Fabbri: «pronta una risoluzione per impegnare le Giunta». Anche la Cisl regionale favorevole a maggiore autonomia
A una settimana dall’annuncio del presidente Stefano Bonaccini di voler chiedere a Palazzo Chigi maggiore autonomia per la Regione Emilia-Romagna, applicando il terzo comma dell’art.116 della Costituzione, la Lega Nord Emilia-Romagna rilancia facendo sapere di avere pronta una risoluzione per impegnare la Giunta regionale soprattutto per quanto riguarda le competenze di carattere amministrativo e fiscale.
Alan Fabbri, capogruppo regionale del Carroccio, accompagnato dal consigliere Stefano Bargi e dai segretari per l’Emilia e la Romagna Gianluca Vinci e Jacopo Morrone, ha anche presentato un dossier affermando che il dato relativo al residuo fiscale medio annuo dal 2006 al 2015 è pari a 15 miliardi. «Con quella cifra in sei mesi si sarebbe potuto ricostruire il cratere del terremoto – commenta Fabbri -. A tre mesi dal referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto si è svegliato anche Bonaccini: meglio tardi che mai, anche se per ora cerca di rincorrere la Lega». «A Bonaccini chiediamo di mantenere le promesse – spiega Bargi – chi vuole sposare un’idea che è nostra è ben accetto, ma vigileremo».
Sul tema di una maggiore autonomia per l’Emilia Romagna scende in campo anche il Comitato esecutivo, parlamentino della Cisl Emilia-Romagna, che ha espresso un “deciso assenso” alla proposta di “autonomia differenziata”. Il segretario regionale Giorgio Graziani apprezza che «il presidente Bonaccini utilizzi una via tutta costituzionale e non basi le proprie motivazioni su ideologie secessioniste, preda di facili populismi e obiettivi irrealistici. Una norma costituzionale che non pone minimamente in discussione l’unità del Paese e la necessaria solidarietà nazionale. Una proposta seria, concreta, non generica, perché prevede di agire su maggiori margini di manovra finanziaria e su alcune competenze e funzioni specifiche che riguardano i capitoli portanti del “Patto per il lavoro”: lavoro e formazione, sanità e welfare, impresa e sviluppo, ambiente e territorio. Il tutto in un percorso di condivisione con sindacati e imprese, proponendo così al Paese un modello di coesione sociale che non possiamo non condividere e l’unico che fino ad oggi è riuscito a dare dei frutti tangibili».
Per la Cisl «niente di semplice e scontato visto la vicinanza delle elezioni politiche. E’ una fase delicata in cui bisogna essere veloci, concreti e credibili – conclude Graziani – senza prestare il fianco a possibili polemiche elettorali che ci costringerebbero a ulteriori riflessioni e quindi ad annoverare quest’ottima occasione tra quelle mancate».