Fincantieri Brunetta si chieda in Ue procedura infrazione e il WSJ critica i francesi

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Il governo italiano valuta ripercusioni sul controllo francese di Tim 

fincantieri costruzione msc seasideLa proprietà a mezzadria “50-50” tra Italia e Francia dei cantieri navali francesi Stx, acquistati all’asta fallimentare da Fincantieri dalla precedente proprietà coreana, proposta dal governo francese non sta bene al governo italiano che punta i piedi e rilancia su un controllo al 66% (con lo stato francese al 33% come in precedenza con i coreani), paventando anche ripercussioni sull’assetto di controllo dell’italiana Tim finita nelle mani di Francia.

La decisione francese di nazionalizzare provvisoriamente i cantieri di Saint Naraire sta intento destando numerose critiche a livello italiano ed internazionale. Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera de deputati, Renato Brunetta, «in 48 ore la credibilità del nostro Paese ha ricevuto due colpi gravissimi: Macron e la Libia, Macron e Fincantieri. Con la nostra opinione pubblica preoccupata e colpita. Assurda la nazionalizzazione da parte dei francesi, perché Stx è un’azienda che la Francia aveva già venduto ai coreani. Cosa sta facendo il Governo italiano? Cosa sta facendo il già ambasciatore Calenda? Ha sollevato la questione con l’Unione europea? Il governo Gentiloni chiederà il rispetto del diritto comunitario e l’apertura di una procedura d’infrazione? Bisognerebbe cautelarsi con qualche colpo in canna in sede europea. Oppure sulle sorti progressive dell’Airbus del mare staremo zitti per due mesi, magari lasciando affondare in borsa i titoli di Fincantieri? In questa partita o si vince o si perde, non si pareggia. E non si vince o si perde su Fincantieri, ma si vince o si perde la credibilità del nostro Paese».

Critiche all’operato francese giungono anche dalla stampa internazionale. Per l’edizione europea del Wall Street Journal (Wsj) in un editoriale dedicato al neo presidente francese, gli investitori sperano che Macron sia «una Thatcher francese», ma le sue prime mosse economiche fanno pensare «più a De Gaulle», definendo la vicenda Financieri-Stx «un fiasco» dal punto di vista economico e della difesa europea e spiega come le sue mosse non solo finiranno per «danneggiare la sua economia», ma rappresentano un «colpo» alla credibilità francese in Ue. Dietro il braccio di ferro con l’Italia, spiega il quotidiano economico, c’è anche il fatto che il cantiere Saint Nazaire «è l’unica struttura rimasta in Francia in grado di costruire la base di una portaerei» e che secondo i principi dell’autonomia strategica francese, il cantiere non dovrebbe finire in mani straniere «nonostante gli sforzi dell’Unione Europea di creare un mercato unico della difesa». Questo, secondo il Wsj, rende la vicenda un «fiasco» dal punto di vista economico e della difesa. In sostanza, secondo il quotidiano, «il rifiuto francese di fidarsi di uno stretto alleato come l’Italia per realizzare attrezzatura militare sul suolo francese mina questo obiettivo europeo». «Anche politici con un buon istinto economico a volte sono spinti da ragioni politiche a prendere decisioni negative, come fece George W. Bush quando impose la tariffa sull’acciaio nel 2002. Ma fino ad ora Macron ha messo troppo l’accento sul protezionismo industriale senza una concreta politica per la crescita». Il risultato è che il presidente francese avrà ora molto lavoro da fare per superare «questo primo segnale negativo per gli investitori» da un lato, e «il colpo alla credibilità francese in Ue».

Intanto, nella vicenda finisce il controllo sull’italiana Tim, ex Telecom Italia, detentrice delle dorsali nazional di telecomunicazione, finita dopo un lungo periplo tra privatizzatori italiani ed investitori stranieri prima nelle mani degli spagnoli e ora in quelli dei francesi. Il governo italiano per bocca del ministro allo sviluppo economico, Carlo Calenda, ha detto di valutare con attenzione «la possibilità di utilizzare la “golden share” per evitare che la gestione dell’infrastruttura strategica delle dorsali di telecomunicazioni possano essere gestite contro gli interessi nazionali».