Punti nascita Emilia Romagna: medici Anaao Assomed bocciano le deroghe proposte dalla Regione

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Macchia: «provvedimento improvvido quello dell’assessore Venturi»

sala parto bimbo taglio cordoneI medici dell’Anaao Assomed dell’Emilia-Romagna bocciano la richiesta di deroga per sei punti nascita sotto i 500 parti, avanzata dalla Giunta regionale con una delibera presentata in commissione dall’assessore alla sanità Sergio Venturi.

Sandro Macchia, segretario regionale Anaao Assomed, definisce l’assessore «improvvido» e sostiene che si tratta di «notizie inquietanti», che fanno della sicurezza del percorso nascita «oramai un optional. L’Italia ha sull’argomento, forse in modo inaspettato – sottolinea Macchia – una normativa di assoluta garanzia a tutela della salute del nascituro e della sua mamma. Un punto nascita deve avere almeno una guardia H24 del ginecologo, del pediatra, di due ostetriche, dell’anestesista oltre ad una radiologia, un laboratorio ed una adeguata dotazione tecnologica corredata da personale esperto in grado di utilizzarla». 

Secondo il segretario di Anaao Assomed «qualora una regione decidesse di sostenere una tale dotazione di risorse per sedi con volumi di attività inferiori ai 500 parti all’anno o limitati e ammesso di trovare i 7-8 pediatri, 10 ginecologi e tutto il resto di specialisti disposti a lavorare anche in sedi disagiate, garantire a tutti, a fronte di una casistica modesta, il mantenimento delle capacità professionali nel tempo sarebbe impossibile. Gli eventuali casi di rianimazione neonatale, emorragie post partum o distacchi di placenta, sarebbero gravati inevitabilmente da un tasso di esiti negativi inaccettabile. Le mamme della nostra regione dovrebbero protestare ed esigere il trasporto per tempo in sedi appropriate dove essere ospitate e poter dare alla luce con la massima sicurezza possibile il proprio bambino, è un diritto».

Per Macchia «seguire la scia di guerre di campanile su questioni così delicate e scientificamente non contrattabili non è accettabile. La Costituzione italiana obbliga le istituzioni alla tutela della salute dei propri cittadini e dei minori in particolare, ovunque, anche nelle sedi più difficili. Su questi temi non si possono accettare compromessi».