La presentazione alla Centrale idrodinamica di Porto Vecchio. Rossi: «bisogna ricordare quanto di positivo fatto in passato per rifarlo in futuro»
«E’ importante ricordare quanto di valido e positivo è stato fatto in passato per poter rifarlo anche in futuro. Occasioni come queste danno credito a chi ha dedicato la propria vita al lavoro, allo sviluppo e al nostro Paese» ha detto l’assessore alla cultura del comune di Trieste, Giorgio Rossi, intervenendo nella Centrale Idrodinamica di Porto Vecchio alla presentazione della mostra “Trieste, il suo Porto e la Ferrovia meridionale 160 anni (1857-2017)” che sarà inaugurata ufficialmente giovedì 27 luglio.
Promossa da Ferstoria in co-organizzazione con il comune di Trieste e in collaborazione con Italia Nostra, Autorità di Sistema portuale del mare Adriatrico orientale, Archivio di Stato e Fondazione FS, la mostra punta a ricordare l’arrivo della prima ferrovia a Trieste. La ferrovia Vienna – Trieste di 577 km, solennemente inaugurata il 27 luglio 1857, che ebbe un ruolo determinante nello sviluppo del porto e della città.
L’esposizione accompagna il visitatore, con immagini storiche e più recenti, in un viaggio ideale nel tempo, da Vienna a Trieste, sulla ferrovia realizzata dall’ing. Carlo Ghega. Una particolare attenzione sarà dedicata alla presentazione dell’ultimo tratto della “Meridionale”, da Lubiana a Trieste, e allo sviluppo dell’allora Porto Nuovo, oggi Porto Vecchio, e all’adiacente area ferroviaria. In esposizione anche documenti inediti, frutto delle ricerche svolte all’Archivio di Stato, nonché Materiale storico proveniente dal Museo Ferroviario di Trieste.
In questo modo si vuole ricordare il 160° anniversario dell’inaugurazione della prima ferrovia di Trieste, la “Meridionale” o “Suedbahn” Vienna-Trieste, avvenuta il 27 luglio 1857. Un avvenimento che segnò un passaggio storico per la città e il suo porto, che diede inizio all’era moderna dei traffici (passando dalle 70.000 tonnellate del 1837 alle 600.000 del 1857 e al milione del 1865 prima dell’apertura del Canale di Suez) e dell’industria. Fu un fattore fondamentale per lo sviluppo emporiale, che coincise anche con l’inaugurazione di servizi moderni essenziali per la città, come l’illuminazione pubblica a gas e il nuovo acquedotto di Aurisina.
Il completamento del grande asse ferroviario di 577 km tra Vienna e Trieste (attraverso il Semmering, la Stiria, la Slovenia e il Carso) fu un primato allora mondiale, in quanto fu la prima ferrovia ad attraversare una catena montuosa (Alpi Noriche) con il passo del Semmering (898 m slm). Una sfida pionieristica condotta principalmente grazie al genio dell’ingegnere veneziano Carlo Ghega e di altri tecnici, diversi dei quali italiani, anche se al servizio dell’impero asburgico, le cui intuizioni tecniche avevano dovuto confrontarsi con diffidenze e critiche.
Curato dai volontari di Ferstoria e Italia Nostra, l’allestimento della mostra, si sviluppa in pannelli che raccolgono immagini fotografiche d’epoca e attuali (con manufatti ed infrastrutture in gran parte ancora oggi in piena funzionalità, come ad esempio i viadotti di Barcola ed Aurisina) nonché documenti di archivio, cimeli e modelli. Tra gli obiettivi, anche quello di esporre una locomotiva storica a vapore del Museo Ferroviario di Campo Marzio per la quale è stata fatta richiesta alla Fonadazione FS.
La mostra sarà inaugurata ufficialmente giovedì 27 luglio, alle ore 11.00, nella Centrale Idrodinamica del Porto Vecchio di Trieste. La rassegna sarà aperta al pubblico, con ingresso libero, fino all’8 ottobre (venerdì dalle 17.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00).