Confcommercio Imprese sul fisco: secondo Sangalli «la pressione fiscale sulle imprese è insopportabile»

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Serve imitare il sistema del Trentino Alto Adige o dell’Emilia Romagna per trasformare la ripresa in crescita

confcommercio carlo sangalli podio 2Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, è intervenuto all’ormai consueto convegno che la confederazione dedica al tema del sommerso economico e l’evasione fiscale nelle regioni italiane che quest’anno ha visto la presenza del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e del neo direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

Si potrebbero recuperare 42,8 miliardi di euro evasi se in Italia venissero applicati i controlli fiscali e il senso civico economico del Trentino-Alto Adige o dell’Emilia Romagna. Ma è tutto il Nord ad avere delle performance migliori sul tasso di evasione fiscale calcolato in percentuale del valore aggiunto, con 12,1% il NordOvest e 12,7% il NordEst. Segue il Centro con 14,8% ed in coda il Mezzogiorno con una percentuale del 19,5%. 

Spiccano nella classifica tre regioni del Mezzogiorno: la Calabria con un tasso di economia non osservata del 21,2%, la Campania con il 20,6% e la Sicilia con il 19,5%. Secondo il rapporto, queste alte percentuali sono dovute in parte a un più basso sistema di controlli e sanzioni, in parte all’indice del senso civico, ma in particolar modo da una pressione fiscale locale alta che diventa uno dei principali fattori di evasione. Secondo Confcommercio, inoltre, tra il 2011 e il 2014 il tasso di evasione fiscale in Italia è cresciuto del 5,3%, dato da attribuire interamente a una crescita della pressione fiscale locale di quasi il 30%, perché le altre determinanti hanno agito nel senso contrario.

«Da tempo denunciamo che il livello di pressione fiscale del nostro paese, ormai stabile al 43%, è insostenibile per il nostro sistema produttivo e incompatibile con qualsiasi realistica prospettiva di crescita robusta, diffusa, duratura. Abbiamo dato atto, e lo facciamo anche oggi, dei risultati ottenuti dal Governo sul fronte del contenimento della spesa pubblica. Ma affermiamo che si deve proseguire in questazione e, anzi, rafforzarla» ha sottolineato Sangalli, aggiungendo «come le risorse necessarie per ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese si possono e si devono trovare agendo su due binari: da un lato attraverso una profonda operazione di eliminazione di sprechi e inefficienze che l’aggregato dei consumi pubblici ancora presenta a qualsiasi livello istituzionale, centrale e locale. Dall’altro – ha detto Sangalli – attraverso il contrasto all’evasione che consentirebbe, a determinate condizioni, di recuperare oltre 86 miliardi di imponibile evaso e quasi 43 miliardi di gettito da restituire, sotto forma di minori aliquote, ai contribuenti in regola». 

Per Sangalli, inoltre, bisogna superare la logica degli interventi spot e dei bonus discriminatori, ridurre gli sprechi e le inefficienze ancora abbondantemente presenti nella spesa pubblica, scartare definitivamente qualsiasi ipotesi di aumento dell’Iva. Anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha parlato di una necessaria riduzione della pressione fiscale, ma «anche le risorse che non vengono impiegate bene non migliorano la vita cittadini. E’ necessario quindi anche spende meglio e rendere chiari e semplici adempimenti e pagamenti. La prossima legge di Bilancio, inoltre, sarà basata sulla continua riduzione del deficit e sul saldo primario positivo. La riduzione dovrà avvenire a una velocità tale da non sottrarre risorse alla crescita dell’inclusione sociale». 

Fare pace con i cittadini: Ernesto Maria Ruffini, nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate (nonché della neo nata Agenzia per la riscossione) alla prima uscita pubblica di rilievo coem quella del convegno di Confcommercio, non li chiama neanche più contribuenti, ma solo cittadini italiani. E’ a loro, spiega, che non deve più “prendere un colpo” quando si vedono recapitare a casa o in azienda una busta “con la striscia arancione”. E’ a loro che l’Agenzia deve rapportarsi non più come l’occhio opprimente del Grande Fratello, ma come un socio. Per l’associazione dei commercianti il sistema italiano è «squilibrato, farraginoso, complicato da capire e gestire ed estremamente costoso». E per questo Ruffini cerca un dialogo più diretto e più semplice, fatto anche di battute e di complicità. «Non svenite – premette Mr. Fisco -. Ma mi piacerebbe che l’Agenzia delle Entrate diventasse una sorta di vostro socio che possa contribuire alla crescita», perché si possa «diminuire il senso di oppressione sulle imprese» e il fisco non sia percepito «come una zavorra». Il “cambia verso” cercato e voluto negli ultimi anni deve insomma accelerare ed arrivare al vero punto di svolta. «Ho gli occhiali, ma non sono Harry Potter, non ho la bacchetta magica», aggiunge Ruffini, ma di progressi se ne possono fare, senza però dimenticare che di evasori veri ce ne sono. Pace con i cittadini, dunque, ma non con chi «ha come unico obiettivo l’evasione fiscale». 

In un intervallo da 0 a 1, il Veneto, è tra le regioni in cui il senso civico ed economico è più elevato, con un livello pari a 0,49 contro un livello di 0,17 della Puglia (il più basso) e di 0,61 del Trentino Alto Adige (il più alto). La media nazionale si ferma a 0,42. «Mi fa piacere che il Veneto abbia processi burocratici più snelli rispetto al resto d’Italia, ma siamo ancora lontani dalla sufficienza – dichiara il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon –. Rimane il fatto che il carico fiscale è sempre altissimo, e direi ce questo non dipende direttamente dalle amministrazioni locali: se Roma taglia risorse verso questi ultimi, è chiaro che in qualche modo Regione e Comuni debbano rilanciare da qualche parte».