La Collezione Cavallini Sgarbi al Castello Estense di Ferrara

0
2902
vittorio sgarbi con sua sorella elisabetta
100 opere per un viaggio in 14 stanze da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati

vittorio sgarbi con sua sorella elisabettaOltre 100 capolavori della Collezione Cavallini Sgarbi tornano a Ferrara e nel suo luogo più rappresentativo, il Castello Estense, dal 3 febbraio al 3 giugno 2018. E’ un viaggio in 14 stanze, che muoverà da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati, attraversando secoli, regioni e artisti. Molte le opere mai viste e inedite, con particolare attenzione agli artisti ferraresi ed emiliani.

«Un dono alla mia famiglia – in particolare a mio fratello Vittorio e a mia madre, Caterina Cavallini, senza tralasciare i silenzi compiaciuti di mio padre Giuseppe, scrittore – una famiglia che ha consacrato una vita alla ricerca, alla scoperta, alla cura del bello» dice Elisabetta Sgarbi, presidente della Fondazione omonima che ha prodotto l’esposizione. 

«Questa mostra è un’ulteriore conferma che la via intrapresa dal Ministero di abbattere il confine tra pubblico e privato è sicuramente giusta» ha sottolineato il ministro per i Beni culturali e il turismo, Dario Franceschini. Nell’ala sud e nei Camerini del Castello saranno esposte le opere scelte fra le circa 4.000 della collezione, attualmente parte della Fondazione Cavallini Sgarbi, in un percorso cronologico, a cura di Pietro di Natale e con allestimento a cura di Luca Volpatti e Monica Polotti. La mostra viene da una raccolta preziosa, frutto di quarant’anni, dal 1978 al 2018, di collezionismo, una caccia ininterrotta e incondizionata alimentata dalla passione di Vittorio Sgarbi e di sua madre, Caterina Cavallini. 

«Dal 3 febbraio al 3 giugno 2018 vorrei fosse una ininterrotta festa, perché ininterrotte sono la passione e l’amore che animano la costruzione di questa collezione in cui continua a vivere mia madre, ferrarese, finalmente, e di nuovo, a casa» dice Elisabetta Sgarbi che è anche editore della Nave di Teseo che pubblicherà il catalogo disegnato da Pierluigi Cerri. Una settimana prima dell’inaugurazione, la mostra sarà preceduta da un incontro nella casa di Via Giuoco del Pallone 31, dimora dell’Ariosto, che qui scrisse la prima versione dell’Orlando Furioso, e dove visse Caterina Cavallini con i suoi fratelli: Bruno, professore di greco e latino al Liceo Ariosto, e Romana, professoressa di scienze, chimica e biologia. Al convegno interverrà il professor Nuccio Ordine, esperto di Ariosto e altri studiosi e intellettuali. 

«Sarebbe stato più facile semplicemente studiare, soprattutto gli amati ferraresi e i veneti, ma a incrociarli nel nostro tempo mi sembrava di avvertirne la nostalgia della distanza, la lacerazione dai luoghi dove avevano vissuto e lavorato. E mi sembrava mio dovere salvarli e, come se fossero profughi, riportarli a casa. Così ho inteso il mio rapporto con le opere d’arte. E ora le ritrovo qui, nella loro e nella mia Ferrara, città dell’accoglienza» spiega Vittorio Sgarbi