevalenza alimentare (+2,2%) sia quello degli esercizi a prevalenza non alimentare (+1,3%). 

A testimonianza che l’economia ancora non tira c’è il fatto che sempre più italiani fanno la spesa ai discount, dove il valore delle vendite aumenta del 3,1%, con aumenti più contenuti per i supermercati e gli ipermercati (rispettivamente +2,0% e +1,7%). 

Per quanto riguarda i gruppi di prodotti non alimentari, nel mese di giugno 2017, si registrano andamenti positivi in tutti i gruppi di prodotti con la sola eccezione di Cartoleria, libri, giornali e riviste (-1,6%). Le variazioni positive di maggiore entità riguardano i gruppi Altri prodotti (+3,3%) e Giochi, giocattoli, sport e campeggio (+3,1%). 

Passando dal commercio alla produzione industriale, il II trimestre è aumentata (ma nuovamente in rallentamento) rispetto al trimestre precedente (+0,2%), alimentato dalla robusta crescita registrata a maggio (+0,7% dopo il -0,5% di aprile). Al risultato positivo hanno contribuito le dinamiche favorevoli dei beni di consumo durevoli e dei beni strumentali (rispettivamente +3,8% e +2,1% rispetto al trimestre precedente). Gli indici del fatturato dell’industria espresso in valore rafforzano le indicazioni positive sul settore manifatturiero (+0,9% l’incremento congiunturale nel trimestre marzo-maggio). Alla crescita trimestrale hanno contribuito in misura omogenea sia le vendite sul mercato interno sia quelle sui mercati esteri (rispettivamente +0,9% e +0,7%). Nello stesso periodo gli ordinativi hanno evidenziato un rallentamento (-1,0% rispetto al trimestre precedente) con una performance più sfavorevole sul mercato interno (-1,2%) rispetto a quello estero (-0,8%). Gli scambi con l’estero mantengono una dinamica congiunturale positiva nel trimestre marzo-maggio per entrambi i flussi (+2,0% le esportazioni e +1,5% le importazioni). L’andamento favorevole delle esportazioni coinvolge entrambe le principali aree di sbocco, con una crescita più sostenuta per i paesi Ue (+2,5%), rispetto all’area extra Ue (+1,5%). Nel mese di giugno si è registrata una contrazione di entrambi i flussi commerciali con i paesi extra-Ue, in un contesto di forte aumento dell’export su base annua (+8,2%).

Il settore delle costruzioni mostra parziali segnali di miglioramento. I dati sui permessi di costruire, che solitamente anticipano la produzione, manifestano un aumento del numero di abitazioni nei nuovi fabbricati residenziali a partire dal secondo trimestre 2016 con una accelerazione in T4 (+18,9%la crescita tendenziale della superficie utile abitabile). Alla crescita dei permessi per abitazioni (+7,4% la variazione annua della superficie utile abitabile), si contrappone il calo dei permessi per nuova edilizia non residenziale (-4,3% la variazione annua della superficie utile abitabile). L’indice della produzione delle costruzioni non evidenzia ancora una chiara ripresa: secondo i dati corretti per i giorni di calendario, nel periodo gennaio-maggio 2017 la produzione è diminuita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,3%). 

A giugno il mercato del lavoro ha ripreso in modo molto blando la fase di crescita dopo la pausa registrata a maggio. La stima degli occupati è aumentata dello 0,1% rispetto a maggio facendo registrare una variazione positiva nel periodo aprile-giugno del+0,3% rispetto al trimestre precedente. Nel secondo trimestre sono aumentati gli occupati dipendenti (+0,9%), sia permanenti (0,3%) sia, in misura maggiore, quelli a termine (+4,3%), a testimonianza di come le imprese non vedano ancora rosa e preferiscano non innescare rapporti duraturi, mentre è proseguita la consistente riduzione degli occupati indipendenti (-1,6%), cosa che conferma come nelle fasce più elevate di professionalizzazione la crisi sia ancora ben presente. 

I dati dell’Istat sono letti in modo scettico dalle associazioni dei consumatori e dalle categorie. Per il Codacons il 2017 è «ancora molto altalenante sul fronte del commercio e delle vendite al dettaglio. Se da un lato i dati di giugno sono senza dubbio positivi, con le vendite in crescita dell’1,5% su base annua, preoccupa l’andamento dell’ultimo trimestre, che al contrario registra segno negativo (-0,3%) rispetto al trimestre precedente – spiega il presidente, Carlo Rienzi – il 2017 doveva essere l’anno della ripresa definitiva dei consumi ma, alla luce dei numeri Istat, i numeri appaiono ancora ballerini e non permettono di parlare di crisi finita per il settore del commercio. In particolare si registrano ancora grandi difficoltà per i piccoli negozi, per i quali i dati sono fortemente negativi: le attività fino a 5 addetti, infatti, hanno visto nel mese di giugno le vendite crollare dell’1,1% rispetto a giugno 2016, e del -2,4% nei primi 6 mesi dell’anno».

Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, «i dati sono positivi, considerato che le vendite salgono sia in valore che in volume, sia su base mensile che annuale. Un miglioramento attenuato, però, dall’ennesimo calo tendenziale delle vendite alimentari dei piccoli negozi che, per quanto basso, -0,3%, è ormai la goccia che fa traboccare il vaso. Rispetto a giugno del 2007, infatti, le imprese operanti su piccole superfici registrano un tracollo delle vendite alimentari del 24,2 per cento, ossia un quarto delle loro vendite». 

Per l’Ufficio studi di Confcommercio «nel complesso dei primi sei mesi le vendite in volume sono ancora negative rispetto al primo semestre dell’anno scorso, ma il bimestre maggio-giugno è in crescita e in accelerazione. Il profilo dei consumi potrebbe essere ad una svolta. L’eventuale conferma dei segnali più recenti è un presupposto favorevole per realizzare nel 2017 una crescita più sostenuta rispetto a quanto ipotizzato a inizio anno, mentre un ulteriore possibile ripiegamento della fiducia e l’eventuale arresto della crescita dell’occupazione aprirebbero la porta a scenari di ripiegamento dei consumi, con conseguenze negative anche sulle dinamiche del PIL 2018».

Stessa musica da parte di Confesercenti: «i consumi danno segnali di ripartenza, per quanto il quadro rimanga ancora instabile. Ma la ripresa non è ancora arrivata pienamente al commercio tradizionale, lasciando fuori in particolare i negozi più piccoli. Se le prospettive per l’economia italiana sono positive e la crescita economica si consolida, dal lato dei consumi e della spesa delle famiglie i segnali sono, invece, ancora altalenanti. A giugno l’inflazione ha frenato per il terzo mese consecutivo, dopo la fiammata dei prezzi dell’inizio dell’anno. Ed a crescere sono stati soprattutto i prezzi dei trasporti, per fattori stagionali e per riflesso della buona performance messa a segno dal settore turistico, unico comparto a dare segnali veri di ripresa».