«Io tifo sempre per la responsabilizzazione dei territori»
Il tema dell’autonomia, a qualunque livello la si voglia esercitare, trova la porta spalancata nella giunta regionale del Veneto. Zaia Rispnde alle richeiste che arrivano dalla provincia di Belluno e dalla regione Emilia Romagna.
«Non abbiamo nessuna riserva nell’ospitare nelle urne la scheda della Provincia di Belluno insieme a quella sul quesito referendario del 22 ottobre 2017 – sottolinea Zaia -. La Regione è favorevole all’iniziativa ma prima dovranno essere verificate una serie di attività burocratiche. Non possiamo accollarci ulteriori costi che non rientrano nelle nostre competenze – afferma il Governatore – e occorre che venga effettuato un attento controllo sulla documentazione prodotta dalla Provincia utile all’indizione della consultazione».
Per quanto riguarda il referendum per la separazione di Venezia e Mestre, Zaia ricorda che «non verrà posto alcun ostacolo nel momento in cui la consultazione per la divisione della città di Venezia risulti in regola con le norme e le leggi vigenti».
Sul tema dei costi, Zaia evidenzia che «con la Prefettura di Venezia e l’Avvocatura della Regione ho avviato le opportune verifiche, in quanto si tratta di un tema da approfondire. La Giunta Regionale infatti non può correre il rischio di doversi giustificare davanti alla Corte dei Conti per eventuali spese aggiuntive. E’ necessario accertarsi inoltre che la consultazione popolare sia compatibile con tutta la normativa esistente. Non dimentichiamoci, poi, che su tutta la vicenda pende tuttora un ricorso al Tar».
Zaia risponde anche alle polemiche scaturite dalle dichiarazioni del sottosegretario Gianclaudio Bressa attorno alla richiesta di maggiore autonomia da parte della regione Emilia Romagna: «Io tifo per l’Emilia Romagna perché, se riuscirà ad avere tutte e 22 le competenze previste dagli articoli dal 116 al 119, diventerà un grande laboratorio, permettendoci, il giorno dopo, di andare lì, forti del risultato del referendum, a richiederle anche noi, così come potrà fare anche la Lombardia. Anche perché il nuovo Titolo V esiste dal 2001 e, in sedici anni, nessuno ha ottenuto una sola di queste competenze».
Zaia ha spiegato che la strada della trattativa con Roma ancora non è stata percorsa dal Veneto «perché la Corte Costituzionale ha detto che il referendum deve essere antecedente ed esterno alla trattativa». Ha invece affermato che «siamo incazzati come bisce perché da un anno scriviamo al Ministero e alla Presidenza del Consiglio per consentirci l’avvio della collaborazione con le Prefetture e nessuno si è degnato nemmeno di risponderci: questo dà la dimensione della civiltà istituzionale in questo Paese. A confermare la massima disponibilità, non fisso “dead line”, ma ribadisco che, pur con qualche difficoltà burocratica interna in più, di cui i cittadini non risentiranno, il referendum lo faremo. Dire invece che il referendum è inutile è dire l’inutilità della Corte Costituzionale, che ha definito il nostro referendum una cosa seria. E se il sottosegretario Bressa parla di truffa, vada in Procura a denunciare, visto che la truffa è un reato punito penalmente».