Commissione Europea cofinanzia il progetto “Life GOAST” che vede coinvolti il Dipartimento di scienze molecolari e nanosistemi dell’università Ca’ Foscari di Venezia
Produrre pelli senza usare cromo è possibile. Ne sono convinti scienziati e imprese pronti a dimostrarlo con il primo progetto dedicato alla sostenibilità ambientale e socio-economica della fase della concia. Ne è convinta anche la Commissione Europea, che ha cofinanziato il progetto grazie al programma Life (Environment and Resource Efficiency) e considera l’innovazione adatta a un rapido inserimento nel mercato.
«Eliminare il cromo e prodotti chimici dalla concia significa evitare la contaminazione di enormi quantità di acqua, ridurre i costi ingenti di gestione degli scarti e aprire nuove opportunità per un loro riuso», spiega Valentina Beghetto, ricercatrice al Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi dell’Università Ca’ Foscari Venezia e responsabile scientifica del progetto. Beghetto e il suo gruppo di ricercatori hanno inventato un innovativo prodotto di concia che promette questi risultati. Sarà sviluppato nei prossimi tre anni grazie all’azienda leader del progetto, GSC Group, impresa vicentina specializzata nei prodotti per la lavorazione delle pelli, e testato dalla conceria Pasubio di Arzignano. L’acqua che uscirà dalla conceria dopo la lavorazione innovativa sarà trattata e valutata al depuratore di Medio Chiampo.
Ridurre il consumo di acqua e ottenere scarti non contaminati sono i benefici più rilevanti (non solo in termini ambientali, ma anche economici) di cui godranno le concerie che sostituiranno il cromo con il nuovo prodotto. La concia è una delle molte fasi della produzione della pelle. Nell’arco del ciclo produttivo, una tonnellata di materia prima grezza perde 750 chilogrammi di acqua e collagene. Decontaminare questi scarti significa poterli riutilizzare. Il collagene, ad esempio, è una materia prima importante per altre industrie, come quella cosmetica.
Il progetto “Green Organic Agents for Sustainable Tanneries” (GOAST) vedrà coinvolti anche ricercatori del Dipartimento di scienze ambientali, informatica e statistica e il Dipartimento di management di Ca’ Foscari, impegnati rispettivamente nella valutazione ambientale del ciclo di vita delle pelli e nello studio dell’impatto socio-economico dell’innovazione. Impatto che riguarda in particolar modo l’Italia, dove si concentra il 60% della produzione europea e il 17% di quella mondiale, produzione destinata ai settori automotive, abbigliamento, calzaturiero, arredamento.