L’autonomismo scalda i motori: l’Emilia Romagna avvia l’iter al ministero degli Affari regionali

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bandiera gonfalone veneto san marco leone
Il Pd Veneto si schiera a favore del “Sì” al referendum del 22 ottobre. Zaia: «una buona decisione»

bandiera gonfalone veneto san marco leoneL’autonomismo gode di un rinnovato entusiasmo tra referendum e richieste di procedimenti ai sensi dell’art. 116 della Costituzione, mai prima di ora attuato compiutamente.

L’Emilia Romagna con il suo presidente Stefano Bonaccini ha imboccato la strada delineata dal terzo comma dell’art. 116, al fine di garantire ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alla Regione, incontrando a Roma il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa.

Durante l’incontro, si è stabilito un programma di lavoro che consentirà di definire le funzioni e le risorse per procedere all’intesa tra Stato e Regione Emilia Romagna da sottoporre al Parlamento. Si è programmato anche un incontro con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al fine di illustrare lo stato di avanzamento del progetto. L’avvio di questa procedura bilaterale tra Stato e Regione, secondo Bressa, «costituisce un primo importantissimo passo per l’attuazione, per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, del regionalismo differenziato».

In Veneto, il referendum per l’autonomia raccoglie anche l’adesione del PD regionale, con un “Sì” a un Veneto più vicino ai cittadini. La direzione regionale del Partito democratico ha approvato il documento con cui dà indicazione di voto favorevole al quesito referendario approvato dalla Corte Costituzionale. «Il quesito sta pienamente dentro l’alveo della riforma costituzionale ideata, voluta e approvata dal centrosinistra nel 2001 – rimarca il segretario regionale, Alessandro Bisato -. Sono oltre vent’anni che il centrosinistra opera concretamente a livello regionale e a livello nazionale per garantire maggiore autonomia alle regioni. Per questo la nostra indicazione di voto favorevole è quasi naturale e scontata».

Per il PD regionale permangono molte ombre sullo strumento scelto dall’attuale maggioranza al governo del Veneto. «La Lega Nord e il presidente pro tempore del Veneto – prosegue Bisato – hanno scelto la via referendaria quando avrebbero tranquillamente potuto aprire il confronto con il governo nazionale. Temo che verranno utilizzati oltre 14 milioni di euro prelevati dalle tasse di cittadini e imprese per una gigantesca campagna propagandistica a uso e consumo personale del presidente. È chiaro a tutti che, qualsiasi sia l’esito del referendum, non stiamo parlando dell’autonomia sul modello di Trento e Bolzano e neppure di Trieste, Aosta, Cagliari o Palermo; è lapalissiamo che non tratterremo un centesimo in più del residuo fiscale prodotto in Veneto e non otterremo più autonomia di quella prevista in base all’articolo 116 comma terzo della Costituzione sulla quale continuiamo a invitare la Regione ad avviare il confronto con il governo. Un confronto che il Veneto avrebbe potuto avviare fin dai primi mesi del 2002, ma in questi 15 anni nulla ha fatto».

Per il Partito Democratico, afferma il segretario «autonomia fa rima con responsabilità, non certo con propaganda». Non è un caso che le premesse siano state approvate a larghissima maggioranza dei presenti con 46 favorevoli e 2 astenuti. La risoluzione, in cui la Direzione dà indicazione di voto favorevole è passata invece con 30 voti favorevoli e 18 contrari. «Siamo e rimaniamo federalisti nel concreto – conclude Bisato -. Dobbiamo evitare in ogni modo la coagulazione di poteri in un neo centralismo regionale che determinerebbe la chiusura e l’arretramento della nostra regione dal punto di vista economico, istituzionale e sociale».

La posizione pro referendaria è salutata con favore dal governatore del Veneto, Luca Zaia: «non è il referendum dei partiti, di nessun partito, ma dei Veneti e di coloro che hanno deciso di vivere qui. I partiti è bene averli a fianco, ma non staranno mai davanti». Zaia ha quindi dichiarato, riguardo al referendum, di non temere il ricorso al Tar: «siamo rispettosi dei ricorsi e risponderemo punto su punto alle contestazioni». 

Riguardo alla trattativa tra governo ed Emilia Romagna per giungere all’assegnazione tramite accordo di una maggiore autonomia, Zaia ha sottolineato di fare il tifo «perché l’Emilia porti a casa maggiore autonomia: sarà la base che ci permetterà di chiedere ancora di più, una volta celebrato il referendum, di cui non dimostreranno in tal modo, l’inutilità. Anche perché chi definisce il Veneto irresponsabile, offende anche la Corte Costituzionale, la cui sentenza, tra l’altro, dice che è sì un referendum consultivo, ma al tempo stesso non irrilevante». Zaia ha quindi detto che una volta ottenuta l’autonomia «devolveremo alcune competenze agli enti locali. Se fossi stato al Governo – ha rilevato -, non solo avrei autorizzato l’“election day”, il 4 dicembre scorso o in occasione delle amministrative, ma avrei anche evitato l’impugnazione: i governi hanno perso una buona occasione di testare questo modello». 

Quanto all’eventuale “election day” con le eventuali consultazioni di Belluno e Venezia, il presidente ha precisato che «la consultazione di Belluno dipende dai Bellunesi: noi siamo a disposizione, ma non abbiamo ancora ricevuto le carte che adempiono alle procedure. Per Venezia, invece, senza alcuna preclusione, aspettiamo però il parere dell’Avvocatura sui ricorsi e sulle lettere di Prefetto, Governo e Corte dei Conti».